a Peppino Impastato e Santo De Luca

lunedì 30 marzo 2009

L'ANTIDOTO




A VOLTE RITORNANO...


domenica 29 marzo 2009

ED E' ANCORA FUSIONE!

Torino, 27 marzo 2009
La Direzione Generale del gruppo Reale Mutua, ha reso ufficiale a noi RSA di Italiana Ass. la fusione per incorporazione tra la compagnia Piemontese Vita e Assicurazioni con l'Italiana Assicurazioni. Il portavoce datoriale il Sig. Rapetti, conferma che dopo i benestare di tutte le autorizzazioni previste per legge, per Contratto Nazionale e sulla parte Sindacale, l'atto di fusione avrà luogo entro e non oltre il 31 dicembre c.a.
La UILCA Italiana, ha espresso immediatamente serie preoccupazioni per i lavoratori, circa 60 posti di lavoro, in quanto la sede di lavoro per Piemontese è Torino ed Italiana è Milano. Sarà nostra cura informarVi sulle novità dell'operazione fusione Piemontese con Italiana.

giovedì 26 marzo 2009

RASSEGNA STAMPA

Contratti, contro la Cgil anche il sindacato europeo
Repubblica — 24 marzo 2009 pagina 20 sezione: ECONOMIA
ROMA - Le divisioni tra Cgil, Cisl e Uil arrivano in Europa. E la Ces, la confederazione dei sindacati europei, si schiera con Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale e non con la Cgil. Non con una scelta pubblica di campo, bensì con una lettera privata indirizzata ai leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, a firma del segretario generale della Ces, il britannico John Monks, e del responsabile della contrattazione, l' italiano Walter Cerfeda, già membro della segreteria della Cgil. Da settimane la questione è emersa nelle riunioni di Bruxelles. Prima nello Steering Commitee, l' organismo che deve attuare le decisioni prese dall' Esecutivo, e poi durante l' ultima conferenza dedicata al problema del lavoro. Poiché in quelle sedi i rappresentanti della Cgil hanno sollecitato l' adesione dei sindacati europei alla manifestazione di Roma del 4 aprile promossa contro l' azione del governo italiano sulla crisi ma anche contro l' accordo sui contratti, Cisl e Uil hanno chiesto un chiarimento. «A nostro avviso - hanno scritto Bonanni e Angeletti a Monks quella manifestazione è contro gli altri sindacati». Poi hanno spiegato nel dettaglio le ragioni che li hanno portati a firmare l' intesa con la Confindustria e il governo. Il 13 marzo è arrivata la risposta della Ces. «L' accordo - sostengono Monks e Cerfeda - è coerente con tutte le varie risoluzioni che su questo tema sono state approvate dal Comitato esecutivo della Ces». Che ha sempre proposto di salvaguardare, dove esistono,i due livelli di contrattazione per tutelare il potere d' acquisto delle retribuzioni e collegare gli incrementi alla produttività. D' altra parte - aggiungono- la difesa dei salariè diventata una priorità «per reagire alla recessione, rilanciare i consumi ed evitare che la crisi precipiti rapidamente in deflazione». Nessun cenno diretto all' iniziativa della Cgil se non un richiamo al fatto che «la mobilitazione e la negoziazione sono due aspetti della stessa medaglia». Ma presumibilmente la manifestazione della Cgil sarà disertata dalle organizzazioni degli altri paesi.E in conclusione, la Ces auspica che il sindacalismo italiano ritrovi «il più rapidamente possibile» l' unità d' azione per contrapporsi alla crisi e «sostenere meglio» le iniziative del sindacato europeo.

martedì 24 marzo 2009

PADRE GUGLIELMO O FIGLIO GUALTIERINO...

Guglielmo Tell (Wilhelm Tell) fu un eroe leggendario svizzero che sarebbe vissuto tra la fine del XIII ed il XIV secolo e la cui reale esistenza storica è ancora oggetto di disputa.
Guglielmo Tell è l'eroe svizzero per antonomasia. Mito o realtà di un piccolo paese nel cuore dell'Europa, Tell e la sua leggenda medioevale sono conosciuti in tutto il mondo.



PIEMONTESI FAMOSI: ANCHE IN REALE QUALCUNO EBBE LA FORZA DI ESPRIMERE LA PROPRIA OPINIONE

Mario Gioda
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Mario Gioda (Torino, 7 luglio 1883Torino, 28 settembre 1924) è stato un politico italiano.
Biografia [modifica]
Socialista anarchico, iniziò lavorando come operaio tipografo. Sufficientemente scolarizzato, ebbe per tutta la vita la passione giornalistica collaborando all’inizio con giornali locali di ispirazione socialista e anarchica.
Nel 1912 aderì all’Unione Sindacale Italiana(Usi) che, capitanata da Filippo Corridoni e Alceste De Ambris, si scisse dalla riformista CGIL. Molti di quegli uomini (tra cui Gioda) nel 1914 divennero interventisti contrapponendosi al neutralismo dei socialisti italiani. Furono ben presto seguiti da Benito Mussolini, l’allora direttore dell’Avanti. Rimonta a quel periodo l’amicizia tra Gioda e Mussolini e la conseguente collaborazione del primo come corrispondente, da Torino, del Popolo d'Italia che, dopo la cacciata dal Partito Socialista Italiano, il futuro Duce aveva fondato.
Mario Gioda partì volontario pochi mesi dopo l’entrata in guerra dell’Italia, fu tuttavia esonerato dopo un anno dal fronte per motivi di salute (l’inizio della leucemia che lo porterà alla morte nel 1924). Terminata la guerra si impiegò alla Reale Mutua Assicurazioni di Torino come impiegato, pur continuando a svolgere il compito di corrispondente.
Nel 1919 partecipò alla nascita del Movimento fascista che avvenne in Piazza San Sepolcro a Milano, per questo potrà fregiarsi del titolo di Sansepolcrista. Fondò, sempre im quell'anno, con pochi seguaci, il movimento fascista di Torino, composto all'inizio da piccoli borghesi ed operai. Fervente mussoliniano, lo appoggiò nel portare avanti il "Patto di pacificazione". In antitesi con De Vecchi ebbe alterne vicende a Torino, stigmatizzò con Massimo Rocca i fatti di Torino del 1922, quando le squadre di Brandimarte, prendendo a pretesto una sparatoria tra fascisti e comunisti, compirono un vero e proprio eccidio tra gli oppositori. In un primo tempo sembrò che Mussolini dovesse dare ragione a quei fascisti che si dichiararono revisionisti (Massimo Rocca). In un secondo tempo pur sciogliendo le squadre, le sostituì con la la milizia, a cui però diede il comando proprio a Brandimarte e al suo mentore De Vecchi.
Mario Gioda fu eletto deputato alle elezioni del 1924, sedendo in Parlamento solo per qualche mese, prima che la malattia prendesse il sopravvento. Morirà a Torino in quello stesso anno.

venerdì 20 marzo 2009

SE...

SE...
Se riesci a conservare il controllo quando tutti Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare, O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne, O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio, E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone; Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina E trattare allo stesso modo quei due impostori; Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante, E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite E rischiarle in un colpo solo a testa e croce, E perdere e ricominciare di nuovo dal principio E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, E a tener duro quando in te non resta altro Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù, E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente, Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro, Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile Dando valore a ogni minuto che passa, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!
(Rudyard Kipling)

...


Napolitano: «Il mercato del lavoro va riformato in uno sforzo comune»

Corriere della sera del 19/03/2009
Il presidente della Repubblica ricorda Biagi: «Fu ucciso dalle faziosità che avvelenano la lotta politica»
Marco Biagi «è stato vittima della criminale aggressività del terrorismo brigatista, ma ha pagato anche, e prima, per lo spirito di fazione che da tempo avvelena la lotta politica e sociale nel nostro paese». Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il suo intervento a Modena, nella sede della fondazione dedicata alla memoria del giuslavorista bolognese, ucciso dalle Nuove Br il 19 marzo del 2002.
LUNGIMIRANTE - «Uno spirito di fazione - sottolinea il Capo dello Stato - che impedisce ogni riconoscimento obiettivo del valore di ricerche e di proposte come quelle portate avanti da Marco Biagi, con lo stesso disinteresse e spirito costruttivo, con la stessa indipendenza di giudizio, in due fasi politiche» prosegue il presidente della Repubblica. Napolitano osserva che si tratta di «uno spirito di fazione che impedisce di vedere e apprezzare gli elementi di continuità che si possono presentare in un campo dell'azione di governo e parlamentare come quello delle politiche del lavoro».
SFORZO COMUNE - Ecco perché è invece «necessario uno sforzo comune, cui nessuna delle parti in causa si sottragga, per riconoscere e coltivare questi elementi di continuità e le possibilità di convergenza che vi si legano, pur in una corretta dialettica tra diversi e opposti schieramenti politici, di fronte a problemi ancora attuali e nuovi, come quelli che Marco Biagi - conclude Napolitano - ha affrontato suggerendo lungimiranti ipotesi di soluzione e prospettive di sviluppo».
RINNOVAMENTO - Nel campo delle politiche del lavoro, aggiunge Napolitano, occorre «uscire da logiche puramente difensive» e «farsi guidare da vecchi riflessi di arroccamento attorno a visioni e conquiste del passato». «Rispetto a mutamenti obiettivi innegabili - continua Napolitano - e a scelte ineludibili di riequilibrio e rinnovamento nel sistema delle garanzie e delle tutele, a favore soprattutto dei meno protetti» occorre «liberarsi dallo spirito di fazione» per «dare quel segno di maturità della nostra vita democratica che da troppo tempo si attende».

giovedì 19 marzo 2009

GRAZIE PAPA'...AUGURI!























mercoledì 18 marzo 2009

.......PENSIERI...........

«E' molto difficile per un uomo credere abbastanza energicamente in qualcosa, in modo che ciò che crede significhi qualcosa, senza dare fastidio agli altri.»

.......PENSIERI.............

«Una cosa è triste, cari miei: aver capito il gioco! Dico il gioco di questo demoniaccio beffardo che ciascuno di noi ha dentro e che si spassa a rappresentarci di fuori, come realtà, ciò che poco dopo egli stesso ci scopre come una nostra illusione, deridendoci degli affanni che per essa ci siamo dati, e deridendoci anche, come avviene a me, del non averci saputo illudere, poiché fuori di queste illusioni non c'è più altra realtà...»

martedì 17 marzo 2009

LA MACCHINA DEL TEMPO...5 ANNI FA

DAL CORRIERE DEL 17/03/2004
«Crescita più lenta, Italia a rischio deficit»
Bankitalia: quest' anno lo sviluppo si fermerà all' 1%. Conti pubblici, tagliare tasse e spese Sale l' indebitamento delle famiglie. I mutui? Troppi contratti a tasso variabile Gli italiani tornano a risparmiare.

La ripresa economica in Europa e in Italia non solo è debole ma è anche incerta. Non c' è infatti alcun segnale che indichi l' avvio dello sviluppo sulla scia di quello degli Usa e dell' Asia, Giappone compreso. La difficile congiuntura accomuna tutti i paesi Ue ma l' Italia rischia di avere i maggiori affanni. Le prospettive non sono per nulla rosee. Se infatti per il 2004 potrebbe rivelarsi ottimistico il tasso di crescita dell' 1,7% previsto per l' intera area dell' euro (si pensa a un ribasso all' 1,5%), per l' Italia la stima più aggiornata non supera l' 1%. E cioè quasi la metà di quell' 1,9% previsto dal governo solo nel settembre scorso. E questo senza contare le possibili ripercussioni della strage di Madrid. A disegnare il quadro poco esaltante dell' attuale fase economica è la Banca d' Italia col bollettino di primavera. Il problema dell' Italia, dicono gli economisti dell' ufficio studi di via Nazionale, è la caduta di competitività del sistema in atto da tre anni. Lo testimoniano la costante perdita di quote di mercato del made in Italy e la contrazione della produzione industriale, vista in calo anche nel mese di febbraio, che condizionerà il «modesto» tasso di crescita stimato per il primo trimestre (circa 0,2 -0,3%). Un dato per tutti: la produzione italiana negli ultimi tre anni si è ridotta del 3% contro la stazionarietà di quelle francese e tedesca. I motivi di questo declino sono da ricercarsi, si legge nel Bollettino, nel nanismo delle imprese italiane e nella mancata innovazione tecnologica dei processi produttivi e dei prodotti. Il monito che viene da Palazzo Koch ricalca quello lanciato dal governatore Antonio Fazio nel corso degli ultimi interventi: «Affinché l' economia italiana possa stabilmente conseguire tassi di crescita più elevati occorre una politica economica che, attraverso riforme strutturali, persegua l' abbattimento del carico fiscale e la graduale riduzione del disavanzo pubblico; il rilancio degli investimenti produttivi nei settori tecnologicamente avanzati e l' espansione dimensionale delle imprese sono necessari per innalzare la produttività e la competitività del sistema, per porre le basi di maggiore occupazione». La severità dell' analisi di via Nazionale si indirizza dunque sui conti pubblici il cui disavanzo «continua ad essere ridotto con misure transitorie». Con ogni probabilità, lascia intendere il bollettino, il governo non potrà centrare l' obiettivo dell' indebitamento del 2,2% nel 2004. Considerando infatti la stima di minor aumento del Pil (Prodotto interno lordo) pari all' 1% l' indebitamento dovrebbe salire al 2,6%. Ma non basta. La salita ,come indica anche la Bce, potrebbe essere più alta. «Vi sono anche altri fattori di rischio» da considerare, dice la Banca d' Italia, e cioè «i principali provvedimenti di aumento delle entrate che richiedono l' adesione volontaria delle controparti» come nel caso del concordato preventivo. E «l' azione di contenimento della spesa che potrebbe risultare non pienamente in grado di conseguire gli obiettivi stabiliti». «Si renderà necessaria una manovra correttiva», ha commentato ieri Enrico Letta della Margherita mentre Vincenzo Visco (Ds) ha sostenuto che «la situazione è molto grave», senza «prospettive di recupero a breve». Il bollettino esamina anche gli effetti sui mercati dei crac Cirio e Parmalat confermando che sono «stati limitati» sul sistema bancario italiano. Da dicembre tuttavia le banche sono diventate più prudenti nell' erogare finanziamenti soprattutto ai gruppi di maggiori dimensioni. Bisogna dunque, torna ad avvertire la Banca d' Italia «ristabilire un clima di serenità per le banche, chiamate ad assistere il sistema produttivo in una fase delicata della congiuntura». E dalla radiografia di Bankitalia appare in crescita l' indebitamento delle famiglie italiane, a quota 351,8 miliardi. Anche se dopo un lungo declino la quota di risparmio rispetto al prodotto interno lordo è risalita dal 3,5 al 4,7%. Livello ancora lontano da quel 7% del 2001. C' è poi un timore da parte della banca centrale sul fronte dei mutui: oltre tre quarti dei prestiti per l' acquisto della casa (in totale 42,2 miliardi) sono contratti a tasso variabile. Il rischio? «Se i tassi dovessero salire, salirebbe l' onere finanziario a carico delle famiglie». Stefania Tamburello I CONTI DEGLI ITALIANI Più debiti in famiglia 1 Bankitalia lancia l' allarme sui debiti delle famiglie italiane. E' ancora basso rispetto al resto d' Europa, ma comincia a sentirsi il peso dei mutui fondiari, in gran parte a tasso variabile, dunque esposti al rischio di un rialzo dei tassi. I nuovi debiti a medio e lungo termine sono cresciuti nel 2003 di oltre 2 miliardi Ripresa a passo ridotto 2 Secondo Bankitalia il nostro Paese rischia di non agganciare il treno della ripresa, già partita negli Stati Uniti, nel Giappone e in Cina. E le difficoltà sembrano maggiori che nel resto dell' Ue. Nel 2004 la crescita si attesterà all' 1%, ben al di sotto dell' 1,9% stimato dal governo Deficit oltre il 2,2% 3 L' obiettivo di contenimento del rapporto deficit-pil al 2,2% per quest' anno è soggetto ad «alcuni fattori di rischio». «Affinché l' economia italiana possa stabilmente conseguire tassi di crescita più elevati occorre una politica economica che persegua l' abbattimento del carico fiscale e la graduale riduzione del deficit».

LA MACCHINA DEL TEMPO...10 ANNI FA.

DAL CORRIERE DEL 17/03/1999
Fmi, allarme crescita e pensioni
"Tagli di spesa e misure fiscali". Ciampi: faremo le riforme strutturali "Allungare l' eta' pensionabile Ridurre l' occupazione nel settore pubblico" "Privatizzare subito energia e banche Migliorare la Sanita"

La lettera del Fondo monetario sottolinea la necessita' di "scelte politicamente difficili" Fmi, allarme crescita e pensioni "Tagli di spesa e misure fiscali". Ciampi: faremo le riforme strutturali "Allungare l' eta' pensionabile Ridurre l' occupazione nel settore pubblico" "Privatizzare subito energia e banche Migliorare la Sanita" ROMA - Pensioni, sanita' , mercato del lavoro, fisco e privatizzazioni: in una parola, le riforme di struttura. Il Fondo monetario internazionale torna a spronare l' Italia con la lettera di "raccomandazioni" consegnata ieri al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Una lettera non priva di elogi e riconoscimenti all' azione del governo, ma nella quale e' palpabile la forte "preoccupazione" per il persistere dei lacci e lacciuoli che frenano la crescita e hanno trasformato l' economia italiana nel vagone piu' lento del convoglio europeo. La ricetta del Fondo e' per molti versi simile a quella piu' volte esposta dal governatore Antonio Fazio: contenere la spesa pubblica e aumentare la flessibilita' . Al termine di una settimana di incontri ad alto livello la delegazione guidata da Jacques Artus ha consegnato al ministro del Tesoro la fotografia di un Paese "al bivio". Superata la boa dell' euro la nave Italia deve ora affrontare il problema della riforma delle sue strutture e questo richiede scelte forse "politicamente difficili", certo non eludibili. "Accogliamo l' invito a consolidare il lavoro di risanamento e a completare la riforma dell' economia italiana", e' stata la reazione di Ciampi, peraltro soddisfatto dei riconoscimenti ricevuti. Secondo il direttore di Confindustria, Innocenzo Cipolletta, il Fondo ha ragione. Il Fmi condivide la previsione del governo di uno sviluppo bloccato all' 1,5 % nel ' 99, "di nuovo sotto la media europea". E tuttavia sottolinea che anche questo risultato e' "a rischio", perche' implica una forte accelerazione nel secondo semestre. Il Patto sociale, la riforma Bassanini, le misure per rendere piu' flessibile il mercato del lavoro vanno nella direzione di ridare dinamismo al sistema, ma molto resta da fare. A preoccupare gli esperti di Washington non e' tanto lo stato della finanza pubblica, anche se non viene esclusa la necessita' di "misure aggiuntive" qualora il gettito dell' Irap nel ' 99 dovesse essere inferiore al previsto per ragioni non attinenti al rallentamento dell' economia. Secondo il Fmi il deficit pubblico puo' ancora mantenersi nei limiti del 2 % del Pil fissato come obiettivo grazie alla minore spesa per interessi, mentre il traguardo del pareggio di bilancio nel 2002 e' sempre a portata di mano. I timori maggiori vengono piuttosto dal fronte da composizione della spesa pubblica, privatizzazioni, mercato del lavoro. Il Fondo rileva che gli operatori privati hanno bisogno di "certezze" e suggerisce il lancio di un "programma di aggiustamento di medio termine" centrato sui tagli alla spesa "primaria", di cui la previdenza e' un po' il nocciolo duro. Ai tagli e al conseguente contenimento del deficit, dovrebbe accompagnarsi una "sostanziale" riduzione del carico fiscale e delle aliquote "sia sul lavoro sia sul capitale". Le aree nelle quali intervenire, a giudizio dell' Fmi, sono quattro: 1) riduzione dell' occupazione nel settore pubblico allargato; 2) completamento della riforma della sanita' ; 3) riduzione dei trasferimenti a Fs, Poste, trasporti locali e miglioramento dei servizi; 4) razionalizzazione del welfare. Si tratta di scelte "politicamente difficili". E tuttavia necessarie nell' ottica del Fmi. Cosi' come sono di grande delicatezza politica le altre misure che la lettera di raccomandazioni suggerisce per far uscire il sistema Italia dalla sua sclerosi. I provvedimenti, cioe' , che riguardano pensioni, lavoro e privatizzazioni Anche il Fondo invita il governo a riformare le pensioni di anzianita' . Occorre intervenire "rapidamente". Quanto al mercato del lavoro, il Fmi mette in guardia contro i rischi per lo sviluppo e l' occupazione impliciti nelle 35 ore. Infine le privatizzazioni: occorre accelerare le dismissioni, dice la lettera, nei settore dell' energia (Enel) e delle banche (qui andrebbe limitato anche il potere delle fondazioni) e rispettando l' impegno a liquidare l' Iri entro meta' Duemila. Marco Cecchini

lunedì 16 marzo 2009

PROPRIO NON RIESCO A CAPIRE PERCHE'...

Esistono due tipologie di lavoratori: alla prima appartengono quegli individui che nello svolgere le proprie mansioni si applicano il minimo indispensabile: arrivano in ufficio tardi, non rispettano le scadenze o quando portano a termine un incarico lo fanno preoccupandosi poco della loro performance cercando invece di tirare avanti con il minimo sforzo; escono poi dall’ufficio il prima possibile, senza mai soffermarsi un minuto in più al di fuori dell’orario di lavoro.Alla seconda tipologia appartengono invece quegli individui che, in qualunque progetto si applichino, danno sempre il massimo: costoro arrivano puntuali, lavorano sodo spesso soffermandosi in ufficio oltre l’orario di lavoro e accolgono con il sorriso i nuovi incarichi anziché lamentarsene. Essendo ambiziosi, sono mossi da una sincera spinta a fare sempre del loro meglio.Cos’è dunque che rende tanto diverse queste due tipologie di lavoratori? La risposta è: la MOTIVAZIONE.Con essa si intende l’insieme degli scopi che spingono un individuo ad agire e a mettere in atto un comportamento in direzione degli obiettivi da raggiungere.Essere motivati significa essenzialmente svegliarsi ogni mattina con il sorriso, felici di iniziare una nuova giornata lavorativa; significa non sentirsi mai arrivati e stanchi, ma essere sempre alla ricerca di nuovi traguardi allo scopo di migliorare continuamente. In questo caso il lavoro non è considerato solo una fonte di guadagno, ma risponde anche al bisogno di autorealizzazione, in quanto permette una crescita non solo sul piano professionale ma anche su quello personale.La motivazione è dunque un fattore soggettivo: ognuno di noi è motivato da fattori differenti.
Perché infatti lavoriamo? Cos’è che ci spinge a saltare fuori dal letto tutte le mattine, a ingoiare in fretta la colazione, a lottare con il traffico dell’ora di punta, quando sarebbe molto più comodo passare la giornata in casa a riposarci e fare quello che ci piace?
La risposta che viene automatica è: “per campare”, ma è una risposta riduttiva. E’ vero, lavoriamo per mangiare, per comprarci i vestiti, per pagare l’affitto di casa o il mutuo, ma la sopravvivenza è solo una delle ragioni per cui facciamo tanta fatica.
In realtà, lavoriamo per soddisfare molti bisogni diversi, non solo materiali, ma anche psicologici ed emotivi, e più esigenze riusciamo a soddisfare con il nostro lavoro, più siamo motivati a svolgerlo con impegno.
La motivazione è strettamente legata alla passione, intesa come un intenso coinvolgimento e desiderio per una determinata attività: l’uomo infatti da sempre si muove per raggiungere gli obiettivi che più gli stanno a cuore.Diverse possono essere le motivazioni che spingono un individuo ad appassionarsi al proprio lavoro, analizziamo le più diffuse:
La ricerca di una certa specializzazione: alcuni individui sono assetati di conoscenza riguardo ad uno specifico ambito professionale; per costoro essere un “esperto in materia” offre l’opportunità di essere ricercati e di dispensare consigli; la condivisione pertanto con altri delle proprie conoscenze è determinante per la propria soddisfazione personale.
Insegnare agli altri: questi individui amano trovarsi di fronte ad un gruppo, piccolo o grande che sia, come nel caso ad esempio di chi svolge il ruolo del formatore in aula; costoro si sentono realizzati nel trasferire ad altri le proprie conoscenze, affascinati dal fatto di trovarsi al centro di un palcoscenico; per altri invece, come gli impiegati di lunga data, può essere fonte di soddisfazione personale il fatto di trovarsi ad insegnare ai nuovi arrivati.
Esprimere la propria creatività: avere la possibilità di esprimere la propria creatività è un altro fattore che aumenta la passione di chi lavora. Essa può essere espressa in modi differenti, esprimendo ad esempio le proprie idee o attraverso la realizzazione di nuovi prodotti o di strategie utili alla propria organizzazione.
Risolvere i problemi: Alcune persone hanno la capacità di gestire problemi di difficile soluzione e si sentono realizzati nello svolgere quelle mansioni che consentono loro di applicare tale abilità. E’ questa ad esempio una caratteristica di chi svolge professioni nell’ambito tecnico: questi individui sono capaci di lavorare per ore e ore finchè non hanno trovato la giusta soluzione ad un problema, in quanto il desiderio di risolverlo è una passione che trascende l’attività in sè.
Aiutare gli altri: chi ama aiutare gli altri ha invece un altro tipo di passione: per queste persone la gratificazione che deriva dall’apporto di aiuto è già di per sé un riconoscimento e l’essere ringraziati non fa altro che dare maggiore energia a questa passione. Si possono vedere impiegati dedicarsi completamente al proprio lavoro perché, facendo questo, altri ne trarranno vantaggio.
Assumere dei rischi: alcune persone sentono la necessità di assumersi dei rischi per alimentare la propria propensione al lavoro; spesso operano in settori quali la borsa piuttosto che l’ambito speculativo, dove la riuscita come il fallimento sono possibili soluzioni; essi si sentono in grado di muoversi laddove altri ne sarebbero intimoriti. Per concludere:
Si può dunque definire la motivazione al lavoro un bilancio tra gli aspetti positivi e gli aspetti negativi della propria professione.
Poiché ognuno di noi è motivato da fattori differenti, è importante non stancarsi mai di ricercare e di costruirsi l’attività lavorativa che nel complesso risulti più stimolante e ci consenta di esprimere al meglio le proprie potenzialità e i propri talenti.
Ogni tipo di lavoro può essere il più bello o più brutto del mondo, dipende sempre da come ci poniamo e da che cosa ricerchiamo realisticamente in una professione.
Il tempo che dedichiamo all’attività lavorativa rappresenta una parte troppo grande della nostra vita per poterci permettere il lusso di fare qualcosa che non ci piace, in attesa perenne delle vacanze, del fine settimana o della fine della giornata.
Se il bilancio del nostro lavoro non ci piace, costruiamoci un progetto per modificare le cose che non vanno.
Ma allora perchè gran parte delle aziende, (anche la nostra) proprio fa di tutto per avere gente scoraggiatamente demotivata, complicando (tranne ai soliti paraculi) la quotidianità lavorativa, ostacolandone ogni richiesta di cambiamento atta al ritrovamento di quell'entusiasmo essenziale per una crescita personale ma soprattutto valore essenziale dei bilanci aziendali.

SE LAVORO FELICE , L'UTILE E TRIPLICE...

Un consiglio per dirigenti ,funzionari, capi ufficio, ma sopratutto per voi responsabili delle risorse umane, non siate superficiali nell'ascoltare le richieste che i colleghi vi pongono, dire di NO sistematicamente è sicuramente più facile e veloce ma sicuramente c'è sempre una valida alternativa...

FARE SINDACATO O FARE POLITICA?

CONTINUARE A "SINDACARE", STANDO FRA LA GENTE...
O ESSERE "SINDACATI" DALLA GENTE PERCHE' DIVENTATI SIMILI AI POLITICI...
AD OGNUNO LIBERA SCELTA,NOI PREFERIAMO CONTINUARE AD ASCOLTARE VOI PORTANDO LA VOSTRA VOCE A CHIUNQUE CI SI SIEDA DAVANTI...



venerdì 13 marzo 2009

SEMPRE PIU' PRONTI...

Si è svolto a Milano, nei giorni 10-11-12 marzo, il corso di I° livello dei quadri Uilca

venerdì 6 marzo 2009

8 MARZO

ALLA PATTUGLIA ROSA DI UILCA ITALIANA

Alle care Amiche iscritte, siete sempre di più! ad essere partecipi del nostro progetto di un Sindacato trasparente che da voce a tutti indistintamente.
TANTI AUGURI EVVIVA L'8 MARZO EVVIVA LE DONNE EVVIVA LA VITA, CONTRO OGNI VIOLENZA.
A VOI CHE CI DONATE LA VITA.

ART.21-23 CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE (MUTUI E ANDAMENTO DEL TASSO DI RIFERIMENTO)

Tali articoli riguardano e regolano i mutui accesi con l'azienda sia per l'acquisto della casa sia per la sua ristrutturazione, il tasso di interesse è pari al 3% per chi lo ha richiesto nel periodo di riferimento dell'ultimo contratto, mentre è pari al 3,5% per chi lo ha richiesto precedentemente la data del 14/02/2006.

Tuttavia se il saggio legale dovesse essere successivamente stabilito in una misura inferiore al 1,5% o superiore al 6,0%, tale tasso si modificherebbe in modo automatico, a decorrere dal 1° giorno dell'anno di calendario successivo a tale variazione, diventando rispettivamente pari al 2,0% ed al 5,0% (condizioni contratto in essere).

Tuttavia se il saggio legale dovesse essere successivamente stabilito in una misura inferiore al 2,0% o superiore al 6,5%, tale tasso si modificherebbe in modo automatico, a decorrere dal 1° giorno dell'anno di calendario successivo a tale variazione, diventando rispettivamente pari al 2,5% ed al 5,5% (condizioni contratto precedente).

TABELLA ESTRATTA IN DATA 4/3/2009

mercoledì 4 marzo 2009

PER I SOLITI OTTUSI

Sul lavoro, l’essere e diventare amici non solo appare innaturale, ma è, questo incontro, talvolta addirittura temuto e scoraggiato da chi ha responsabilità direttive, organizzative e manageriali.
Il costituirsi di amicalità professionali fa paura e inquieta: non soltanto perché ciò ingenera – per alcuni – un abbassamento della produttività, laddove l’efficientismo non può tollerare tempi morti e relax dedicati a conversazioni o a rituali di aggregazione; i rapporti di amicizia preoccupano perché instaurano quanto, sia in natura che nelle aggregazioni sociali, da che mondo è mondo, chiamiamo "cameratismo", "solidarietà", "cooperazione". Benché questi siano considerati valori utili al raggiungimento degli scopi di un’impresa produttiva o di un servizio, sono comunque visti con sospetto quando assumono i caratteri dell’amicalità che si opponga alle decisioni e alla direzione di questa o di quella leadership. Il potere teme e ingenera amicizia al contempo.
Meglio un gruppo di ruffiani ipocriti, da usare per isolare chi ha idee diverse (magari anche migliorative per lo svolgimento del lavoro) da quelle della leadership, i famosi mercenari della poltrona pronti a vendersi al miglior offerente per raggiungere attraverso l'essere smodatamente servili il proprio scopo: l'arrampicarsi per arrivare in cima, tagliando la corda di salita di chi a fatica, ha fatto un lavoro di squadra per raggiungere un obbiettivo comune.

QUANTO SONO ATTUALI LE SAGGE PAROLE DI UN GRANDE DIRIGENTE DI ITALIANA...

CON LA SPERANZA CHE CHE NON MANDINO L'INTERA BARACCA ALLO SBARAGLIO!!!

BUONE NOTIZIE PER CHI VIAGGIA SULLE DUE RUOTE

Finalmente almeno i motociclisti possono tirare un sospiro di sollievo: con sentenza del 13/01/2009 n. 511 la Corte di cassazione ha infatti precluso agli ausiliari della sosta la possibilità di erogare sanzioni amministrative ai motocicli e ai ciclomotori in sosta sui marciapiedi nei casi in cui questi non rientrino nelle aree date loro in concessione oppure non siano d’ostacolo alla circolazione in corsie riservate ai mezzi pubblici. Questi accertamenti invece- ribadisce la Suprema Corte - sono sempre consentiti ai corpi di Polizia Stradale e di Pubblica Sicurezza.
Come dire: parcheggiare sul marciapiede resta sempre vietato, ma almeno ci sono meno probabilità di prendere la multa.
Un solo consiglio, non intralciamo gli scivoli per i disabili.

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