a Peppino Impastato e Santo De Luca

venerdì 27 febbraio 2009

sabato 21 febbraio 2009

venerdì 20 febbraio 2009

QUELLO CHE UCCIDE L'ONESTA' DI TANTI ALTRI...

Piacenza: sindacalista estorceva denaro a stranieri in cambio di lavoro
Denaro per poter lavorare. Un sindacalista, il responsabile provinciale del servizio Stranieri del sindacato Uil di Piacenza, e' stato arrestato con l'accusa di aver estorto denaro agli extracomunitari in cambio del nulla osta al lavoro subordinato.

mercoledì 18 febbraio 2009

SEMPRE SE VOGLIAMO DARE RETTA ALLE VOCI DI CORRIDOIO


Casa, prezzi in discesa nel 2009

I ribassi maggiori si preannunciano in periferia.
Il 2009 sarà un buon anno per chi ha intenzione di comprar casa. Questo sembrano dire le previsioni dei maggiori operatori del settore sull’anno in corso, confermate dai primi dati riguardanti il mese di gennaio. Già il 2008 si era chiuso con una contrazione dei prezzi evidente, anche se contenuta. Più netto, però, era stato il calo dei prezzi in alcune zone popolari, come periferie o hinterland, mentre gli immobili di maggior valore (e quelli di lusso) avevano invece mantenuto stabile il loro prezzo. L’anno appena cominciato porterà cali più consistenti. I ribassi saranno compresi tra il 2 e il 6%. In particolare sarà più facile acquistare una casa in quartieri popolari o in periferia, ovvero in zone che hanno risentito maggiormente della crisi economica e bancaria. Le fasce medio-basse, infatti, fanno fatica a reperire credito, e per questo le compravendite e le trattative si sono drasticamente ridotte. Questo dovrebbe portare, in queste zone, a ribassi ben più consistenti di quanto indicato dalle previsioni sul valore medio nazionale.E i primi dati del 2009 sembrano confermare questa tendenza. Secondo quanto rilevato da Immobiliare.it, relativamente alle città italiane più grandi, già a gennaio il calo sarebbe consistente, anche se il quadro varia da città a città. La città col maggior calo dei prezzi sembra essere Roma, con un 5,3% in meno e un prezzo di 4.797 euro al metro. A seguire Venezia (-4,7%), Firenze (-4,4%) e Bari (-4,4%). In altri casi la tendenza è più contenuta, fino ad arrivare a Milano, dove i prezzi hanno perso solo l’1,7%. Non un crollo, insomma, ma una lenta discesa, che promette di proseguire per tutto il 2009.

Non tutti i settori sono in crisi: ecco chi assume

Sia in Italia che oltreoceano, la ripresa non è impossibile.
Secondo i dati diffusi dal quotidiano economico e finanziario IlSole24ORE, in Italia non tutti i settori sono in crisi: alcuni sono addirittura in crescita. Alcune imprese sono intenzionate ad assumere, tra cui Enel (3000 posti), Eni (1000 posti), Ikea (1000 posti), Mediaword (500 posti), Maire Tecnimont (250), Almaviva (60). La strategia vincente delle imprese che continuano a crescere è semplice: credere nell’innovazione, nella creatività e nella qualità in ogni loro attività. Anche l’economia americana, secondo una ricerca della società di consulenza McKinsey, vede alcuni settori in crescita: quello della sanità (progettazione, costruzione e manutenzione di apparecchiature sanitarie), il settore alimentare (Wal Mart apre nuovi punti vendita), dell’abbigliamento (la svedese H&M cerca nuovi dipendenti), e dell’educazione. Anche le imprese della Silicon Valley, come la Hp, mostrano l’intenzione di voler continuare nel loro piano di investimenti.Lo scenario di sviluppo di alcuni settori e di certe imprese permette quindi di credere in una ripresa che permetterà di creare nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro.

martedì 17 febbraio 2009

SCHEDA DI VALUTAZIONE


COMUNICATO RAPPRESENTANZE SINDACALI RMA

COMUNICATO

In data odierna le RSA hanno chiesto al Responsabile del Personale di illustrare la posizione del Gruppo Reale Mutua in merito all’impatto di una recente normativa, che imporrebbe alle Società del Credito e delle Assicurazioni il pagamento dell’IVA nelle operazioni infragruppo, con la sola eccezione delle Società di tipo consortile.

Per quanto riguarda il nostro Gruppo si profilerebbe un aggravio di costi definito “importante” e stimato sui 12 milioni di €. La Reale sta valutando se costituire o meno una Società di questo tipo, che raggruppi le attività di Liquidazione Sinistri, Informatica e Amministrazione (per un totale di circa 1000 persone), come già sta avvenendo in alcuni altri importanti Gruppi del settore.

Le RSA hanno sottolineato che, come già in passato per operazioni societarie, anche molto delicate (ISE/CED; Reale Immobili, Riorganizzazione Sinistri, ecc), ci sia la necessità di operare nell’ottica di un accordo che tuteli le condizioni di lavoro, le Sedi di lavoro, i contratti e gli accordi in essere.

L’Azienda che, al momento, non ha ancora preso alcuna decisione in merito si è impegnata, qualora decidesse di costituire una società consortile, di coinvolgere le RSA a raggiungere un accordo che tuteli tutti i colleghi eventualmente coinvolti.

Torino, 13/2/2009 LE RAPPRESENTANZE SINDACALI AZIENDALI
(Società Reale Mutua di Assicurazioni)
FISAC/CGIL-FIBA/CISL-UILCA-FNA-SNFIA

I PUNTI FONDAMENTALI DELLA NOSTRA PIATTAFORMA

  • Maggior attenzione ai bisogni personali dei dipendenti (ex concita, orario,flessibilità,par time,permessi);
  • La rotazione delle mansioni, da tempo ignorata;
  • Miglioramento Mutui e condizioni degli affitti;
  • Miglioramento polizze vita,malattia e infortuni;
  • Miglioramento salariale.

Vuoi vedere che con l'apertura del nuovo sito, la compagnia ha capito le nostre richieste:

VIVERE SANI E IN FORMA, SORRIDENDO E RIFLETTENDO CON LA CONSAPEVOLEZZA DI POTER UN GIORNO VIVERE DI RENDITA...

GRAZIE!GRAZIE!GRAZIE...

Con la speranza che non sia l'ennesima fregatura...

GLI ILLUMINANTI CONSIGLI DEL NUOVO SITO INTERNET DI ITALIANA...















REAL SEGUROS NUOVO SITO,NUOVA FACCIA...


lunedì 16 febbraio 2009

C'ERANO UNA VOLTA I SOLDATI... ORA SI VEDONO SOLO MERCENARI

La parola soldato deriva da una parola del francese antico, essa stessa una derivazione di Solidarius, latino per indicare qualcuno che ha operato per denaro. Solidare in Latino significa "pagare" ed i soldati romani erano pagati in Solidi. L'origine comune per le parole soldato e pagamento rimane non solo in francese (soldat e solde) ma anche in altre lingue, come tedesco (soldat e sold), spagnolo (soldado e soldada) e olandese (soldaat e soldij).
Un soldato è una persona che si è arruolata, o è stata reclutata ed ha subito l'addestramento e ricevuto le attrezzature per difendere il proprio paese o i relativi interessi.Gli eserciti sono organizzazioni rigorosamente gerarchiche e al loro interno i gruppi dei soldati sono divisi solitamente in unità militari di un certo genere.Poi nell'animo di chi è soldato, c'è sempre l'orgoglio della patria e del ruolo che ricopre sia in tempo di guerra che in quello di pace.
Un mercenario è un militare (uomo o donna) che a scopo di lucro compie azioni militari per conto di un privato, una società o di uno stato, secondo un contratto prestabilito ed accettato consensualmente. La particolarità del mercenario è che un libero contratto stabilisce i suoi doveri verso il committente, senza sorte di appartenenza.

SEMPRE A PROPOSITO DELLE SOLITE VOCI...

Un regalo forse utile...

In Italia è impossibile cambiare vita

Il riscatto dei più poveri è un miraggio. Tra le cause una scuola poco efficiente
L’Italia è un paese dove i poveri restano poveri e i ricchi restano ricchi. Quella che tecnicamente si chiama «mobilità sociale» è più bassa che altrove. Risultava già da parecchie analisi; ma l’ultima, dovuta a un economista della Banca d’Italia, Andrea Neri, fa sospettare che questo difetto stia peggiorando. Nel confronto tra due decenni parzialmente sovrapposti, 1989-1998 e 1995-2004, «emerge una diminuzione nel livello di mobilità osservata». Dividendo le famiglie italiane in quattro classi di reddito, nel periodo 1995-2004 solo il 13% sono riuscite a passare alla classe superiore; l’11% sono precipitate indietro. Durante l’ultima fase per la quale esistono dati precisi, dal 2000 al 2004, l’87% delle famiglie che erano nella prima classe, la più povera, vi sono rimaste; e addirittura il 98% di chi era nella seconda non si è mosso. Lo scarso rimescolamento è avvenuto quasi tutto tra le due classi più alte. Lungo tutto il decennio 1995-2004, tre quarti dei più poveri (prima classe) sono rimasti poveri, e tre quarti esatti dei più ricchi (quarta classe) sono rimasti ricchi. Quello di Andrea Neri è uno studio che non impegna la responsabilità dell’intera Banca d’Italia; ma, dettagli a parte, la scarsa mobilità sociale - effetto e causa insieme di un cattivo funzionamento dell’economia - compare spesso nelle analisi dei dirigenti della Banca. Uno degli strumenti principali per farsi avanti in una società moderna è lo studio. E’ normale che i laureati guadagnino più dei diplomati e questi più di chi ha solo fatto la scuola inferiore. Una stranezza del nostro paese, ha notato di recente il vicedirettore generale della Banca d’Italia Ignazio Visco, è che la sua struttura produttiva «assorbe laureati con fatica e li remunera peggio che in altri paesi». C’è poco incentivo a studiare; inoltre la cattiva qualità media degli studi forse spinge le imprese, quando assumono, a guardare più alla famiglia di origine che ai voti. La speranza di salire nella scala sociale è un grande motore per l’economia. Un paese dove contano solo la famiglia, le raccomandazioni, o la politica, cresce meno. Il mito americano, per l’appunto, fa sognare a tutti il passaggio from rags to riches, dagli stracci alla ricchezza. In realtà recenti studi farebbero pensare che la società americana sia sì inclusiva (tale da permettere a un immigrato di diventare capo azienda, o a un cittadino dalla pelle scura di diventare presidente) ma non tanto mobile dalla povertà al benessere. Contrariamente al mito, risulta che negli Usa un figlio di poveri ha solo l’1% delle probabilità di andarsi a collocare tra il 5% più ricco della popolazione; un figlio di ricchi il 22%. Studi recenti sostengono che la più alta mobilità sociale non si ha affatto negli Stati Uniti, ma nei paesi dell’Europa del Nord e nel Canada, dove lo Stato sociale funziona, con un minimo di prestazioni gratuite per tutti e una congrua indennità di disoccupazione. Confronti precisi sono difficili, certe volte i risultati sono diversi, ma l’Italia in queste classifiche si piazza sempre male. Secondo uno studio recentissimo dell’Ilo, l’Ufficio internazionale del lavoro (branca dell’Onu) durante gli ultimi 15 anni le disuguaglianze tra ricchi e poveri nel nostro paese sono cresciute più che negli altri principali paesi d’Europa, Gran Bretagna esclusa. Più che altrove da noi ristagna il potere d’acquisto dei salari, fermo dal 1988 e il 2006.

L'OPINIONE DI NOI SINDACALISTI-LE SOLITE VOCI DI CORRIDOIO.

In questi giorni, vi sono voci di corridoio, che hanno per argomento trasferimenti di luogo di lavoro e costituzione di nuove società di gruppo. Molti Colleghi vivono molto male la situazione, ed hanno la nostra più completa solidarietà, ma da diversi anni la società non ha "direttive" in quanto oramai tutto viene gestito dalla città della mole con la stessa lentezza dello scorrere del Po. La mancanza di informazione è una strategia della gestione di questo gruppo imprenditoriale, tutti i giorni lo possiamo constatare di persona nella sede di Via Traiano. Noi ci impegniamo, come da sempre usiamo fare, a dare tutte le informazioni che dovremmo ricevere su tutte le situazioni che implicano le sorti di Voi Colleghi.

venerdì 13 febbraio 2009

UN BUON SAN VALENTINO PER DOMANI

Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perchè è la mia vita.
JIM MORRISON

mercoledì 11 febbraio 2009

SCHEDA DI VALUTAZIONE


SCHEDA DI VALUTAZIONE...


Allarme della Uil: a rischio 28mila posti nella scuola

La percentuale di precari che rischia di non essere richiamato è pari al 15% del totale
ROMA - Mentre si pensa all'e-book contro il caro libri didattici, 28mila posti di lavoro potrebbero essere a rischio nella scuola. A lanciare l'allarme è la Uil scuola che chiede misure a tutela del reddito. Negli ultimi due anni - secondo uno studio del sindacato sull'andamento del personale precario nella scuola negli ultimi cinque anni - ventimila docenti hanno perso il posto di lavoro e quest'anno, mettendo insieme gli effetti dei decreti e i pensionamenti, gli insegnanti precari che non saranno confermati nella nomina potrebbero essere di altri ventimila. Nel 2007 8.692 insegnanti non sono stati confermati nelle nomine, nel 2008 sono stati 11.628. Per il prossimo anno scolastico la riduzione di organico prevista dalla legge 133/08 è di circa 43.000 docenti.
LE PREVISIONI - In base alle proiezioni dello studio Uil, se si ipotizzano, sulla base delle serie storiche, circa 23.000 pensionamenti, il numero di chi non conseguirà alcuna nomina potrà arrivare a 20.000 persone (con forti variazioni nelle diverse regioni dovute alla presenza o meno di precari). Nella scuola - si legge nella ricerca Uil Scuola - la percentuale di precari che rischia di perdere il posto di lavoro è pari al 15% del totale. Di fatto, in poco meno di tre anni, si sono ridotti gli effetti delle ultime immissioni in ruolo del 2006 e oggi lavorano nella scuola oltre 130 mila insegnanti precari. Di questi un quinto lavora con un contratto a tempo determinato annuale (per l'intero anno scolastico) mentre la stragrande maggioranza (quasi 110 mila) lavora con un contratto fino al termine delle lezioni (da settembre a giugno). Per quanto riguarda il personale Ata la percentuale di precariato è molto alta, pertanto tutti i tagli diventano inevitabilmente persone in meno che lavorano. In base alla legge 133/08 si prevede, infatti, per l'anno prossimo, un taglio di 15.000 posti in organico: ipotizzando, sulla serie storica, 7.000 pensionamenti, ci saranno almeno 8.000 persone che non troveranno più un posto di lavoro.
10 febbraio 2009 Corriere della Sera

E' ARRIVATO ANCHE IL BONUS VACANZE

Presentazione
Buoni vacanza per il turismo balneare, montano e termale destinati ai nuclei familiari che si trovano in particolari condizioni socio-economiche. I Buoni possono essere utilizzati dal 6 gennaio fino alla prima settimana di luglio e dalla prima settimana di settembre fino al 20 dicembre.
E' quanto prevede il decreto del presidente del Consiglio, firmato dal sottosegretario al turismo Brambilla e pubblicato il 6 febbraio sorso sulla Gazzetta ufficiale. Il provvedimento stabilisce, in particolare, le modalità di erogazione dei Buoni.
Per la gestione dell'acquisto e della distribuzione dei buoni vacanza, il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, può stipulare convenzioni, senza di corrispettivo ma con il riconoscimento delle sole spese documentate.
Spetta al gestore, individuato tramite convenzione, la verifica e la sussistenza dei requisiti per chi ha fatto richiesta del buono-vacanza. Il gestore predispone l'elenco dei soggetti che hanno diritto all'agevolazione, e assicura il raccordo con la rete di strutture turistiche convenzionate.
Il contributo statale è erogato fino ad esaurimento dei fondi disponibili, sulla base del criterio di priorità cronologica.
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER LO SVILUPPO E LA COMPETITIVITA' DEL TURISMO DECRETO 21 ottobre 2008
Modalita' di erogazione dei «Buoni vacanza».
IL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
CON DELEGA AL TURISMO
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400 recante la disciplina dell'attivita' di Governo e dell'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 recante la riforma dell'organizzazione del Governo;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303 concernente l'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Visto l'art. 1, comma 19-bis del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, cosi' come modificato dall'art. 2, comma 98, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24
novembre 2006, n. 286, che ha attribuito al Presidente del Consiglio dei Ministri le funzioni di competenza statale in materia di turismo e che, per l'esercizio di tali funzioni, ha istituito presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo; Visto, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 2 luglio 2008 con il quale al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, on.le Michela Vittoria Brambilla sono state delegate le funzioni spettanti al Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di turismo;Visto l'art. 10 della legge 29 marzo 2001, n. 135, recante «Riforma della legislazione nazionale del turismo», che prevede apposite risorse dirette a realizzare agevolazioni per favorire il turismo delle famiglie e dei singoli definiti sulla base di determinati criteri reddituali; Visto l'art. 2, comma 193, lettera b) della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che prevedendo l'adozione di un apposito decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei Minitri, d'intesa
con la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, le regioni e le province autonome di Trento Bolzano, ai fini della definizione delle modalita' di impiego delle risorse di cui all'art. 10 della citata legge n. 135/2001, destina l'erogazione di tali risorse per interventi, di solidarieta' in favore delle fasce piu' deboli e per l'attuazione delle strategie per la destagionalizzazione dei flussi
turistici nei settori del turismo balneare, montano e termale; Ritenuto di dover procedere alla definizione delle modalita' di erogazione dei buoni vacanza utilizzando allo scopo appositi criteri
di valutazione della situazione economica dei soggetti richiedenti; Considerato che il Comitato delle politiche turistiche, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 luglio 2006, nelle sedute del 30 maggio e del 17 ottobre 2007, ha evidenziato la necessita' di collegare l'erogazione delle risorse di cui alla legge n. 135/2001 ad una politica di destagionalizzazione dei flussi turistici nazionali; Acquisita l'intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra
lo Stato le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano espressa nella riunione del 28 febbraio 2008;
Decreta:
Art. 1.
1. Il presente decreto definisce le modalita' di impiego delle risorse di cui all'art. 10 della legge 29 marzo 2001, n. 135, come previsto dall'art. 2, comma 193, lettera b) della legge 24 dicembre
2007, n. 244, per l'erogazione di «buoni-vacanza» da destinare a interventi di solidarieta' in favore delle fasce, sociali piu' deboli e per favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici nei
settori del turismo balneare, montano e termale.
Art. 2.
1. Per la gestione dell'acquisto e della distribuzione dei buoni vacanza assistiti da contributo statale ai soggetti avente diritto, il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel rispetto, dei principi di economicita', trasparenza ed efficacia, puo' stipulare convenzioni, senza previsione di corrispettivo ma con il riconoscimento delle sole spese documentate di cui al successivo art. 6, con l'ANCI e con le Associazioni non-profit - denominati di seguito «soggetti gestori» - che possiedano comprovata esperienza nella gestione a livello nazionale di un Sistema di Buoni Vacanze cosi' come previsto dall'art. 10, comma 3 della legge n. 135/2001 e dall'art. 2, comma 193, lettera b) della legge n. 244/2007.
Art. 3.
1. Il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo, con apposito atto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, comunica le modalita' di presentazione delle domande di ammissione ai contributi di cui all'art. 1 del presente provvedimento.
2. Il soggetto gestore, sulla base delle previsioni convenzionali, verifica la sussistenza in capo agli interessati che abbiano fatto, apposita domanda dei requisiti necessari per l'accesso al contributo
statale. Il soggetto gestore predispone l'elenco dei soggetti che hanno conseguito l'agevolazione, assicurando l'occorrente raccordo con la rete di strutture turistiche convenzionate.
3. Il soggetto gestore, secondo le modalita' previste in convenzione, fornisce al Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri un rendiconto delle attivita' svolte con cadenza trimestrale.
Art. 4.
1. Per aventi diritto si intendono i nuclei familiari che si trovino nelle condizioni socio-economiche indicate nella tabella di cui al presente articolo. Il contributo statale, previsto dal precedente art. 1, e' erogato nelle misure di cui alla medesima tabella fino ad esaurimento, dei fondi disponibili, sulla base del criterio di priorita' cronologica.
Art. 5.
1. I buoni vacanza acquisiti con le modalita' e con contributo statale di cui al presente provvedimento non possono essere utilizzati a decorrere dalla prima settimana di luglio e sino
all'ultima settimana di agosto e nell'ultimo periodo dal 20 dicembre al 6 gennaio dell'anno successivo. I predetti buoni vacanza sono destinati ai settori del turismo balneare, montano e termale.
2. Il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo indica, entro il 30 novembre di ogni anno, parametri relativi all'utilizzo dei buoni vacanza-assistiti dal contributo statale
nell'anno successivo.
Art. 6.
1. Il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo, nell'ambito della convenzione, riconosce ai soggetti gestori esclusivamente il rimborso delle spese postali derivanti dalla
trasmissione dei Buoni Vacanze agli aventi diritto.
Art. 7.
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente decreto si provvede mediante utilizzo delle risorse di cui al Centro di Responsabilita' n. 17 del bilancio della Presidenza del Consiglio dei
Ministri (Sviluppo e competitivita' del turismo).
Il presente decreto sara' trasmesso ai competenti organi di controllo per la registrazione.
Roma, 21 ottobre 2008
Il Sottosegretario: Brambilla Registrato alla Corte dei conti il 10 dicembre 2008
Ministeri istituzionali - Presidenza del Consiglio dei Ministri, registro n. 12, foglio n. 203.
Chi può usufruire del bonus

martedì 10 febbraio 2009

PER TE ELUANA


FINALMENTE PISTA LIBERA PER IL NOSTRO NORD-EST

“Effetto Passante”, primo giorno okTraffico sulla Tangenziale calato del 40%
Brentan (amministratore autostrada Padova-Venezia): «Entro giovedì ci attendiamo un calo del 50»

VENEZIA (9 febbraio) - Tutto liscio per il Passante di Mestre nel primo giorno lavorativo di funzionamento della nuova arteria che decongestione il traffico a Nordest. Il primo effetto positivo s'è visto sulla tangenziale di Mestre, dove è stata stimata rispetto agli 80 mila passaggi di media di una giornata di lunedì una diminuzione di circa il 40%. «Ma a consuntivo dei primi tre giorni - ha detto l'amministratore delegato della A4 Padova-Venezia, Lino Brentan - ci attendiamo un calo del 50%. Sui 32 km d'asfalto che bypassano il nodo di Mestre, da Dolo a Quarto D'Altino, si sono incanalati gran parte delle auto e dei camion in viaggio sulla direttrice Padova-Trieste e viceversa. «Giudicare dopo un giorno solo, e di lunedì, è difficile - afferma il commissario straordinario al Passante, Silvano Vernizzi - ma l'effetto Passante c'è e si si sente. La tangenziale di Mestre è quasi vuota. Da parte nostra c'è totale soddisfazione». Vernizzi ha verificato su strada, percorrendo nelle due direzioni il Passante e la tangenziale, gli effetti della rivoluzione viaria. «Per avere i numeri dei passaggi dei veicoli - ha spiegato - serviranno alcuni giorni. Ma si notavano chiaramente molti mezzi pesanti in viaggio spedito sul Passante».

IL RICORDO AI FRATELLI GIULIANO-DALMATI

Foibe e Risiera, la strana ”simmetria” per pacificare la memoria sugli ex confini
Per arrivare a una pacificazione non è sufficiente onorare soltanto i morti delle Foibe e della Risiera
A due settimane dal Giorno della Memoria, il 10 febbraio - oggi - ritorna il Giorno del Ricordo dedicato agli esuli d’Istria e Dalmazia e ai morti nelle foibe. Torna con la sua carica di emozioni forti e il suo seguito di dispetti diplomatici fra Italia, Slovenia e Croazia. Ogni volta la stessa storia. Quasi un tormentone a orologeria. Come noto, per metterci una pietra sopra, Roma chiede a Lubiana e Zagabria di concordare un atto simbolico di omaggio ai due luoghi contrapposti della barbarie: le foibe appunto, e la Risiera di Trieste, unico forno crematorio nazista in terra italiana. Un doppio atto catartico, si afferma. Una contrizione equanime e simmetrica, come i due piatti di una bilancia.Ma è qui il punto. So bene che molti non saranno d’accordo, ma a mio avviso quella tra le foibe e il Lager triestino è una falsa simmetria. Mi spiego. Noi chiediamo ai nostri vicini di riconoscere una colpa loro, e in cambio offriamo di dolerci di una colpa niente affatto nostra. La Risiera è un simbolo pesante. Ma ha un difetto: venne gestita da tedeschi, e Trieste era territorio del Reich.È difficile che funzioni. È come saldare un debito con moneta altrui. Perché non si cerca altro? Strano che l’Italia antifascista non ci pensi. Di luoghi alternativi ce n’è d’avanzo. Per esempio l’i nfame e italianissimo campo di concentramento di Gonars in Friuli, dove civili sloveni e croati furono fatti morire di fame; o il villaggio di Podhum sopra Fiume, una Marzabotto firmata Italia del ‘ 42, con cento civili fucilati, incendio e deportazione dei sopravvissuti.Sarebbe facile, ma temo che se le nostre controparti ci dicessero davvero “offriteci un pentimento un po’ più italiano”, saremmo colti da amnesia collettiva. Da troppi anni il Paese evita il nodo del pentimento; si genuflette ad Auschwitz ma sorvola sui delitti del Ventennio. Squalifica i liberatori, li trasforma in occupatori, minimizza quel regime che pure Fini ha dichiarato “male assoluto”, e anziché chiedere scusa si limita a costruire un’agiografia di “ fascisti buoni” salvatori di ebrei, o dedica strade a propagandisti del Ventennio.
Ma questo crea un rischio concreto: che il 10 febbraio vada in collisione col 27 gennaio, o addirittura lo neghi. L’equivalenza criminale tra foibe e lager triestino sembra fatta per tirarsi dietro un’equivalenza politica: nazifascismo=comunismo, mali assoluti entrambi. Ma come possiamo sostenerlo senza negare proprio l’evento fondativo del Giorno della Memoria, e cioè che il 27 gennaio a entrare ad Auschwitz fu l’Armata Rossa?Non basta. Il 10 febbraio lascia intendere che pure noi italiani abbiamo avuto la nostra Shoah. Le nostre vittime, si dice, furono “ martiri”. Ma il termine indica l’accettazione della morte in nome di un’idea, cosa che non fu, tanto è vero che non viene applicato nemmeno ai morti di Auschwitz. Difendere questa parola non rischia di sminuire l’orrore incommensurabile dell’Olocausto?Da noi tutto è soggetto a lifting, dalla faccia dei primi ministri alle leggi finanziarie: figurarsi il Ventennio. In questa cosmesi Trieste ha una funzione-chiave. Qui i liberatori dell’Est e dell’O vest andarono a scontrarsi e la ferocia vendicativa dei primi si scatenò come sappiamo. Ciò ne fa una piazza irrinunciabile per la Destra. Il posto ideale per equiparare i partigiani ai briganti e riciclare i fascisti come difensori della frontiera minacciata dal comunismo.Ma se questo è il fine, allora il 10 febbraio e il 27 gennaio rischiano entrambi di svuotarsi di senso e ridursi a un’a utoassoluzione. In fondo la colpa dei forni crematori è tedesca, quella delle foibe slava, e dunque possiamo sempre concludere: innocenti noi, barbari loro. Deponiamo corone d’alloro e torniamo a casa contenti di essere stati, ancora una volta, italiani “brava gente”.Pensiamoci un attimo. Siamo l’unica nazione europea che ha ben due giorni dedicati alla Memoria. E siamo anche gli unici a servircene non tanto per chiedere scusa quanto per esigere scuse da altri. Ma allora a che serve questo nostro 10 febbraio? A celebrare morti e confortare profughi, come è doveroso, oppure ad assolvere gli stessi squadristi che plaudirono alle leggi razziali?
L’Italia ignora che quelle leggi furono proclamate settant’anni fa proprio a Trieste ed ebbero un tragico preludio nella repressione contro sloveni e croati fin dal 1920, con diciotto (!) anni di anticipo sulla Notte dei Cristalli. E pochi sanno che i “nostri” ebrei furono portati a morire sulla base di liste tutte italiane, accuratamente redatte nel ’39 dall’ufficio “anagrafe e razza”. Perché non lo si dice chiaro?Perché quel giorno infausto, di cui è appena trascorso il settantesimo anniversario, è stato ricordato in tono minore? Perché non s’è detto chiaro che quel tragico annuncio in piazza Unità ebbe in risposta non un silenzio attonito ma sette – ripeto, sette - ovazioni? C’è chi dice che le leggi razziste dipesero dall’i nfluenza tedesca, ma Mussolini fu esemplarmente chiaro: “Coloro i quali credono che noi abbiamo obbedito a imitazioni – disse - sono poveri deficienti cui non sappiamo se dirigere disprezzo o pietà”. Oggi in Italia si bruciano barboni, le ronde vanno a caccia di “ musi neri”, nelle banlieues è scattata l’emergenza etnica, la presidenza del consiglio invece di unire il Paese lo spacca drammaticamente. Lo stesso Fini e parte della Destra sono preoccupati. Ma non è proprio questo che li dovrebbe obbligare a tener desta la memoria per evitare derive balcaniche al Paese? I Balcani non sono forse una tragedia etnica costruita sul cattivo uso della memoria?Invece l’antislavismo resta un pregiudizio vivo a Nordest, e Trieste continua a essere un tappo formidabile sulla Ostpolitik italiana. Il Muro è caduto vent’anni fa, il confine con la Slovenia è caduto, ma la “svendita dell’italianità” è ancora il termine insultante con il quale certa nostra imprenditoria, per invocare protezionismi, bolla in nome della patria ogni tentativo di accordo di frontiera, lasciando così in apnea il porto di Trieste.Non si capisce una cosa ovvia. La potenza tedesca si basa su un pilastro: l’aver chiesto scusa. È questo che ha dato credibilità all’espansione economica di Berlino a Oriente. Noi – che con tutta evidenza ci siamo macchiati di colpe minori - non l’abbiamo fatto, con la conseguenza che l’allargamento dell’Unione europea a Est va a due velocità. A Nord arriva alle porte di Pietroburgo; a Sud non arriva a Punta Salvore.Lo chiamano ricordo, ma quante rimozioni! Non si dice che nel ’19, dopo i bei Ragazzi del Novantanove, sulla frontiera arrivarono uomini neri a portare arroganza, sopraffazione e morte. Si omette che decine di migliaia di austriaci se ne andarono da Trieste a guerra finita perché l’Italia aveva chiuso le loro scuole, dopo che Vienna aveva lasciato fiorire la lingua italiana.Si dice che Trieste fu “redenta”, ma non aveva nulla da cui redimersi. Il porto funzionava, Vienna investiva cifre enormi nello sviluppo, la rete ferroviaria era al top. Il fascismo invece castigò l’Adriatico: la flotta passò al Tirreno e Genova con Napoli saldarano il conto della sconfitta navale di Lissa, inflitta 50 anni prima dagli istro-dalmati sotto il vessillo dell’aquila bicipite.Perché oggi si dedicano discorsi persino ai papalini uccisi a Porta Pia, ma non agli istriani, dalmati, goriziani e triestini che morirono sul fronte russo per obbedire al loro imperatore? Per essi nemmeno un fiore sui Carpazi. Vanno dimenticati solo perché disturbano l’immagine di Trieste italianissima? Quanta storia inghiottita da un buco nero.Giampaolo Pansa fa le pulci alla Resistenza. Benissimo. La storia va sviscerata senza paura. Il problema è che pochi fanno le pulci al fascismo. Chi parla delle repressioni nella Trieste operaia, degli assalti agli sloveni e della loro lingua negata? Chi dei cognomi italianizzati in massa, o dei lager del Duce dove tanti bambini stranieri morirono di stenti tra il ’41 e il ’43? Silenzio indecente su tutto, anche sui 300 criminali di guerra mai passati in giudicato, o sugli squadristi riabilitati nel dopoguerra.È dal ’45 che la Destra persegue coerentemente questa rilettura. Ora ha in gran parte raggiunto il suo obiettivo. A furia di insistere ha ottenuto di fissare il Giorno del Ricordo al 10 febbraio, data del “tradimento” (il trattato di pace che ha ceduto terre a Tito) che mi pare scelta apposta per fomentare revanscismi. Nulla è più pertinace della memoria dei Vinti.Il risultato è che oggi l’Italia accetta di celebrare le foibe evocando solo la barbarie slava e ignorando quella italiana. Onestà vorrebbe che nel gioco delle scuse incrociate si sostituisse la falsa simmetria con una simmetria autentica. Solo così il dopoguerra, a mio avviso, potrà dirsi finito sulla frontiera. Senza onestà la memoria resta zoppa, e il giorno del Ricordo potrà creare tensioni ancora a lungo. A meno che non sia proprio questo che si vuole.

QUANTO RISULTA VERO...


giovedì 5 febbraio 2009

ALTRO GIRO ALTRO REGALO...

Vediamo con piacere, che l'azienda è viva e in fermento, grazie a nuove assunzioni:
Con una più attenta osservazione però, stiamo constatando che sono sempre e comunque fatte negli stessi settori aziendali, mentre in altri gli incrementi del personale sono dello 0%, eclatante il caso dei Centri Liquidazione Danni Sinistri dove tutte le nuove assunzioni a fronte di uscite per quiescenza sono rimpiazzate tutte come Reale Mutua, togliendo così a lungo andare una parte importante della compagnia.
Inoltre vogliamo sottolineare la totale mancanza dell'applicazione della rotazione delle mansioni, ma ancor più preoccupante, la chiusura totale nell'accogliere le richieste di spostamenti dietro le quali ci sono situazioni familiari o di carattere psico-fisico che spingono il collega a farne richiesta.
Siamo consapevoli che non sempre tutto è possibile ,ma certe situazioni devono avere il massimo dell'attenzione per trovare una soluzione che possa far tornare il lavoratore a compiere serenamente il proprio lavoro e con il raggiungimento di un valore aggiunto per la società.

mercoledì 4 febbraio 2009

RIFORMA CONTRATTUALE

Vi inviamo La Riforma contrattuale, a risposta anche del comunicato FNA, noi UILCA sempre forti del penserio:
http://www.uil.it/riforma.pdf
FATTI E NON PAROLE
CON RESPONSABILITÀ', ANDIAMO AVANTI COLLEGHI.
DAL CORRIERE DELLA SERA
ROMA - "Se il testo non sarà modificato, non c'è l'accordo della Cgil". E così è stato. Cisl, Uil e Ugl, oltre che Confindustria e tutte le associazioni imprenditoriali, ma non la Cgil, hanno firmato con il governo l'accordo-quadro per la riforma del modello contrattuale, valido sia per il settore privato che per quello pubblico, al termine di una riunione a Palazzo Chigi. Manca la firma dell'Abi e delle assicurazioni che, pur condividendo il testo, si sono riservate di sottoscriverlo nei prossimi giorni.
L'accordo prevede due novità: i contratti avranno durata triennale tanto per la parte economica che normativa; scompare l'inflazione programmata che verrà sostituita dall'Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo per l'Italia), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. L'elaborazione della previsione sarà affidata ad un soggetto terzo. "Ci è stato presentato un testo integrato dalla parte del pubblico impiego - ha detto il leader della Cgil - conosciuto solo questa sera. Un testo immodificabile, un prendere o lasciare che non abbiamo voluto firmare". "Il livello nazionale non recupererà mai l'inflazione reale", ha detto ancora Epifani, aggiungendo che "non vi è davvero un allargamento del secondo livello contrattuale" e che "la derogabilità diventa un principio generale, la bilateralità si allarga a compiti impropri e crea una casta". "Un governo che non riesce a dare risposte sugli ammortizzatori sociali - ha continuato il leader della Cgil - che non dà sostegno ai consumi, che non ha uno straccio di politica industriale. Un governo che non redistribuisce le risorse fiscali a favore dei pensionati e dei lavoratori a reddito fisso e non capisce che la 'social card' poteva essere fatta in una maniera non umiliante, è un governo che ha forzato in direzione di un accordo che sapeva non poteva avere il consenso della Cgil".Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, l'accordo "ha una portata storica, non solo perché sostituisce le intese sottoscritte il 23 luglio 1993, dopo lunga e defatigante negoziazione, ma perché sostituisce per la prima volta il tradizionale approccio conflittuale nel sistema di relazioni industriali con quello cooperativo". Secondo il ministro l'accordo "promuove lo spostamento del cuore della contrattazione dal livello nazionale alla dimensione aziendale e territoriale ove, anche grazie alla detassazione del salario di produttività, le parti sono naturalmente portate a condividere obiettivi e risultati. Spiace constatare - conclude Sacconi - che la Cgil non è, allo stato del suo dibattito interno, in grado di convergere con le altre organizzazioni sindacali su comuni obiettivi di modernizzazione". L'accordo avrà un carattere sperimentale per la durata di quattro anni. E' quanto si legge nel testo del documento. Il governo e le parti sociali "convengono di realizzare, con carattere sperimentale e per la durata di quattro anni, un accordo sulle regole e le procedure della negoziazione e della gestione della contrattazione collettiva, in sostituzione del regime vigente". E ancora, "le parti confermano che obiettivo dell'intesa è il rilancio della crescita economica, lo sviluppo occupazionale e l'aumento della produttività, anche attraverso il rafforzamento dell'indicazione condivisa da governo, imprese e sindacati per una politica di riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, nell'ambito degli obiettivi e dei vincoli di finanza pubblica".

martedì 3 febbraio 2009

SCHEDA DI VALUTAZIONE...


SCHEDA DI VALUTAZIONE...



BIBLIOTECA SINDACALE UILCA
LORIS FORTUNA IL LAICO DELLE GRANDI RIFORME.

Loris Fortuna (Breno, 29 agosto 1924Roma, 5 dicembre 1985) è stato un politico italiano.
Partigiano antifascista, inizialmente aderì al Partito Comunista Italiano per poi uscirne nel 1956, all'indomani dei fatti d'Ungheria. Si iscrisse così nel Partito Socialista Italiano, con cui fu eletto deputato per la prima volta nel 1963. Due anni dopo fu il primo firmatario di una proposta di legge intenta a legalizzare il divorzio, ma su suggerimento di Pietro Nenni decise inizialmente di non sottoporre la sua proposta all'esame in parlamento.
Sempre rieletto alla Camera dei Deputati, nel 1970 egli ruppe gli indugi e propose la possibilità di divorziare per gli italiani insieme al collega liberale Antonio Baslini. Nonostante l'opposizione della Democrazia Cristiana, Fortuna incassò l'appoggio del PCI, del Partito Radicale e della sinistra: il 1º dicembre dello stesso anno la sua proposta di legge fu approvata con 325 sì (e 283 no) alla Camera e 164 sì (e 150 no) al Senato della Repubblica. Sempre nel corso della Quinta legislatura (1968-1972) si occupò della revisione del diritto di famiglia e chiese l'abolizione degli annullamenti automatici dei matrimoni ad opera della Sacra Rota.
Successivamente la DC tentò con la via del referendum di abrogare la legge 898, o legge Fortuna, sul divorzio, ma nella consultazione popolare dell'11 maggio 1974 il 59,3% dei votanti, pari al 52% degli aventi diritto (affluenza alle urne pari al 87.7%), si dichiarò contrario all'abrogazione. Durante la campagna elettorale divorzista Fortuna si legò umanamente e politicamente al leader radicale Marco Pannella: da qui la sua scelta di avere la "doppia tessera" del PSI e del PR.
Nella successiva legislatura (1972-1976) il deputato socialista fu autore della prima proposta sulla depenalizzazione dell'aborto: anche su questa proposta la DC propose un referendum da svolgere il 17 maggio 1980, ma le tesi di Fortuna ottennero l'appoggio del 67,9% della popolazione. Un anno prima egli aveva suggerito una serie di modifiche alla legge sul divorzio, con una separazione necessaria ridotta a due anni (senza opposizione di uno dei due), rispetto ai cinque previsti.
Più tardi, nel 1984, chiese alcune modifiche e integrazioni alla legge sulla cooperazione dell'Italia con i paesi in via di sviluppo e sugli interventi contro la fame nel mondo. Sempre nel 1984 Loris Fortuna si batteva nel chiedere norme sulla tutela della dignità del malato e la disciplina dell'eutanasia passiva. Poco prima di morire il politico friulano chiese a Bettino Craxi, che lo aveva appena nominato Ministro delle politiche comunitarie, di raggiungere un'intesa elettorale coi radicali.
Il suo nome tornò a circolare nell'ambiente politico nel 2005 allorché, a seguito dell'alleanza tra radicali e SDI il vecchio amico Pannella lo accostò a Tony Blair e José Luis Zapatero come esempio da seguire all'interno della tradizione laico-socialista.



DISCLAIMER

Chiunque accede al Italianauilca.blogspot.com lo fa per sua libera scelta, ed all'utilizzo del servizio è subordinato all'accettazione della condizioni sotto allegate.

Italianauilca.blogspot.com non è un periodico e non è sottoposto alle norme sulla stampa.
E’ vietata la riproduzione totale o parziale, delle pagine di Italianauilca.blogspot.com, senza l’autorizzazione scritta del blogmaster e di Italianauilca.blogspot.com.
Italianauilca.blogspot.com non è in alcun modo responsabile dei contenuti dei siti linkati, e non è in alcun modo collegato con gli autori del materiale scaricabile dal sito, tranne quando esplicitamente dichiarato.Tranne quando dichiarato diversamente, il materiale pubblicato su Italianauilca.blogspot.com è stato scaricato liberamente da Internet e si intende di pubblico dominio e libero da copyright.
Chiunque possa vantarne e provarne la realizzazione, può contattare il blogmaster e, se lo crede opportuno, chiederne la rimozione.
Tutti i marchi e le aziende citate sono copyright dei rispettivi proprietari.Tutte le informazioni presenti su Italianauilca.blogspot.com sono da utilizzarsi esclusivamente nei modi e per gli scopi consentiti dalla legge.Italianauilca.blogspot.com non si assume la responsabilità di danni a persone e/o cose ed eventuali infrazioni alle leggi vigenti causati dall' utilizzo colposo e doloso del materiale e delle informazioni presenti nel sito anche sotto il profilo di informazione disaccurata e/o diffamatoria.
Leggere le pagine di Italianauilca.blogspot.com significa aver letto, capito e accettato tutti i punti espressi in questa pagina.

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO
Con la prossima dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il 5x1000 a Emergency.

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO
Con la prossima dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il 5x1000 a AIRC.

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO
Con la prossima dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il 5x1000 a Greenpeace.