a Peppino Impastato e Santo De Luca

martedì 23 febbraio 2010

«Io, manager tradita dall’azienda. Dopo il parto costretta a licenziarmi»

«Buongiorno dottoressa. Il direttore generale la aspetta nel suo ufficio». La voce della segretaria lasciava intuire un certo distacco. Strano. Torni dalla maternità, di solito i colleghi ti accolgono con un sorriso e mille domande. Come va la piccola? Piange? Come ti sei organizzata a casa? Stefania Boleso, 39 anni, marketing manager di Red Bull Italia (multinazionale austriaca presente in oltre 180 Paesi, ndr) non ha voluto ascoltare quel brivido di disagio. Come uno sportivo che si è preparato al meglio, dopo dieci mesi di maternità era stanca di immaginare la gara imminente. Baby sitter assunta a tempo pieno, marito pronto a dare una mano nelle emergenze: meglio scendere in campo e giocare. E allora via, dal capo. «Buongiorno Stefania. Scusa ma... Per motivi di costi la tua posizione non è più prevista». Tradotto: devi andartene. Con le buone o con le cattive. «Non dimenticherò mai quell’attimo — racconta adesso Stefania Boleso —. Erano le dieci del mattino del 30 settembre scorso. E’ stato come essere lasciata dal primo amore».

Una firma per cancellare oltre dieci anni di lavoro e un percorso professionale da manuale: laurea in Bocconi con 110, un anno e mezzo in una multinazionale americana (Sarah Lee) «per farmi le ossa» e poi l’ingresso in Red Bull quando il marchio in Italia era sconosciuto e la filiale tutta da costruire. Oggi la bibita è famosa anche nel nostro Paese. E l’azienda in Italia dà lavoro a 150 dipendenti. «Mi hanno fatto una proposta economica. Ho rifiutato—racconta oggi Boleso davanti a una tazza di caffè —. Ho deciso di tenere duro per orgoglio. Gestivo un budget di 18 milioni di euro ed ero il punto di riferimento di 28 persone: tutta l’area marketing. Durante la maternità ero sempre rimasta in contatto con l’azienda. Per dire, mia figlia doveva nascere il 25 dicembre e io il 18 ero a una riunione. A quel progetto ho dato l’anima. Invece l’azienda non mi ha nemmeno messa alla prova. Come si sono sbagliati. Io ci sarei riuscita a mettere insieme la famiglia con il lavoro. Avrei dato il sangue pur di farcela».
Dopo il «gran rifiuto», per Stefania Boleso sono arrivati momenti difficili. «Sono stata spostata in un locale a pian terreno riadattato a ufficio, distante cinque piani dal resto dell’azienda. Mi hanno tolto la responsabilità del marketing. In teoria avrei dovuto lavorare con due colleghe. Peccato che entrambe fossero in maternità. Insomma, ero sola». Boleso ha resistito poche settimane. «Un giorno mi è venuto un attacco di panico, ho creduto di morire. Al pronto soccorso mi hanno detto che stavo rischiando l’esaurimento. Alla fine ho mollato. Il 19 dicembre ho firmato la resa. Ho scambiato i miei diritti con una buonuscita. Non avevo alternativa: dopo aver perso cinque chili e la serenità, non mi sono sentita di imporre altre tensioni alla mia famiglia». Che cosa farà adesso, Stefania? «Questa esperienza mi ha cambiata — risponde la manager —. Ieri criticavo chi dava meno del 110% sul lavoro. Adesso sto cercando di attribuire un nuovo senso agli ultimi dieci anni. Ho deciso di ripartire raccontando questa storia. "Guarda che poi nessuno ti offrirà più lavoro", mi ha detto qualcuno. Il rischio c’è. Ma credo vada corso. Quantomeno per aiutare mia figlia a vivere in un mondo migliore».
Corriere delle Sera 22/02/2010

giovedì 18 febbraio 2010

18 FEBBRAIO 1940 Nasceva Fabrizio De Andrè

IN SUO RICORDO:

Morire per delle idee


Morire per delle idee, l'idea è affascinante
per poco io morivo senza averla mai avuta,
perchè chi ce l'aveva, una folla di gente,
gridando "viva la morte" proprio addosso mi è caduta.

Mi avevano convinto e la mia musa insolente
abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede
dicendomi peraltro in separata sede
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè
ma di morte lenta.

Approfittando di non essere fragilissimi di cuore
andiamo all'altro mondo bighellonando un poco
perchè forzando il passo succede che si muore
per delle idee che non han più corso il giorno dopo.

Ora se c'è una cosa amara, desolante
è quella di capire all'ultimo momento
che l'idea giusta era un'altra, un altro movimento
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta
ma di morte lenta.

Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio
lo predicano spesso per novant'anni almeno.
Morire per delle idee sarà il caso di dirlo
è il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.

E sotto ogni bandiera li vediamo superare
il buon matusalemme nella longevità
per conto mio si dicono in tutta intimità
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta.

A chi va poi cercando verità meno fittizie
ogni tipo di setta offre moventi originali
e la scelta è imbarazzante per le vittime novizie
morire per delle idee è molto bello ma per quali.

E il vecchio che si porta già i fiori sulla tomba
vedendole venire dietro il grande stendardo
pensa "speriamo bene che arrivino in ritardo"
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta

E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo
però per gentilezza lasciate vivere gli altri
la vita è grosso modo il loro unico lusso
tanto più che la carogna è già abbastanza attenta
non c'è nessun bisogno di reggerle la falce
basta con le garrote in nome della pace
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta,
ma di morte lenta.

Abi: tassi mutui, a gennaio nuovo minimo

Il mese scorso il tasso medio che sintetizza l'andamento di fissi e variabili ha toccato il 2,86%
in flessione anche i saggi di interesse sugli altri tipi di prestiti
Abi: tassi mutui, a gennaio nuovo minimo
Il mese scorso il tasso medio che sintetizza l'andamento di fissi e variabili ha toccato il 2,86%
MILANO - Nuovo minimo storico per i tassi dei mutui per l'acquisto di case. È quanto emerge dal Bollettino mensile dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana. A gennaio 2010 il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie elaborato dall'Abi è diminuito in coerenza con gli impulsi della Bce e con l'andamento delle condizioni del mercato interbancario, collocandosi al 3,74% (il valore più basso mai raggiunto), 2 punti base al di sotto di quanto segnato il mese precedente e 177 punti base al di sotto del valore di gennaio 2009.
PRESTITI - In flessione ed ai minimi storici sono risultati i tassi sulle nuove operazioni: a gennaio 2010 il tasso sui prestiti in euro alle società non finanziarie si è posizionato al 2,03% (2,17% a dicembre 2009, minimo storico; -178 b.p. rispetto a gennaio 2009), mentre il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per l'acquisto di abitazioni - che sintetizza l'andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo - è risultato pari al 2,86%, -2 punti base rispetto al mese precedente e -193 punti base rispetto a gennaio 2009. (Fonte: Agi)

Smog, l'appello di Moratti e Chiamparino «Blocco del traffico al Nord domenica 28»

MILANO - Letizia Moratti e Sergio Chiamparino, sindaci di Milano e Torino proporranno a tutti i colleghi della Pianura Padana di fermare le auto per domenica 28 febbraio, come misura comune per ridurre i livelli di inquinamento.
LA PROPOSTA - La richiesta è contenuta in un comunicato diramato in serata da Palazzo Marino, municipio di Milano, dove venerdì si terrà un incontro con tutti gli amministratori delle città di Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna per affrontare insieme la lotta allo smog. «I Comuni di Milano e Torino - si legge nella nota a proposito di un possibile blocco del traffico per l'ultima domenica di febbraio - sono d'accordo nell'adottare questa misura straordinaria e chiedono agli altri Comuni di aderire alla proposta».

venerdì 12 febbraio 2010

I COLORI DI REALE MUTUA

Il content management di Reale Mutua è firmato EMC

La Direzione Sinistri del Gruppo Reale Mutua adotta la piattaforma di document management enterprise di EMC per migliorare i processi, contenere i costi e diminuire i rischi correlati alla gestione dei documenti
Milano - 10 febbraio 2010
EMC, leader mondiale nelle soluzioni e tecnologie per la gestione dell’infrastruttura informativa, annuncia che il Gruppo Reale Mutua, la principale società di assicurazioni italiana in forma di mutua, ha scelto la piattaforma EMC Documentum per gestire in modo ottimale i propri contenuti digitali, con l’obiettivo di migliorare i processi, contenere i costi e ridurre i rischi correlati al document management.
EMC Documentum è stata scelta al termine di un articolato processo di software selection, teso ad identificare la soluzione più adatta alle esigenze del Gruppo, che intendeva dotarsi di una piattaforma di Content Management a livello enterprise per soddisfare l’esigenza di un approccio strategico e globale alla gestione delle informazioni.
La scelta è avvenuta nell’ambito del Progetto GDD (Gestione Documentale Digitale), un’ampia iniziativa aziendale intrapresa con l’obiettivo di semplificare i processi ed eliminare le attività improduttive relative alla distribuzione, archiviazione e ricerca dei contenuti, implementando un sistema di gestione documentale veloce, semplice e aggiornabile, integrato ove necessario con i sistemi applicativi gestionali. Un sistema in grado di rappresentare un vantaggio realmente percepito dagli utilizzatori, con significativi recuperi di efficienza e risparmio.
La soluzione è stata definitivamente implementata nel 2008. L’anno successivo è stato messo in campo il primo progetto strategico relativo al content management: la completa gestione documentale della divisione Sinistri del Gruppo. L’implementazione della piattaforma EMC Documentum per la gestione sinistri si è rivelata in linea con le esigenze strategiche del Gruppo Reale Mutua, rendendo disponibili immediatamente i documenti in formato digitale a tutti gli utenti autorizzati ed elevando il livello di sicurezza complessivo.
“Un vantaggio concreto e percepito sin da subito dalla struttura - dichiara Giuseppe Cuniberto, responsabile sviluppo software del Gruppo Reale Mutua - è la disponibilità immediata dei documenti su tutto il territorio nazionale, grazie anche all’integrazione degli applicativi preesistenti con la piattaforma EMC Documentum. Il sistema garantisce la ricerca per sinistro, quella di tipo libero, la navigazione all’interno della tassonomia sinistri, la notifica automatica di ogni nuovo documento pubblicato, la possibilità di allegare facilmente documenti di un sinistro nel cosiddetto fascicolo digitale e la modifica flessibile dei metadati dei documenti. La soluzione garantisce inoltre sicurezza e privacy riducendo nel contempo il rischio di incorrere in citazioni e sanzioni per il mancato rispetto dei termini di legge sui tempi di liquidazione delle pratiche”.
Il rollout sulla direzione sinistri è stato completato alla fine del 2009 e, dalla metà del 2010, tutti gli attori della filiera potranno accedere alla piattaforma dalla rete di agenzie. L’implementazione della piattaforma EMC Documentum ha portato un ritorno sugli investimenti valutabile sotto diversi punti di vista: la riduzione dei tempi di gestione delle pratiche, l’ottimizzazione dei tempi di liquidazione dei sinistri, l’efficienza e il costo medio per ogni singola operazione.
“Sono sempre più numerose le aziende che decidono di implementare una soluzione di document management per rendere più snelle ed efficaci le proprie procedure interne ed acquisire così competitività sul mercato”, aggiunge Massimiliano Grassi Marketing Manager Content Management & Archiving di EMC. “La scelta effettuata dal Gruppo Reale Mutua conferma in pieno la solidità e l’affidabilità della nostra piattaforma EMC Documentum, oltre al contributo significativo che questa può dare al business aziendale, in termini di agilità, scalabilità, sicurezza e conformità a normative sempre più stringenti.”

Infomazioni su Reale Mutua
Fondata a Torino nel 1828, Reale Mutua è una compagnia di assicurazioni in forma di mutua. E' capofila di un Gruppo composto da alcune società assicurative presenti in Italia e in Spagna nel quale operano oltre 2.700 dipendenti per tutelare più di 3 milioni di assicurati. Reale Mutua Assicurazioni offre una gamma molto ampia di prodotti, sia nel Ramo Danni sia nel Ramo Vita. I suoi Soci/assicurati sono oltre 1.400.000 fra privati e imprese, facenti capo a circa 350 Agenzie, mentre l'intero Gruppo ne conta sul territorio nazionale quasi 800. Ulteriori informazioni sono disponibili su: www.realemutua.it

Informazioni su EMC
EMC Corporation (NYSE: EMC) è leader mondiale nello sviluppo e nella commercializzazione di tecnologie e soluzioni di infrastruttura informativa che consentono a organizzazioni, di qualunque dimensione, di trasformare i processi per modificare il modo in cui competono sul mercato e creano nuovo valore dalle informazioni. Ulteriori informazioni sui prodotti e i servizi di EMC sono disponibili agli indirizzi: www.italy.emc.com e www.emc.com

Berlusconi riapre il capitolo pensioni

Il premier a Bruxelles: l'età va alzata

BRUXELLES
Le pensioni «stanno pesando sempre di più sui bilanci di tutti gli stati». E in un momento di crisi il problema va affrontato. Per questo il premier Silvio Berlusconi ha scelto il vertice straordinario di Bruxelles, tutto dedicato alle misure anticrisi, per riproporre una sua vecchia idea: quella di alzare l’età pensionabile. Il premier ne parla passeggiando, nonostante la neve e il freddo, tra le vie del Sablon, per l’immancabile tappa -concluso il consiglio europeo- nel quartiere degli antiquari.
«Al vertice -ha detto ai cronisti- ho posto il problema dell’età pensionabile», visto che è un’esigenza sentita «da parte di tutti». Le pensioni, del resto, ha assicurato il premier, stanno pesando «sui bilanci di tutti gli stati». Non si tratta dunque, per il premier, di un problema solo italiano. Anche se dall’Italia arriva immediata la risposta del Pd. Prima con il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, che "minimizza" ironicamente la portata dell’annuncio del premier: «I problemi che Berlusconi solleva gli ricadono sempre sui piedi: è successo col fisco, può succedere anche con le pensioni».
L’ex ministro del lavoro Cesare Damiano ricorda, proprio a Berlusconi, che «l’età pensionabile in Italia è progressivamente in aumento e che nel 2013 non sarà possibile andare in pensione senza avere come minimo 61 o 62 anni di età. Questo è il frutto del Protocollo del 2007 del governo Prodi che ha contribuito a rimettere i conti in equilibrio e a migliorare il sistema pensionistico dei giovani». Il vertice di oggi nella biblioteca Solvay di Bruxelles è stato dedicato quasi completamente al ’salvataggiò della Grecia dal dissesto economico. Berlusconi ha spiegato che Atene «non ha chiesto di essere aiutata finanziariamente perchè si è impegnata a mettere in campo certe misure per rientrare dal deficit nelle date previste nel comunicato». Da parte di tutti, ha assicurato il premier, «c’è stato apprezzamento». Ed ha assicurato che non sono state esaminate le situazioni di altri paesi particolarmente esposti alla crisi nella zona euro, come la Spagna e il Portogallo.
L’Italia, oltre alla proposta sull’aumento dell’età pensionabile, ha posto oggi a Bruxelles sul tavolo altri due temi: l’energia e l’immigrazione. Temi sui quali da tempo Roma chiede una «politica comune» europea.
LA STAMPA 11/02/2010

giovedì 11 febbraio 2010

Cala il reddito delle famiglie italiane

Meno 4% fra il 2006 e il 2008

Il reddito medio delle famiglie italiane è calato del 4% fra il 2006 e il 2008 a 2.679 euro al mese. Lo rileva uno studio della Banca d’Italia che spiega: «tenendo conto dei cambiamenti nell’ampiezza e nella composizione della famiglia il reddito equivalente è caduto circa del 2,6%o. La riduzione è sostanzialmente simile a quella osservata nel corso della precedente recessione, tra il 1991 e il 1993». «Il 20 per cento delle famiglie ha un reddito mensile inferiore a circa 1.281 euro, il 10 per cento superiore a 4.860 euro; il reddito mediano è pari a 2.174 euro. La concentrazione dei redditi è risultata nel 2008 sostanzialmente in linea con quella rilevata negli anni passati».
La riduzione dei redditi ha riguardato in misura maggiore i lavoratori indipendenti rispetto ai dipendenti e agli individui in condizione non professionale. Inoltre, secondo lo studio della Banca d’Italia, la contrazione è stata maggiore per gli individui di età inferiore ai 55 anni ed in particolare per quelli con meno di 45 anni. «Il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane. Tale livello di concentrazione è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni», scrive palazzo Koch. Dall’altra parte della ’classificà, «la quota di individui con reddito al di sotto della soglia di povertà risulta pari al 13,4%, valore sostanzialmente in linea con quello rilevato nel 2006». La quota di individui residenti in Italia e nati all’estero è cresciuta fra il 2006 e il 2008 di due punti percentuali portandosi a circa il 7 per cento della popolazione. Di questi, circa il 36 per cento ha cittadinanza italiana. Il 24 per cento di quelli con altra cittadinanza sono cittadini di paesi appartenenti all’Unione Europea. Nel 2008 la ricchezza familiare netta, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), presenta un valore mediano di 153.000 euro. In termini reali, dopo essere cresciuto di circa il 44 per cento dal 1993 al 2006 soprattutto grazie all’aumento del valore degli immobili, questo importo è diminuito di circa l’1 per cento nel biennio successivo.
La percentuale di famiglie indebitate è aumentata di quasi due punti percentuali, al 27,8 per cento, un valore ancora inferiore a quelli dei principali paesi industriali, in particolare nel comparto dei mutui. Non è tuttavia aumentato il loro grado di vulnerabilità finanziaria, misurato dall’incidenza della rata dei prestiti per immobili sul reddito disponibile, che risulta pari a circa il 17 per cento, in linea con quanto rilevato nel 2006 e in altri paesi dell’area dell’euro. L’affitto medio pagato dalle famiglie è stato nel 2008 pari a circa 336 euro al mese per un’abitazione della superficie media di 75 mq. Considerando un’abitazione di dimensione mediana, nell’ultimo biennio l’incidenza della spesa dell’affitto sul reddito delle famiglie locatarie è aumentato di circa un punto percentuale, portandosi su un livello di circa il 18,6 per cento.
LA STAMPA 10/02/2010

STORIA DEL CINEMA ITALIANO: MISERIA E NOBILTA' FILM

Lo scrivano Toto per arrangiare il pranzo con la cena, prestava servizio al popolo analfabeta, come scrivano di piazza.
Episodio esilarante della storia del cinema italiano

mercoledì 10 febbraio 2010

FOIBE: 10 FEBBRAIO UNA DATA DA NON DIMENTICARE

ROMA - 10 febbraio 1947: nel giorno dei Trattati di Parigi l'Italia, uscita sconfitta dal conflitto mondiale, oltre a restituire tutti i territori occupati dalle sue truppe nel corso della guerra si impegnava a cedere alla Jugoslavia la città di Fiume, il territorio di Zara, le isole Pelagosa e Lagosta, parte dell'Istria, del Carso triestino e goriziano e dell'alta valle dell'Isonzo. Gli italiani furono costretti a lasciare le loro case. E in molti lasciarono anche il ricordo di quanti non c'erano più, vittime dell'odio etnico e in molti casi uccisi dai partigiani di Tito nel modo forse più spiegato: l'abbandono nelle foibe, profonde fratture carsiche dove un numero ancora imprecisato di italiani e di oppositori ai comunisti yugoslavi ha trovato la morte dopo un volo di centinaia di metri e una lunga agonia tra atroci sofferenze. Per questo motivo il 10 febbraio è diventato il «giorno del ricordo» e oggi le massime autorità italiane, a partire dal capo dello Stato, hanno voluto commemorare i caduti e i profughi di quei giorni.Il presidente Giorgio Napolitano ha parlato al Quirinale di «oblio e forme di rimozione diplomatica che hanno pesato nel passato e causato pesanti sofferenze agli esuli e ai loro familiari» e ha espresso anche impegno «per la soluzione dei problemi ancora aperti nel rapporto con le nuove istituzioni e autorità slovene e croate». «Il ricordo di tante persone uccise solo perchè italiane dopo troppi anni di oblio - ha invece detto il presidente del Senato, Renato Schifani -, è un dovere assoluto da parte di tutti». «La memoria di eventi così dolorosi - ha aggiunto - deve essere patrimonio perenne e condiviso. Non possiamo dimenticare chi fu assassinato e chi fu costretto ad abbandonare la propria terra per restare fedele alla Patria, alle proprie origini italiane. Questa tragedia comune deve divenire elemento fondante di unità del popolo italiano». Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sono invece «sempre gli umili, i più deboli e gli indifesi a patire per primi la follia dell'uomo». Fini ha ricordato «l'esperienza tragica del Novecento» ma ha evidenziato che «è anche, purtroppo, quanto vediamo ancora svolgersi in tante aree del mondo devastate dall'odio etnico e politico».
La vicenda degli istriani e dalmati costretti a lasciare le loro terre, soprattutto in relazione al dramma delle foibe, è anche oggetto di dibattito politico. Da diversi esponenti del centrodestra, in particolare quelli provenienti dalle fila di An, sono giunte accuse per il «silenzio» che ancora avvolgerebbe la vicenda. Per Maurizio Gasparri «la storia delle Foibe deve essere divulgata nelle scuole, nei centri culturali, dalla televisione, sui giornali, come la vera tragedia di tutti coloro che si sentono italiani, da una tragedia come questa si possono capire gli errori e i drammi che hanno generato le dittature e le aberrazioni ideologiche». Sulla stessa linea il ministro delle Politiche giovanili, Giorgia Meloni, che si spinge a parlare di «oscurantismo ideologico» citando «l'atteggiamento tenuto quest'oggi da alcuni istituti scolastici romani, i cui dirigenti si sono rifiutati di celebrare il Giorno del Ricordo». Dei silenzi del passato ha parlato anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, mentre l'ex presidente della Regione, Francesco Storace, oggi leader de La Destra, fa notare amaramente come «nel sito della Regione, incredibilmente, non c'è traccia, nemmeno una parola per il sangue versato».
Sul fronte opposto è intervenuto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: «Il giorno del Ricordo istituito per custodire e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, per ricordare l'esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e la difficile storia del confine orientale, è stato un giusto e tardivo riconoscimento delle istituzioni repubblicane per le vittime di un crimine contro l'umanità». «La memoria deve sempre vincere sull'oblio ed è questo - ha aggiunto - il senso più profondo di questa giornata. Solo ragionando ed elaborando ciò che è stato possiamo costruire una memoria che abbia rispetto per ogni singola vicenda umana».
Corriere della Sera 10/02/2010

lunedì 8 febbraio 2010

PIU' TRASPARENZA MENO DIFFIDENZA!

CCNL ART.10 COMMA 4
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IL FONDAMENTO ALLE NOSTRE AFFERMAZIONI

1° Contratto Nazionale 2° Contratto Integrativo Aziendale

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La risposta del comitato di Governance di Academy alla nostra del 25/01/2010

Risposta inviata a tutti i colleghi in data 4/02/2010.

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giovedì 4 febbraio 2010

A chi è predisposto a "PENSARE", non sprechi tutta quella gran "FORTUNA" che ha avuto, creando solo "PAURA e INSICUREZZE"

John Lennon
«Lavoro è vita, e senza quello esiste solo paura e insicurezza.»

Henry Ford
«Pensare è il lavoro più arduo che ci sia, ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.»

Thomas Carlyle
«Un uomo che vuol lavorare e non trova lavoro è forse lo spettacolo più triste che l'ineguaglianza della fortuna possa offrire sulla terra.»
 
Sono solo parole, ma quanta attinenza trovano nella vita lavorativa di tutti i giorni!

COMUNICATO DEI SINDACATI DELLA REALE MUTUA

Per ammissione recente dei vertici aziendali da otto anni consecutivi Reale
Mutua presenta un combined ratio superiore al 100%.
In parole semplici spendiamo di più di quanto incassiamo. Continuando con
questo ritmo non è affatto scontato che la ns. Società festeggi i duecento
anni di vita, nel 2028.
Una causa di questa situazione, ma non l'unica, potrebbe essere la mancanza
di spirito di squadra; per migliorare questa attitudine, da alcuni anni è
in voga nelle Aziende in crisi di tutto il mondo il team building spesso
declinato nella forma del team cooking. In cosa consiste? I manager
imparano a conoscersi meglio e a fidarsi l'uno dell'altro preparando una
frittata o un dessert al cioccolato....
Certamente ci potrebbero altri sistemi, temiamo meno popolari, per rendere
affiatata una squadra tipo fare i contadini, aiutare gli anziani, visitare
gli ammalati etc, etc,
Non sappiamo se il tutto porti a dei miglioramenti in Azienda. Di certo ci
sono dei costi, in uno splendido libro M. Friedman scriveva e ricordava :
" Nessun pasto è gratis".
Noi banalmente proponiamo una semplice ricetta: lavorare di più anche se
purtroppo "Lavorare stanca" (Cesare Pavese).

Torino - Domenica blocco totale del traffico causa smog.

Anche Torino, dopo Milano, adotta il drastico provvedimento di fermare tutti i veicoli per un giorno alla settimana. Un provvedimento tampone che non agisce sul lungo periodo.
I dati di inizio anno parlavano chiaro da subito: Torino, insieme a Milano, è una delle città con l'aria più inquinata d'Italia. La spiegazione è sempre la stessa: tante auto che circolano, "l'abbraccio" delle Alpi che non permette una circolazione delle correnti e il reticolo di alcune delle principali autostrade italiane.

I risultati però sono sconcertanti tanto che dall'inizio dell'anno praticamente un giorno su due sono stati sforati i limiti di Pm 10 nell'atmosfera.
La conseguenza è, come per Milano domenica scorsa, il blocco totale della circolazione dalle 10 alle 18. La decisione è stata presa in poco più di un'ora questa mattina in consiglio comunale, su proposta dell'assessore all'ambiente Roberto Tricarico con i colleghi Maria Grazia Sestero (Viabilità e Trasporti) e Domenico Mangone (Personale, organizzazione e Polizia Municipale); era presente anche il sindaco Sergio Chiamparino.
Per la stessa ragione è stato alalrgato l'invito anche agli altri comuni della provincia ad adottare il 7 febbraio lo stesso provveidmento. Rivoli, ad esempio, ha registrato a inizio anno, sforamenti ancora superiori a quelli del capoluogo.
Le cinque centraline che si trovano sul territorio urbano hanno registrato ben venti superamenti consecutivi del valore di 50 microgrammi al metro cubo, mentre gli sforamenti sull'intero anno dovrebbero essere massimo 35. Tricarico ha chiamato il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato per raccogliere suggerimenti in vista del blocco.
Milano, se la situazione non peggiorerà repentinamente, non dovrebbe replicare il provvedimento per domenica.

CHE FINE HA FATTO LA SCATOLA DELLE IDEE?

Gli avvistamenti sono molteplici grazie alle foto dei nostri appassionati lettori.

lunedì 1 febbraio 2010

« Tiremm innanz... »

Amatore Sciesa (Milano, 12 febbraio 1814 – Milano, 2 agosto 1851) è stato un patriota italiano. Conosciuto anche, a causa di un errore di trascrizione, col nome di Antonio Sciesa, l'errore fu reso noto dopo varie ricerche e studi dallo scrittore Leo Pollini.
Di umili origini, popolano, di professione tappezziere, nel 1850 entrò in contatto con alcuni gruppi clandestini repubblicani che lottavano contro il dominio che l'Austria deteneva sul Lombardo-Veneto. Si era ad appena due anni dalle cinque giornate e il governatore generale feldmaresciallo Radetzky perseguiva una politica ferocemente repressiva, che non lasciava altro scampo ai lombardi che la sottomissione, la forca o l'esilio. Essa, ben lungi dal ridurre la opposizione politica e nazionale, la aizzava, anche se essa era costretta ad esprimersi nelle forme più clandestine. Alla diffusione di manifesti rivoluzionari partecipò anche Sciesa: la sera del 30 luglio 1851 egli venne bloccato, in corso di Porta Ticinese, in possesso di detti manifesti, ed arrestato con l'accusa di aver affisso altre copie in via Spadari, a Milano.
Condannato a morte, Sciesa venne condotto alla forca: secondo una tradizione popolare, a un gendarme che, conducendolo al luogo di esecuzione, l'aveva fatto passare sotto le finestre di casa sua, esortandolo a rivelare i nomi di altri rivoluzionari in cambio del rilascio, avrebbe risposto: "Tiremm innanz!" ("Andiamo avanti!"). In mancanza del boia, defunto alcuni giorni prima, venne fucilato.
Nella sentenza egli venne erroneamente chiamato Antonio e da quel momento nacque l'equivoco legato al suo nome.
La pena gli venne inflitta in applicazione della legge stataria, ribadita dal Radetzky, insieme allo stato d'assedio, il 2 agosto 1851, appena pochi giorni prima:
« in considerazione della aumentata pericolosità di sette e di movimenti fanatici, che tentano di contrastare l'autorità dell'Imperial-Regio Governo ... chiunque sarà colto nell'atto di svolgere attività sovversiva in qualunque forma sarà consegnato alla Gendarmeria e immediatamente impiccato. »
In pratica, Sciesa, che non godeva di alcuna particolare protezione, servì al governatore generale come esempio di severità, tant'è che la sua condanna a morte precedette di poco quella del comasco Dottesio. Il fatto che egli si rifiutasse di indicare i nomi degli altri congiurati costituì solo un'aggravante. In tal senso essa venne percepita all'epoca come una importante conferma che Radetzky non avrebbe saputo offrire, ai 'cattivi sudditi' italiani dell'Imperatore, altro che una rinnovata ed eterna repressione.

ANCHE IL PAPA SI ACCORGE ED APRE GLI OCCHI SULLA SITUAZIONE DEL MONDO DEL LAVORO

Il Papa: «Fare tutto il possibile per tutelare l’occupazione»
La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti. Penso ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie». L'appello di Benedetto XVI sull'occupazione, lanciato all'Angelus, ha fatto riferimento direttamente alle vertenze più "calde" del momento, come quella dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell'Alcoa di Portovesme, entrambi sotto minaccia di chiusura.
Sacconi. Ed ha raccolto il plauso dei sindacati e dello stesso Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: il monito del Papa, ha detto, «deve essere accolto dalle istituzioni e dalle imprese».
Tra i tanti fedeli riuniti in una Piazza San Pietro sferzata dalla pioggia oggi c'erano anche alcuni dei duemila lavoratori dell'Alcoa, con gli elmetti in testa e uno striscione. Almeno 500 operai, poi, sono attesi a Roma dalla Sardegna per martedì, in concomitanza con la riunione a Palazzo Chigi, tra i vertici della multinazionale dell'alluminio, i rappresentanti del governo e della Regione Sardegna, le organizzazioni sindacali.
I sindacati. Le accorate parole del Papa, dopo che nei giorni scorsi anche il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, aveva richiamato a «raccogliere il grido delle famiglie che restano senza lavoro», sono state accolte con "commozione e gioia" anche a Termini Imerese, mentre i vertici sindacali non hanno esitato a rilevare che l'appello di Benedetto XVI «non può cadere nel vuoto» (Luigi Angeletti, Uil) e che «possa scuotere le coscienze di tutti» (Raffaele Bonanni, Cisl).
Azione cattolica. Prima di parlare di occupazione il Papa aveva ricordato che «la carità è il distintivo del cristiano. È la sintesi di tutta la sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa». Al termine, dopo aver parlato anche dell'odierna Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra e della Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa, affacciandosi con due ragazzi dell'Azione Cattolica della diocesi di Roma ha liberato dalla finestra due colombe, simbolo di pace. Nel salutare e ringraziare i circa cinquemila bambini e ragazzi dell'Acr partecipanti all'annuale "Carovana della Pace", ha quindi definito la loro iniziativa «un segno di speranza».
Il fronte politico. Oggi i tavoli su Eutelia e Omega e lo sciopero di Eridiana-Sadam. Circa 500 operai dell'Alcoa di Portovesme partono dalla Sardegna per essere domani a Roma in concomitanza della riunione a Palazzo Chigi con azienda e sindacati. È morto l'operaio bergamasco che si era dato fuoco dopo aver perso il lavoro.

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