a Peppino Impastato e Santo De Luca

venerdì 28 novembre 2008

COMUNICATO DEL 28/11

In data 27 novembre è proseguita la trattativa per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
La Direzione a distanza di 5 mesi dalla illustrazione della piattaforma si è presentata ancora impreparata sulla valutazione e sulla quantificazione di alcuni istituti contrattuali quali :

- Forme Previdenziali
A tutt’oggi l’Azienda non è stata in grado di darci delle risposte in quanto sprovvista di dati tecnici ed elementi di costo.

- Polizza Malattia
Solamente su nostra sollecitazione la Direzione ha espresso una proposta limitata al mero recupero inflattivo relativamente ai massimali senza possibilità di discussione sugli scoperti.
Abbiamo contestato tale proposta esprimendo la nostra insoddisfazione e confermando i contenuti di valore umano e sociale espressi dalle nostre richieste che hanno fatto la storia della polizza malattia di Italiana Assicurazioni.

La Direzione ha mostrato totale chiusura, rigidità e mancanza di volontà sul capitolo prestiti, giudicando “più che sufficienti” le condizioni in essere!!! Anche sull’istituto della rotazione delle mansioni totale indisponibilità è stata espressa negando ogni volontà negoziale.

Inoltre registriamo un inaspettato dietrofront sulle politiche conciliative dell’ex progetto Concita, volendo introdurre, da parte aziendale, elementi di rigidità sia in termini di percentuale degli aventi diritto sia sui requisiti di accesso. Tutto ciò va in palese e netta controtendenza con quanto finora espresso, in più sedi e occasioni, anche dal nostro Direttore Generale sulla importanza, attenzione e sensibilità di Italiana Assicurazioni nei confronti di quei Lavoratori e Lavoratrici maggiormente bisognosi di conciliare esigenze di vita e di lavoro.

Abbiamo ribadito i punti della nostra piattaforma e ricordato la politica rivendicativa ivi contenuta e condivisa con la piattaforma delle R.S.A. di Reale Mutua FISAC-CGIL / FIBA-CISL / UILCA-UIL / SNFIA/ FNA.

Infine, in merito alle giornate del 2 e 5 gennaio 2009, la Direzione per ragioni organizzative e di servizio intende mantenere aperti gli Uffici di Direzione e Periferici.


Rappresentanze Sindacali Aziendali
FISAC-CGIL / FIBA-CISL / UILCA-UIL / SNFIA



Milano, 28/11/2008

Misure anticrisi: il bonus familiare potrà toccare anche i 1000 euro

In attesa che venerdì il consiglio dei ministri vari la manovra complessiva anticrisi, ci sono le prime indiscrezioni su una delle misure più attese, il bonus familiare, al termine di una riunione molto costruttiva e positiva a Palazzo Chigi - come l’ha definita il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. L’incontro, iniziato all’ora di pranzo, è durato circa tre ore. Il governo vuole fronteggiare con energia questa delicata fase di congiuntura economica soprattutto puntando ad alleviare i disagi per le classi meno abbienti, senza dimenticare, però, il necessario sostegno alle imprese senza il cui contributo non sarebbe possibile un effettivo ritorno alla normalità.Quindi l’una-tantum prevista tra le misure anti-crisi, andrebbe da un minimo di 200 euro ad un massimo di 1.000 euro. Sarebbe questa l’ultima versione dei tecnici sul tavolo del governo che domani si appresta a varare il piano anticrisi. Il tetto di reddito salirebbe a 22.000 euro (rispetto ai 20.000 delle simulazioni iniziali).Secondo le ipotesi tecniche, un pensionato solo, per esempio, prenderà un contributo di 200 euro se ha un reddito annuo fino a 15.000 euro. Per le famiglie gli scaglioni di reddito sarebbero tre: 17.000, 20.000, 22.000. Il contributo varierà anche a seconda del numero dei figli. Al massimo l’una tantum per le famiglie dovrebbe variare da un minimo di 300 euro ad un massimo di 1.000 euro. Secondo fonti tecniche al lavoro sul dossier, il costo di questa misura dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,3 miliardi di euro.Da gennaio scatteranno poi gli sconti sui farmaci equivalenti, come ad esempio l’Aulin, che oggi coprono il 25-30% del mercato. Secondo una bozza del decreto legge anticrisi che approderà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, si legge che in attesa che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ridetermini entro il 31 marzo 2009 i prezzi dei medicinali equivalenti, “il prezzo al pubblico è ridotto del 7% dal trentesimo giorno successivo a quello della data di entrata in vigore del decreto”. Viene abbassato, inoltre, il tetto per la spesa per l’assistenza farmaceutica territoriale.Con il piano anticrisi il governo avvierà controlli “robusti” per individuare eventuali anomalie nell’offerta di credito alle imprese, attivando poi misure di “dissuasione morale”. Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenendo all’assemblea nazionale della Cna. “Si apre con il sistema creditizio - ha aggiunto il ministro - un rapporto di scambio che ci permette non di nominare gli amministratori, ma di entrare nel merito del credito quando ci saranno delle violazioni”.

PER RIFLETTERE

Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e comincio a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di si. Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi.
Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di si. Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la verso dentro il vasetto. Ovviamente la sabbia riempi ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di si, senza dubbio alcuno.
Ora, disse il Professore, voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita.
I sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri amici,la vostra salute, i vostri figli - le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa , la scuola .... La sabbia e' tutto il resto...... le piccole cose . Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò il professore, non ci sarà spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita.
Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto. Prendetevi cura dei sassi per prima - le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità...il resto e' solo sabbia.

giovedì 27 novembre 2008

FINALMENTE 27


giovedì 20 novembre 2008

Nuovo 730, come pagare meno tasse

Dai mutui alle ristrutturazioni. Ecco gli sconti fiscali da mettere nella dichiarazione dei redditiIl ministero dell’Economia ha già elaborato la bozza del modello 730, versione 2009. E’ tempo dunque, d fare un ripasso di tutte le opportunità concesse dalla legge per beneficiare delle agevolazioni fiscali. Che, come è noto, possono prendere forma di detrazioni o deduzioni.
AffittoLe detrazioni previste dal 2007 – in aggiunta a quelle già riconosciute per gli affitti a canone concordato e per chi trasferisce la residenza per lavoro – interessano tutti i titolari di contratti di locazione di immobili utilizzati come abitazione principale. La detrazione spettante è pari a 300 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro oppure a 150 se il reddito complessivo è superiore a euro 15.493,71 e non superiore a euro 30.987,41. Al di sopra di questa soglia non spetta alcuna detrazione. Il contratto deve essere registrato.
FrigoriferiConfermata per il 2008 la detrazione del 20% per la rottamazione di vecchi frigo e l'acquisto di nuovi di classe energetica non inferiore ad A+. La detrazione massima fruibile è pari a 200 euro per ciascun apparecchio, comprese le spese per la rottamazione. Per usufruire della detrazione occorre la fattura o lo scontrino "parlante" recante i propri dati identificativi, compreso il codice fiscale, la data di acquisto e la classe energetica non inferiore ad A+ dell'elettrodomestico.
Giovani che vanno a vivere da soliA partire dal periodo d'imposta 2007 è stato previsto il bonus “anti-bamboccioni”. Interessa chi è andato a vivere in affitto e ha un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, e hanno un reddito non superiore a 15.493,71 euro. Il bonus è pari a 991,60 euro ed è riconosciuto per i primi tre anni. Se il contratto è stipulato da più giovani ciascuno potrà fruire della detrazione per quota, nella percentuale a lui spettante. Se non c'è sufficiente capienza nell'imposta dovuta si deve presentare il 730 e chiedere il rimborso della quota non goduta, in quanto in questo caso spetta un credito d'imposta.
MedicinaliDal 1° gennaio 2008 l'indicazione, nello scontrino fiscale della farmacia, della dizione generica di "farmaco" o "medicinale", con la denominazione del prodotto è divenuta obbligatoria. Non è invece più ammesso il beneficio per gli integratori alimentari.
Mutui acquisto prima casa Cresce l'importo degli interessi detraibili che sale da 3.615,20 a 4.000 euro. Nel caso in cui venga estinto un vecchio mutuo e ne venga acceso uno nuovo di importo non superiore alla quota capitale residua, maggiorata delle spese e oneri correlati, si continua a godere della detrazione.
Mutui costruzione o ristrutturazione prima casaNovità anche in questo caso: per poter usufruire della detrazione è necessario che il contratto sia stipulato non oltre sei mesi antecedenti alla data di inizio dei lavori di costruzione, o nei diciotto mesi successivi all'inizio dei lavori di costruzione o ristrutturazione. Non è stata invece introdotta alcuna modifica all'importo detraibile che resta di 2.582,28 euro.
Non autosufficienti Detrazione del 19% sui costi sostenuti per l'assistenza a persone non autonome anche quando sono ricoverate in casa di cura. Lo sconto può essere calcolato su una spesa massima di 2.100 euro e il reddito del contribuente che ne fa richiesta non deve superare i 40mila euro.
Risparmio energeticoE' possibile scegliere il numero di rate per usufruire della detrazione (pari al 55% delle spese sostenute), che può andare da un minimo di tre ad un massimo di 10.
Riscatto laurea Per tutti i versamenti effettuati dal 2008 in poi è ammessa la detrazione delle spese relative ai contributi versati per il riscatto degli anni di laurea dei familiari a carico.
SportVia libera anche per il 2008 alla detrazione del 19% per l'iscrizione annuale e l'abbonamento ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica, per i ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni. La detrazione si applica su un importo di spesa massimo pari a 210 euro per ciascun figlio.
Studenti fuori sedeDal 2008 sono maggiori le possibilità di godere della detrazione per l'affitto. Oltre che ai contratti con i privati, la detrazione è riconosciuta anche nel caso di quelli stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari legalmente riconosciuti, enti senza fine di lucro e cooperative. La sconto è pari al 19% dell'importo del canone di locazione, su un importo massimo di spesa di 2.633 euro. Questo tetto massimo vale anche se si hanno più figli. Per godere del beneficio l'università deve essere ubicata in un comune distante almeno 100 chilometri da quello di residenza dello studente e comunque in una provincia diversa.Nel caso in cui il figlio è a carico se il contratto è intestato ad un genitore è a lui che spetta l'intera detrazione. Se invece è intestato al figlio le spese devono essere suddivise tra i due genitori con riferimento al loro effettivo sostenimento. Infine se uno dei due coniugi è fiscalmente a carico dell'altro, quest'ultimo può considerare l'intera spesa sostenuta, ai fini del calcolo della detrazione.
Trasporti pubbliciEsordisce poi da quest'anno la detrazione del 19% delle spese sostenute per l'acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. La detrazione spetta su un importo massimo di 250 euro e può essere fruita anche per i familiari fiscalmente a carico, ma sempre nel limite massimo previsto. Le spese da considerare sono quelle sostenute nel 2008 anche se si riferiscono ad abbonamenti che scadono nel 2009.
DocentiA partire dal 1° gennaio 2008 spetta ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, anche non di ruolo con incarico annuale, una detrazione del 19% delle spese documentate sostenute ed effettivamente rimaste a carico per l'aggiornamento e la formazione, con un importo massimo di spesa detraibile di 500 euro.
Donazioni alle scuoleDetrazione d'imposta del 19% per tutte le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro. Si beneficia dello sconto a condizione che il pagamento venga effettuato mediante versamento postale o bancario, ovvero mediante carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari.

Il Giornale 20/11

Sos Nordest al governo: meno tasse o chiudiamo
Treviso - Due anni fa, di questi tempi, gli imprenditori del Nordest erano già scesi in piazza contro Prodi. Se oggi non fanno il bis «è perché al governo c’è gente che nell’ottobre 2006 manifestava con noi», spiega Mario Pozza, presidente della Confartigianato della Marca. «Luca Zaia, Maurizio Sacconi, Adolfo Urso: spero che ora possano farsi interpreti del nostro disagio. Se la battaglia era giusta allora, non vedo perché non sia giusta adesso con questa bruttissima crisi».Come l’araba fenice che risorge dalle sue ceneri, il Nordest è costretto a reinventarsi ancora una volta. Ha superato gli anni della svalutazione e della delocalizzazione, ha lottato con la concorrenza sleale dei cinesi, forse credeva che i peggiori effetti della globalizzazione fossero passati. Invece il crollo del sistema finanziario internazionale taglia le gambe al «modello veneto» già provato dall’impennata del costo delle materie prime e dal cambio sfavorevole col dollaro; un modello fatto di miriadi di piccole e medie imprese che una per una sono tanti Pollicino ma messe assieme costituiscono la locomotiva d’Italia. E stavolta è più difficile trovare rimedi.La disoccupazione è un incubo che si allarga: soltanto nella provincia di Treviso, dove c’è una partita Iva ogni 8 abitanti, da gennaio ad agosto le assunzioni a tempo indeterminato sono calate del 30% mentre parallelamente è cresciuta la cassa integrazione (+29,3% quella ordinaria e +22 quella straordinaria). Boccheggiano i distretti manifatturieri orgoglio di queste zone, dalle scarpe sportive al tessile, dalla meccanica al legno, dagli occhiali all’oreficeria. La Electrolux di Susegana ha lasciato a casa 380 persone, il maglificio Monti di Maserada calcola 250 esuberi, la Aprilia di Scorzè (gruppo Piaggio di Roberto Colaninno) nonostante gli allori del Motomondiale ha 350 persone in cassa integrazione.«Duecento licenziamenti alla Zanussi fanno un articolone di giornale, 50 piccole aziende che chiudono non fanno una notizia breve – protesta Pozza, leader della maggiore associazione artigiana della Marca –. Eppure sono 50 imprenditori più i loro dipendenti che restano senza lavoro né protezioni sociali. Lo stato paga i debiti dell’Alitalia ma noi siamo dimenticati». L’esasperazione prende ancora una volta la forma della ribellione fiscale contro gli studi di settore, cioè i parametri per calcolare le tasse da pagare in base a un reddito presunto.Non è lo sciopero minacciato due anni fa, ma l’obiettivo è lo stesso. Le associazioni artigiane di Treviso hanno lanciato una raccolta di firme per bloccare l’applicazione degli studi di settore nel 2008 e 2009 per poi ridiscutere l’intera materia: le sottoscrizioni sono già migliaia. Fabio Gava, deputato azzurro di Treviso, assieme a 42 colleghi del Pdl ha presentato un’interpellanza urgente a Giulio Tremonti che la Camera discuterà oggi. Anche il centrosinistra ha depositato un ordine del giorno (tra i firmatari l’imprenditore vicentino Massimo Calearo) accolto dall’esecutivo in cui si chiede «un’immediata verifica» degli studi.«Pare che il governo voglia intervenire sugli acconti Irpef, sull’imponibile Irap, sui termini di pagamento dell’Iva – dice Giuseppe Bortolussi, segretario degli artigiani di Mestre – ma la cosa più importante è congelare gli studi di settore inaspriti da Visco, insostenibili con l’economia in recessione». «Attendiamo un segnale – insiste Pozza – altrimenti valuteremo il da farsi». E nelle città del Nordest si profila un’altra manifestazione anti-governativa, anche se a Palazzo Chigi è insediato un esecutivo «amico».
L’insofferenza riguarda anche la disparità di trattamento sugli sconti-benzina, concessi alle aree di confine con la Svizzera (Nordovest) e non a quelle con l’Austria, mentre un movimento di sindaci che fa capo al governatore veneto Giancarlo Galan chiede che il 20% dell’Irpef resti sul territorio. Richieste che collidono con le posizioni del Carroccio, che invece evita la via della protesta. «Oggi riunisco un tavolo con tutti gli attori economici e sociali – dice Leonardo Muraro, presidente leghista dalla provincia di Treviso –. Chiederò alle banche di creare un fondo speciale di garanzia per le imprese, agli agricoltori di istituire un paniere di prodotti a prezzi calmierati, e a imprenditori e sindacati di sostenere l’impegno dei nostri uffici del lavoro per la riqualificazione professionale. Questo non è il momento della protesta, dobbiamo rimboccarci le maniche come abbiamo sempre fatto».

MEGLIO IL MERITO SE LA MERITOCRAZIA...

La meritocrazia è una forma di governo dove le cariche amministrative, le cariche pubbliche, e qualsiasi ruolo che richieda responsabilità nei confronti degli altri, è affidata secondo criteri di merito, e non di appartenenza lobbystica, familiare o di casta economica.
Talvolta la parola meritocrazia viene erroneamente usata per descrivere una società dove la salute, la ricchezza e lo status sociale sono raggiunti attraverso la competizione, e dove quindi il criterio di "merito" può di fatto sparire a fronte di forza bruta o furbizia (qualsiasi capo mafia vive infatti molto meglio di un onesto cittadino, ma non certo per merito, solo per competizione).
E infatti la meritocrazia non deve essere confusa con plutocrazia, dove il potere politico è invece commisurato al potere economico, a prescindere dalle reali capacità personali. Quasi tutti i regimi plutocratici si autodefiniscono (al fine di giustificarsi eticamente) meritocratici, malgrado, in realtà, le capacità personali degli individui siano mascherate dalle ricchezze familiari acquisite, o, più raramente, da intrallazzi e prevaricazioni arrivistiche senza scrupoli.

DA REPUBBLICA 20/11

Perché il potere è nelle mani dei vecchi
di GIANCARLO BOSETTI

UN ULTRAOTTANTENNE come soluzione, sofferta ma infine accettata, di un problema politico non è in Italia una novità. Sergio Zavoli, classe 1923, designato presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, non ha l'aria di un caso isolato: presidenti della Repubblica e primi ministri, con un piccolo scarto di anni, sono in linea con la constatazione. Ciampi ha lasciato a 86 anni, Napolitano ha iniziato a 81, Prodi ha lasciato a 69 e Berlusconi ha compiuto i 72. È ovvio che la qualità della prestazione non ha relazioni dirette con l'età, così come nulla c'è da eccepire sulle doti professionali e sull'equilibrio del grande giornalista Zavoli (dal "processo alla tappa" alla presidenza Rai), che andrà ora a occupare un ruolo che ha il suo peso spropositato nei riti della politica italiana. Il moto di scoramento è però difficile da trattenere di fronte alla evidenza di quel che è stato scritto in un celebre articolo di Gianluca Violante sul sito lavoce. info già due anni fa. Fatti due conti, l'autore concludeva: in Italia, quando la quasi totalità delle carriere lavorative si esaurisce, in politica si raggiunge l'apice. Come mai? Legittima, ma non dirimente, la preoccupazione che politici troppo vecchi non siano i migliori interpreti dell'innovazione, né i più adatti a captare esigenze nuove. Più influente, sulla pulsione depressiva, la considerazione che l'anzianità del mondo politico è lo specchio dei vizi del mondo del lavoro: bassa mobilità sociale, avanzamento di carriera per anzianità e non per merito. La differenza di età tra il presidente del Consiglio italiano e la media dei colleghi europei è di venti anni. L'elezione di Obama, 47 anni, ha soltanto incrementato i sintomi di abbattimento che ci attanagliavano già prima di lui e di Zavoli. È vero che nel lavoro a 65 anni scatta per lo più la regola della pensione e in politica no, ma è anche vero che i vizi che prolungano oltre le medie internazionali la percentuale dei vegliardi sono affini a quelli che mantengono in posizioni molto redditizie dirigenti e notabili di vario genere che non producono risultati proporzionati ai guadagni.
Varie indagini statistiche mostrano che solo il 15 per cento della retribuzione di un dirigente d'azienda è collegata alla sua prestazione, il resto "è carriera", vale a dire, anzianità, buone relazioni, capacità di navigare con astuzia nella scia di un altro dirigente con anzianità, buone relazioni, capacità di navigare? Il rapporto col prodotto viene ultimo, come nel caso delle liquidazioni dei manager di Alitalia, Ferrovie dello Stato, in generale delle grandi aziende di servizio, anzi non viene mai, come per gli stipendi dei parlamentari la cui produttività non viene comparata con quella dei colleghi nel mondo (i congressmen guadagnano 36mila euro in meno all'anno). Il libro recente di Roger Abravanel (Meritocrazia, Garzanti) ha dato ordine sistematico al tema. L'Italia è fuori dal circolo virtuoso del merito. Seguite la freccia benigna: tutti accettano la concorrenza, si fanno crescere le opportunità, si traggono benefici con consumi a basso costo, si rafforza la fiducia nel merito, cresce l'impegno a eccellere, i migliori salgono nella scala sociale, si crea leadership sicura di sé che promuove un contesto concorrenziale e nuova fiducia nel merito. Al contrario noi italiani siamo nel circolo vizioso del demerito. Seguite la freccia maligna: i giovani non si impegnano, si fa carriera per conoscenza e anzianità, si crea leadership anziana che opera per mantenere status, e si promuove così sfiducia nel merito. La recente indagine Luiss sulla classe dirigente, guidata da Carlo Carboni, aveva aggiunto un bel mattone all'edificio critico: la politica manda in parlamento sistematicamente figure di scarsa qualità e alta lealtà che tendono a mantenere lo status della leadership che li ha cooptati. Il merito resta fuori perché nel contesto politico italiano appare minaccioso: segreterie deboli, di sinistra, di destra e di centro, grazie a una legge elettorale costruita ad hoc, adottano schiere gregarie per non impensierire leader fragili. E i "leali" in esubero vengono sistemati in aziende regionali, comunali e simili, dovunque possibile, con un progressivo abbassamento della qualità manageriale. Queste tendenze fanno dell'Italia un paese fortemente inegualitario in partenza (come l'America e l'Inghilterra) nel quale la bassa mobilità (come in Francia e Germania, che hanno però una più bassa ineguaglianza) tende a cronicizzare le distanze sociali (mentre in America la elevata mobilità rinnova un po' di più le élite). Il risultato è la condizione in cui siamo. La nomina di un anziano fa risuonare sempre la stessa campana dal suono vellutato. Non stupisce che la reazione sia più un triste scuotimento di spalle che una rabbiosa reazione. Il circuito perverso ha lavorato in profondità: è più facile mettersi nella scia di qualche potere (un manager, un boss politico, un anziano) che tentare di aprire una nuova pista nella boscaglia a colpi di machete diventando eroi di se stessi. La via d'uscita per i più coraggiosi è quella di andarsene. Un dolorosa classifica, che si aggiunge alle altre è quella prodotta dal think-tank Vision (Bocci, Maletta, Realino, Grillo): un formidabile indicatore delle prospettive di un paese e del suo sistema universitario è il numero di studenti stranieri che riceve. Gli Stati Uniti raccolgono circa un quarto dei 2 milioni e 700mila studenti che vanno all'estero, l'11 e il 10 per cento vanno in Inghilterra e Germania, la Francia il 9. L'Italia è l'unico paese sviluppato con un saldo negativo: sono 4mila in più quelli che se ne vanno. Che cosa significa? Che la via d'uscita dal circuito del demerito sempre più nostri giovani connazionali la vanno a cercare fuori. Dentro, non c'è partita.

SALUTE...


CON LA SPERANZA DI ...


La Confcommercio lancia l'allarme.Dura replica del Codacons: «Perchè i vostri iscritti aumentano i prezzi?»

Per tre anni, i consumi continueranno a calare: Confcommercio prevede che nel 2008 scenderanno dello 0,5%, così pure nel 2009, mentre nel 2010 il decremento sarà nell’ordine dello 0,4%. In particolare, saranno gli alimentari e le bevande a soffrire quest’anno una fase particolarmente penalizzante (-1,2%) ma non solo: tutte le voci subiranno significativi decrementi. Confcommercio stima che la crisi dei consumi non farà registrare fasi di crolli (la cosiddetta crisi a V) ma sarà più lunga (la crisi a U). E comunque nessun settore verrà "risparmiato": la voce "Ricreazione, tempo libero e consumi fuori casa", che quest’anno calerà dello 0,5%, registrerà il -1,4% nel 2009 e il -2% nel 2010. Alimentari e bevande, dopo il -1,2% di quest’anno, si ridurranno poi poco grazie al rientro dell’inflazione (0 nel 2009 e -0,2% nel 2010). Significativi anche i trend del "vestiario e calzature" (-0,5% nel 2008, -0,6% nel 2009 e -0,8% nel 2010), dell'"abitazione e durevoli casa" (-0,5% nel 2008, 0 nel 2009 e -0,1% nel 2010). Infine, i "trasporti, comunicazioni e altro" rimarcheranno il -0,5% nel 2008, il -1,4% nel 2009 e il -2% nel 2010.Dura la replica dei consumatori. «Quello che la Confcommercio non è in grado di spiegare è perchè i suoi iscritti, invece di ridurre i prezzi, continuano ad aumentarli, nonostante il calo della domanda da loro stessi evidenziato», commenta il Codacons. «Per il Codacons i commercianti, dopo l’allarme lanciato da questo loro studio, dovrebbero coerentemente abbassare i prezzi degli alimentari di almeno il 20%, considerato che dall’introduzione dell’euro ad oggi li hanno raddoppiati, contribuendo a mandare sul lastrico le famiglie italiane. Invitiamo pertanto la Confcommercio ad inviare ai suoi iscritti una circolare per invitarli ad abbassare i prezzi, unico modo per rilanciare i consumi ed evitare la crisi in atto. Inoltre dovrebbe unirsi alla richiesta del Codacons di anticipare i saldi al 15 dicembre, se non vogliono avere un Natale magro», conclude il Codacons.

mercoledì 19 novembre 2008

Peppino Impastato

"Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore".

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un politico e conduttore radiofonico italiano, famoso per la militanza antifascista ma soprattutto per le denunce delle attività della mafia in Sicilia, che gli costarono la vita.

Peppino Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo).
Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un'attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino L'idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi, partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.
Nel 1975 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.
Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale.
Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima e di suicidio, dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L'uccisione o, come si fece credere, l'incidente non destò il clamore dovuto, forse anche per il fatto che lo stesso giorno veniva ritrovato, in via Caetani a Roma, il corpo del presidente della DC Aldo Moro.
Grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 si sarebbe intitolato proprio a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria.
Il 9 maggio del 1979, il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il paese.
Nel maggio del 1984 l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti.
Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza connection.
Nel gennaio 1988, il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 lo stesso tribunale decide l'archiviazione del caso Impastato, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi.
Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un'istanza per la riapertura dell'inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto.
Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell'omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l'inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo 1999 si svolge l'udienza preliminare del processo contro Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata.
I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l'Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia all'udienza preliminare e chiede il giudizio immediato.
Nell'udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in video-conferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell'Ordine dei giornalisti.
Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella commissione si rendono note le posizioni favorevoli all'ipotesi dell'attentato terroristico poste in essere dai seguenti militari dell'arma: il Maggiore Tito Baldo Honorati; il maggiore Antonio Subranni; il maresciallo Alfonso Travali.
Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo.

PROGETTO INFORMAZIONE

La UILCA Assicurativi territoriale Lombardia ha con questo progetto di UILCA Italiana Assicurazioni Milano, inaugurato dopo questo periodo di prova, il " PROGETTO INFORMAZIONE".
Esso si avvale dell'utilizzo della forma Blog, che ha due caratteristiche principali:
- la capillarità di libera espressione delle proprie idee a tutti!
- l'economicità, che non ha costi di gestione.
Sottolineiamo il primo punto, che consideriamo fondamentale in questo scenario sociale ed economico, dove il Sindacato (il nostro) deve ora più che mai interpretare le vere necessità dei lavoratori, dimostrandoci non una casta, ma un vero Sindacato di base, un Sindacato riformista.
Noi contiamo sull'adesione di tutti, Lavoratori, Segreterie territoriali e RSA delle altre regioni in quanto è già in essere il Blog della Segreteria Regionale Lombardia Assicurativi.
La scrivente si è fatta carico con piacere ed entusiasmo della gestione di eventuale richieste di nuove aperture di Blog UILCA.
Va un ringraziamento particolare a tutta la Segreteria Lombardia con particolare affetto al Segretario Regionale Marco Passeri, che ha creduto nel nostro progetto di un Sindacato al passo con i tempi ed all'insegnamento di Peppino Impastato (a cui dedichiamo i nostri Blog), che come i nostri cari Iscritti e Lettori non hanno paura di dire e conoscere la verità, contro ogni forma totalitaristica e massimalista del potere che schiaccia la libertà.

martedì 18 novembre 2008

Quella cosa in Lombardia

Lo sentite il rumore degli zoccoli? Arrivano dal Piemonte, dal Veneto, dalla Lombardia. Due milioni, forse tre milioni di persone perderanno entro un anno (e stanno già perdendo) il posto di lavoro. Lo perdono al Nord, dove c'è, è elementare, i disoccupati del Sud non possono perdere quello che non hanno. Chi rimane a casa da un giorno all'altro occupa le stazioni, fa presidi, scende in piazza. Ma la sua protesta rimane sotto vuoto spinto. I media non ne parlano, si vergognano di mostrare padri di famiglia in mezzo a una strada. Per tranqullizzare usano termini soavi come "recessione tecnica" o "diminuzione del PIL".
Politici e giornalisti (parlo di quelli servi, la maggioranza) sono categorie immuni dalla crisi. Perchè dovrebbero occuparsene? E' un problema che riguarda sempre gli altri. L'unica soddisfazione per i nuovi disoccupati è che non moriranno più sul lavoro, ma soltanto di fame. In Lombardia è scoppiata un'epidemia, le banche si tengono i soldi e non li prestano più senza garanzie, le imprese straniere se ne vanno, quelle italiane perdono il mercato. E' un bollettino di guerra, ma è solo la punta dell'iceberg. Leggere per credere.

BASIGLIO - MILANO: Astrazeneca, multinazionale farmaceutica, annunciato taglio di 315 dipendenti.
ASSAGO - MILANO: già a casa 55 lavoratori (236 in tutta Italia) della Engineering, azienda settore informatico.
ALBINO - BERGAMO: cotonificio Honegger ha annunciato 240 esuberi
PROVINCIA DI BRESCIA: 180 dipendenti della Franzoni filati di ESINE, 132 della Feltri di MARONE, 260 della Niggeler & Kupfer di CETO, 36 alla Henriette di CASTENEDOLO per un totale di 606 lavoratori dell'area bresciana per i quali sono appena stati annunciati tagli e cassa integrazione.
SAN GIULIANO MILANESE - MILANO. La San Carlo licenzia 19 lavoratori.
SUZZARA - MANTOVA: 160 precari IVECO non riconfermati.
MILANO: la Gabetti ha annunciato il licenziamento di 110 addetti (500 in tutta Italia).
CERIANO LAGHETTO - COMO: mobilità per 230 dipendenti della Rhodia.
JERAGO - VARESE: 90 cassintegrati alla Meccanica Finnord.

mercoledì 12 novembre 2008

Nassiriya: il ricordo nel quinto anniversario della strage




La strage di Nassirya

Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha commemorato in aula i caduti italiani di Nassiriya nel quinto anniversario della strage. “Oggi” ha detto Fini “ricorre il quinto anniversario del barbaro attentato di Nassiriya nel quale morirono diciannove italiani impegnati ad aiutare il popolo iracheno a ritrovare la libertà e a conquistare la pace. Alla memoria di quei nostri valorosi connazionali rivolgiamo un pensiero deferente e commosso, stringendoci intorno alle famiglie dei caduti e partecipando al loro dolore”. E il ministro della Difesa Ignazio La Russa stamattina ha deposto una corona di fiori all’Altare della patria.
“In quel tragico 12 novembre del 2003″ ha sottolineato Fini “l’Italia sperimentò direttamente l’inumana ferocia che anima l’attacco terroristico alla pacifica convivenza di culture, nazioni e popoli. Quel giorno lo sgomento, lo smarrimento, la sofferenza del Paese furono enormi. Ma furono grandi anche la solidarietà, la partecipazione, la coesione tra il nostro popolo e le Istituzioni. L’Italia si raccolse unita intorno a quei 19 eroi che avevano sacrificato la loro vita per costruire un mondo più giusto e più libero”.
“Tutti noi” ha detto ancora il presidente della Camera “ricordiamo con commozione, e con noi lo ricordano gli italiani, il pellegrinaggio spontaneo di migliaia e migliaia di cittadini all’Altare della Patria in un giorno di lutto e di dolore. Venivano da ogni parte della Penisola. Sfilarono fino a notte inoltrata per testimoniare i loro sentimenti di umanità e di italianità. La mattina del 13 novembre il Vittoriano offrì uno spettacolo inaspettato e struggente: la scalinata ricoperta da un mare di fiori. Idealmente in quel momento tutta l’Italia era lì, si trovò intorno a quel monumento, unita da un senso di dolore e di legittimo orgoglio”.
“La memoria di Nassiriya” ha proseguito Fini “è una memoria che impegna il nostro Paese a fornire ancora il suo contributo all’opera di costruzione della pace e della stabilità nel mondo. In questo senso, come ha ricordato il Presidente Napolitano celebrando il 4 Novembre, dobbiamo rendere omaggio alle nostre Forze Armate per l’impegno che pongono, con spirito di sacrificio e intelligenza, al di fuori del suolo italiano, al servizio di missioni per la pace e la sicurezza internazionale. Non possono esserci né stabilità nè prosperità” ha aggiunto Fini “se i diritti umani sono calpestati e se la libertà è minacciata dal terrorismo. È con questa consapevolezza che dobbiamo oggi onorare il sacrificio di quei martiri, unendo nel ricordo tutti gli italiani che in questi anni hanno offerto la loro vita per garantire la pace”.
“Il terribile tributo di sangue pagato da chi intendeva portare la pace, ha segnato una crescita della coscienza nazionale. Il 12 novembre 2003 il Paese ha riscoperto il valore pieno del ruolo delle proprie forze armate e del rispetto loro dovuto”. Roberta Pinotti, ministro della difesa del governo ombra del Pd, ha commemorato con queste parole l’anniversario della strage di Nassiriya. “In quel giorno terribile il paese seppe rispondere in maniera matura stringendosi con forza, sobrietà e commozione attorno agli uomini che, con professionalità e spirito di sacrificio, svolgevano il proprio lavoro”.Oggi dunque “è un giorno di memoria e di dolore per le vite dei 19 italiani caduti cinque anni fa a Nassirya, vittime di un attentato terroristico. A loro, alle loro famiglie e alle Forze armate va il nostro pensiero e la nostra vicinanza”.

PANORAMA 12/11/2008

FINANZA: ANGELETTI, SPERO CHE DA G20 ESCANO NUOVE REGOLE

Roma, 11 nov. - (Adnkronos) - "Ci auguriamo che dal vertice escano nuove regole". E' questo l'auspicio che il leader della Uil, Luigi Angeletti, rivolge al prossimo G20 a Washington nel corso del suo intervento alla conferenza internazionale della Cisl. "Da piu' di vent'anni le vere decisioni del mondo sono state prese dalla finanza mentre la politica, spesso e volentieri, e' stata relegata a sostenere le decisioni prese dalla finanza. E la democrazia si manifesta con la funzione politica", spiega ribadendo l'importanza del fatto che "la politica torni a definire le regole".Uno dei temi piu' caldi del momento su cui accendere i riflettori internazionali e' il lavoro:"deve essere tutelaro perche' e' alla base della creazione di ricchezza", aggiunge ricordando come la difesa dei diritti del lavoratore "non e' solo un problema sindacale ma economico". "Se si tollera uno scambio di merci e servizi conPpaesi che utilizzano al limite della schiavitu' i propri cittadini, si distrugge la ricchezza del mondo. Per questo la tutela dei diritti dei lavoratori non e' problema accessorio", ha concluso.

Intervista ad Angeletti il Giornale 11/11

Ma le regole del gioco stanno per cambiare"
di Antonio Signorini
Luigi Angeletti, segretario della Uil, all’assemblea di Fiumicino il comitato di lotta ha proclamato il blocco dei voli. I sindacati hanno perso il controllo dei lavoratori?
"Io ho letto un dispaccio di agenzia che parlava di 300, 400 persone".
Quindi?
"Voglio dire che considerare quella di Fiumicino come l’assemblea dei lavoratori di Alitalia non mi pare corretto, visto che stiamo parlando di 23mila dipendenti. Queste cifre spiegano tutto".
Non si spiega però come sia potuto succedere che persino i leader dei sindacati autonomi abbiano provato a frenare i lavoratori, senza riuscirci...
"Il fatto che i dirigenti delle associazioni professionali si siano contrapposti al blocco è semplice buon senso. Sanno benissimo che non si possono annunciare scioperi senza rispettare le regole".
Quindi è solo un problema di non incorrere nelle sanzioni per uno sciopero fuori legge. Non vorranno dare un po’ di respiro alla nuova compagnia che sta nascendo?
"Secondo me è molto semplice. Fino a quando saremo in questa fase di passaggio dalla vecchia Alitalia alla nuova società vivremo in questa situazione di caos. Chi non vuole o chi si sente danneggiato dal passaggio alla Cai cercherà di difendersi".
Ma oramai la nascita della Cai è un dato acquisito, oppure crede ci sia ancora chi pensa di impedire il passaggio da Alitalia alla nuova compagnia?
"La differenza tra noi e le organizzazioni professionali è che loro non hanno mai effettivamente accettato, e forse nemmeno considerato, l’idea della privatizzazione. L’hanno sempre vista come una possibilità remota. Noi invece abbiamo sempre pensato che la scelta di privatizzare Alitalia sia irreversibile e che non ci sia nessuna seria alternativa. Su questa differenza di fondo si sono decisi gli obiettivi contrattuali dei sindacati durante tutta la trattativa. Sono differenze che pesano anche oggi".
Faccia un esempio...
"Un conto è pensare che una cosa si può fare, ma solo a certe condizioni, un altro è fare in modo che non accada".
Pensa che nell’atteggiamento dei piloti pesino gli interessi dei sindacati autonomi?
"Non solo. Bisogna considerare che siamo in presenza di una società che per cinquant’anni è stata pubblica. Certi dipendenti hanno vissuto gran parte della loro esperienza lavorativa in un mondo che non c’è più. L’idea che le cose possano cambiare e che possano perdere quelle che considerano delle loro prerogative sta provocando una certa resistenza. Bisogna poi tenere conto che non tutti gli attuali dipendenti saranno nella nuova compagnia. Molti già pensano di non farne parte e questo timore non può non avere conseguenze".
E c’è anche qualche dinosauro che ha nostalgia di una società dove erano rappresentati nove sindacati?
"Anche questo spiega perché certi sindacati hanno una qualche difficoltà ad accettare il cambiamento".
Come pensa saranno i rapporti tra i dipendenti e la nuova compagnia aerea?
"Quelli di un’azienda normale, come tutte le altre. Certo, un’azienda di trasporto con tutte le complessità tipiche di questo settore. Il passaggio dovrà avvenire rapidamente, ma non credo che sarà automatico".
A giudicare dalle resistenze di questi giorni nemmeno indolore...
"Bisogna che sia chiaro che la maggioranza dei lavoratori questo passaggio l’ha capito perfettamente e sa che le regole del gioco d’ora in poi saranno diverse".
Però c’è anche un problema di regole. Quelle in vigore non sembrano funzionare, visto che anche in questi giorni diversi clienti sono rimasti a terra. Cambierà anche questo con la nuova società?
"Le regole nel trasporto ci sono. Se non vengono rispettate è un problema, ma è un problema diverso. C’è sicuramente la necessità di modificare le norme. Noi lo diciamo da tempo, non c’è nessuna ragione per la quale in un conflitto tra noi e le imprese dei servizi ci debbano andare di mezzo gli utenti. Ma questo è un problema generale che prescinde dalla cronaca e dalla vicenda di Alitalia".
Non è che ci sta dicendo che anche la Cai nascerà, come la vecchia compagnia di bandiera, tra gli scioperi?
"No, questa situazione finirà quando sarà concluso il passaggio. E la certezza mi viene proprio dall’assemblea di Fiumicino".
Dice perché erano solo 300?
"Sì".
Il Giornale, 11 novembre 2008

Dalla Stampa del 11/11

Dopo incontro col ministro solo la Cgil conferma la manifestazione di venerdì
Il ministro Gelmini ha chiesto ai sindacati, incontrati oggi pomeriggio al ministero, di rinviare lo sciopero e la manifestazione proclamati per venerdì per l’università e la ricerca. La Cgil ha già risposto "no", mentre Cisl e Uil di categoria stanno valutando se le rassicurazioni date dal ministro - in particolare per quanto riguarda stabilizzazione dei precari e risorse per i rinnovi contrattuali - sono sufficienti a fare dietrofront. Questioni che continueranno a essere approfondite al ministero e che saranno riprese giovedì in una riunione alla quale parteciperà anche il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Intanto gli universitari si stanno organizzando: con pullman, treni e viaggi "fai da te": venerdì, a prescindere dalla decisione che prenderanno i sindacati, arriveranno a Roma da tutta Italia per partecipare alla manifestazione nazionale organizzata contro i tagli dei finanziamenti e le riforme ipotizzate dal ministro Gelmini. Una protesta, quella dell’Onda che è restata in piedi nonostante il decreto legge «tecnico» varato giovedì scorso dal consiglio dei ministri, e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che detta nuove norme sui concorsi, alleggerisce il blocco del turn over, stanzia più risorse per gli atenei migliori e incrementa borse di studio e posti letto per gli studenti. Un fronte di protesta che potrebbe dunque soltanto perdere un pezzo, anche se politicamente importante, se i sindacati, o parte di essi, decidessero di revocare lo sciopero e la manifestazione proclamati per venerdì 14. «Ho proposto di rinviare lo sciopero di venerdì, programmato prima che il Governo approvasse le linee guida e il decreto, e di continuare un proficuo lavoro di approfondimento dei problemi» ha dichiarato Mariastella Gelmini che ha invitato i sindacati a «non avere un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della volontà del Governo di individuare le migliori soluzioni per riportare l’Università italiana a livelli di eccellenza e combattere gli sprechi». Chiusura da parte della Cgil: «Sono del tutto insufficienti le proposte del Ministro» ha commentato il segretario generale della Flc, Mimmo Pantaleo, che ha confermato sciopero e manifestazione del 14. «Pur apprezzando alcune dichiarazioni di buona volontà del Ministro ad affrontare alcune criticità relative al problema del precariato e dei contratti - ha spiegato - complessivamente vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l’impianto del decreto Brunetta». Intanto, le iniziative di protesta degli studenti sono proseguite anche oggi. A Firenze è partita una 24 ore non stop di lezioni per protesta. Nelle università di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria (dove continuano lezioni all’aperto e assemblee) gli universitari anche oggi hanno raccolto le adesioni alla manifestazione e si sono dati da fare per racimolare i soldi necessari a pagare l’affitto degli autobus per raggiungere Roma. Altri pullman sono previsti dall’Abruzzo e una delegazione partirà dalla Sardegna dove venerdì, in contemporanea con la manifestazione romana, è in programma un corteo a Cagliari. Circa 4.000 ragazzi dovrebbero arrivare nella Capitale da Napoli con i treni e altre partenze si stanno organizzando nelle altre regioni.

Dal corriere del 12/11

I costi della politica: più 100 milioni
I Palazzi del potere hanno aumentato le spese Dalle agende alle liquidazioni, sprechi e privilegi
Nelle bellissime agende da tavolo e agendine da tasca del Senato, appositamente disegnate per il 2009 dalla fashion house Nazareno Gabrielli, tra i 365 giorni elegantemente annotati ne manca uno. Il giorno con il promemoria: «Tagli ai costi della politica». A partire, appunto, dal costo delle agendine: 260.000 euro. Mezzo miliardo di lire. Per dei taccuini personalizzati. Più di quanto costerebbero di stipendio lordo annuo dodici poliziotti da assumere e mandare nelle aree a rischio. Il doppio, il triplo o addirittura il quadruplo di quanto riesce a stanziare mediamente per ogni ricerca sulla leucemia infantile la Città della Speranza di Padova, la struttura che opera grazie a offerte private senza il becco di un quattrino pubblico e ospita la banca dati italiana dei bambini malati di tumore.
Sentiamo già la lagna: uffa, questi attacchi alle istituzioni democratiche! Imbarazza il paragone coi finanziamenti alle fondazioni senza fini di lucro? Facciamone un altro. Stando a uno studio del professor Antonio Merlo dell'Università della Pennsylvania, che ha monitorato gli stipendi dei politici americani, quelle agendine costano da sole esattamente 28.000 euro (abbondanti) più dello stipendio annuale dei governatori del Colorado, del Tennessee, dell'Arkansas e del Maine messi insieme. È vero che quei quattro sono tra i meno pagati dei pari grado, ma per guidare la California che da sola ha il settimo Pil mondia-le, lo stesso Arnold Schwarzenegger prende (e restituisce: «Sono già ricco») 162.598 euro lordi e cioè meno di un consigliere regionale abruzzese.
Sono tutti i governatori statunitensi a ricevere relativamente poco: 88.523 euro in media l'anno. Lordi. Meno della metà, stando ai dati ufficiali pubblicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, degli emolumenti lordi d'un consigliere lombardo. Oppure, se volete, un quarto di quanto guadagna al mese il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, che porta a casa 320.496 euro lordi l'anno. Vale a dire quasi 36.000 euro più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti.(...) Se è vero che non saranno le agendine o i menu da dieci euro a portare alla rovina lo Stato italiano, è altrettanto vero però che non saranno le sforbiciatine date dopo il deflagare delle polemiche a raddrizzare i bilanci d'un sistema mostruosamente costoso. Né tanto meno a salvare la cattiva coscienza del mondo politico. Certo, l'abolizione dell'insopportabile andazzo di un tempo, quando bastava denunciare la perdita o il furto di un oggetto per avere il risarcimento («Ho perso una giacca di Caraceni». «Prego onorevole, ne compri un'altra e ci porti lo scontrino»), è un'aggiustatina meritoria. Come obbligati erano la soppressione a Palazzo Madama del privilegio del barbiere gratuito e l'avvio di un nuovo tariffario (quasi) di mercato: taglio 15 euro, taglio con shampoo 18, barba 8, frizione 6... E così la cancellazione del finanziamento di 200.000 euro per i corsi di inglese che non frequentava nessuno. E tante altre cosette ancora. Un taglietto qua, una limatina là... (...) Sul resto, però, buonanotte. L'andazzo degli ultimi venti anni è stato tale che, per forza d'inerzia, i costi hanno continuato a salire. Al punto che i tre questori Romano Comincioli (Pdl), Benedetto Adragna (Pd) e Paolo Franco (Lega Nord), nell'estate 2008, hanno ammesso una resa senza condizioni scrivendo amaramente nel bilancio: «Non è stato possibile conseguire l'obiettivo di inversione dell'andamento della spesa in proposito fissato dal documento sulle linee guida».
Risultato: le spese correnti di Palazzo Madama, nel 2008, sono salite di quasi 13 milioni rispetto al 2007 per sfondare il tetto di 570 milioni e mezzo di euro. Un'enormità: un milione e 772.000 euro a senatore. Con un aumento del 2,20 per cento. Nettamente al di sopra dell'inflazione programmata dell' 1,7 per cento.
Colpa di certe spese non facilmente comprensibili per un cittadino comune: 19.080 euro in sei mesi per noleggiare piante ornamentali, 8.200 euro per «calze e collant di servizio» (in soli tre mesi), 56.000 per «camicie di servizio » (sei mesi), 16.200 euro per «fornitura vestiario di servizio per motociclisti ». Ma soprattutto dei nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti e dei 7.251.000 euro scuciti per pagare gli «assegni di solidarietà» ai senatori rimasti senza seggio. Come Clemente Mastella. Il cui «assegno di reinserimento nella vita sociale» (manco fosse un carcerato dimesso dalle patrie galere) scandalizzò anche Famiglia Cristiana che gli chiese di rinunciare a quei 307.328 euro e di darli in beneficenza. Sì, ciao: «La somma spetta per legge a tutti gli ex parlamentari». Fine.
Grazie alle vecchie regole, il «reinserimento nella vita sociale» di Armando Cossutta è costato 345.600 euro, quello di Alfredo Biondi 278.516, quello di Francesco D'Onofrio 240.100. Un pedaggio pagato, ovviamente, anche dalla Camera. Dove Angelo Sanza, per fare un esempio, ha trovato motivo di consolazione per l'addio a Montecitorio in un accredito bancario di 337.068 euro. Più una pensione mensile di 9.947 euro per dieci legislature. Pari a mezzo secolo di attività parlamentare. Teorici, si capisce: grazie alle continue elezioni anticipate, in realtà, di anni «onorevoli » ne aveva fatti quattordici di meno.
Un dono ricevuto anche da larga parte dei neo-pensionati che erano entrati in Parlamento prima della riforma del 1997 e come abbiamo visto si erano tirati dietro il privilegio di versare con modica spesa i contributi pensionistici anche degli anni saltati per l'interruzione della legislatura. Come il verde Alfonso Pecoraro Scanio, andato a riposo a 49 anni appena compiuti con gli 8.836 euro al mese che spettano a chi ha fatto 5 legislature pur essendo stato eletto solo nel 1992: 16 anni invece di 25. Oppure il democratico Rino Piscitello: 7.958 euro per quattro legislature nonostante non sia rimasto alla Camera 20 anni ma solo 14. Esattamente come il forzista Antonio Martusciello. Che però, con i suoi 46 anni, non solo ha messo a segno il record dei baby pensionati di questa tornata ma ha trovato subito una «paghetta» supplementare come presidente del consiglio di amministrazione della Mistral Air: la compagnia aerea delle Poste italiane.
C'è poi da stupirsi se, in un contesto così, le spese dei Palazzi hanno continuato a salire? Quirinale, Senato, Camera, Corte costituzionale, Cnel e Csm costavano tutti insieme nel 2001 un miliardo e 314 milioni di euro saliti in cinque anni a un miliardo e 774 milioni. Una somma mostruosa. Ma addirittura inferiore alla realtà, spiegò al primo rendiconto Tommaso Padoa-Schioppa: occorreva includere correttamente nel conto almeno altri duecento milioni di euro fino ad allora messi in carico ad altre amministrazioni dello Stato. Ed ecco che nel 2007 tutti gli organi istituzionali insieme avrebbero pesato sulle pubbliche casse per un miliardo e 945 milioni. Da aumentare nel 2008 fino a un miliardo e 998 milioni. A quel punto, ricorderete, nell'ottobre 2007 scoppiò un pandemonio: ma come, dopo tante promesse di tagli, il costo saliva di altri 53 milioni di euro, pari circa al bilancio annuale della monarchia britannica? Immediata retromarcia. Prima un ritocco al ribasso. Poi un altro. Fino a scendere a un miliardo e 955 milioni. «Solo» dieci milioncini in più rispetto al 2007. Col Quirinale che comunicava gongolante di aver tagliato, partendo dai corazzieri (lo specchietto comunemente usato per far luccicare gli occhi delle anime semplici), il 3 per mille. Certo, era pochino rispetto ai tagli del 61 per cento decisi dalla regina Elisabetta, però era già una (piccola) svolta...
Bene: non è andata così. Nell'assestamento di bilancio per il 2008 i numeri hanno continuato a salire e salire fino ad arrivare il 13 agosto a 2 miliardi e 55 milioni di euro. Cento milioni secchi più di quanto era stato annunciato in un tripudio di bandiere che sventolavano per festeggiare i «tagli». Risultato finale: l'aumento che avrebbe dovuto essere virtuosamente contenuto nello 0,5 per cento si è rivelato di almeno il 5,6: undici volte più alto.(Brano tratto da «La Casta», nuova edizione aggiornata)
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella
12 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

NEWS DAL MINISTERO PARI OPPORTUNITA'

"Lavoriamo per una nuova disciplina sulla conciliazione lavoro-famiglia"
«Stiamo lavorando per una nuova disciplina sulla conciliazione tra lavoro e famiglia», priorità della politica economica e sociale del Governo in un Paese come il nostro in cui per una donna avere un figlio «è quasi un atto di eroismo». Così, nella sua relazione alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna dedica ampio spazio al tema dell'occupazione femminile e alle difficoltà che le donne incontrano nel dire 'il doppio sì' alla professione e al lavoro di cura.
La nuova disciplina sulla conciliazione in cantiere prevede «un programma organico di semplificazione e deregolazione del lavoro che, senza abbassare il livello di tutela del lavoratore e della lavoratrice, è rivolto a liberare sia l'impresa sia il prestatore d'opera da adempimenti burocratici e formali e a facilitare l'occupazione, riducendone i costi indiretti», spiega il Ministro. Nel pacchetto, incentivi allo strumento del part-time, il potenziamento dei servizi alla persona, un numero maggiore di servizi come il numero dei posti degli asili nido nei quali l'Italia è ancora lontana dagli impegni assunti a livello internazionale: l'agenda di Lisbona prevede entro il 2020 la soglia del 33%, il nostro Paese al momento si attesa al 9,9%.
Altra priorità indicata dal Ministro è il sostegno al lavoro delle donne: il tasso di occupazione femminile in Italia è tra i più bassi in Europa. L'ingresso di un numero maggiore donne nel mercato del lavoro porterebbe «benefici straordinari» anche al Pil che salirebbe del 17%. «Bisogna superare pregiudizi e ostacoli», ha ribadito il Ministro, ricordando come siano «allo studio anche iniziative per favorire l'impiego di donne nelle piccole e medie imprese».
Resta da affrontare inoltre la questione della qualità del lavoro delle donne, relegate spesso nei ruoli meno strategici: un problema di leadership, se si considera che «l'occupazione femminile è al 46,6%, la presenza nei Consigli di Amministrazione si attesta tra i 3 e il 5%, e le donne alla Camera sono il 21% e il18% al Senato», mentre il Mezzogiorno rimane una «miniera di capitale umano inutilizzato».
Il Ministro ha infine richiamato l'attenzione sui provvedimenti del suo dicastero all'esame delle Camere, ossia i due ddl sullo stalking e la violenza sessuale, auspicando una rapida approvazione, pur nello «spirito di confronto costruttivo e migliorativo. Una volta divenuti legge, costituiranno un nuovo punto di partenza per un diverso rapporto fra i generi fondato sul rispetto».
5 novembre 2008

RINNOVO DEL C.I.A.

Con queste determinazioni RMA a prospettato nei propri incontri di comunicazione, un atteggiamento di valorizzazione delle risorse umane...



Questa invece è la realtà:
COMUNICATO

Oggi 10 novembre è proseguita la trattativa per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
La Direzione Risorse Umane di Gruppo si è espressa sui punti di piattaforma non precedentemente esaminati (forme previdenziali), dando risposte negative sull’accoglimento delle nostre richieste.
Abbiamo affrontato poi la partita orari, flessibilità e lavoro tempo parziale e anche in questo caso abbiamo riscontrato una ferma chiusura, sia in merito all’estensione della flessibilità oraria, sia per l’aumento della percentuale degli aventi diritto del lavoro a tempo parziale. Altrettanto negativa è stata la posizione aziendale sulle aspettative e sul riconoscimento della mezza giornata di ferie il venerdì.
L’unica disponibilità manifestata riguarda il frazionamento ad ore delle festività soppresse.
In tema d’orario, al di fuori della trattativa contrattuale, è stato siglato l’accordo di proroga sino al 30 settembre 2009 della “personalizzazione degli orari e gestione innovativa della genitorialità” (ex accordo Concita) con verifica tra le Parti firmatarie entro 31 maggio 2009.
Sempre in merito alla trattativa per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, abbiamo ribadito fermamente i punti della piattaforma e sollecitato l’Azienda ad una maggiore responsabilità e disponibilità sui tempi e metodi di confronto.
Infine riguardo ai tavoli separati di trattativa, senza ripercorrere la cronistoria che ha generato la situazione in essere, è per noi inaccettabile che un dipendente di Reale Mutua, partecipi con l’avallo della Direzione Risorse Umane di Gruppo alla trattativa C.I.A. di Italiana e possa rappresentare i Lavoratori e Lavoratrici di Italiana Assicurazioni nella tutela e difesa dei loro diritti.
Il prossimo incontro è fissato per il 27 novembre.

Rappresentanze Sindacali Aziendali
FISAC-CGIL / FIBA-CISL / UILCA-UIL / SNFIA

Milano 10/11/2008

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