a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 29 aprile 2010

FONDO DI SOLIDARIETA'

Domani 30/04 è l'ultimo giorno per comunicare la scelta per il fondo di solidarietà, dopo tale data ogni eventuale adesione sarà recepita come "nuova" adesione con le regole che ne competono(vedi regolamento sotto allegato).
La situazione aggiornata a ieri, riscontra che ancora 143 persone non hanno effettuato una scelta.
Vi informiamo che attualmente l'importo prelevato per tale iniziativa a favore di un collega del gruppo è pari € 2,16 mensili in base agli aderenti attuali, l'importo varia proprio dal numero degli aderenti e dal numero dei beneficiari .
L'importo viene prelevato esclusivamente quando c'è una situazione di superamento del compendio da parte del collega in difficoltà, mentre non viene prelevato se non ci sono tali situazioni in essere.
Nel cedolino il prelievo verrà segnalato con la voce Solidarietà aziendale.
L'importo erogato al collega si aggira ad un importo mensile netto ,calcolato dal tabellare annuo di un 4° livello 1° classe diviso in dodicesimi (€ 23.937,23 / 12), tale importo, come da informazioni forniteci non è soggetto a nessun tipo di tassazione quindi non deve essere inserito nella denuncia dei redditi.
Una volta compilato e firmato , il modulo in originale dovrà pervenire in busta chiusa "riservata personale" ai nostri nominativi:
Fabio Binotti
stanza 110
Alessandro Aprile
stanza R03
Entrambi in via Traiano,18 20149 Milano
Una volta ricevuto, sarà nostra cura inviarvi una mail con la copia del modulo con timbro di ricevuta, da tenere come vostra documentazione personale.
CCNL
ART. 44
In caso di assenza per malattia o infortunio accertati, l’Impresa conserverà il posto al lavoratore/trice che abbia superato il periodo di prova per::
a) mesi 12 al lavoratore/trice con anzianità di servizio sino a 10 anni compiuti;
b) mesi 18 al lavoratore/trice con anzianità di servizio oltre i 10 anni.
I periodi sopra indicati sono aumentati di tre mesi nel caso sub a) e di sei mesi nel caso sub b), esclusivamente nei casi di patologie di natura oncologica di rilevante gravità, ictus o sclerosi multipla gravemente invalidanti, trapianti di organi vitali ed aids conclamato. Inoltre, per gli effetti di quanto precede, l’Impresa potrà considerare altre gravissime patologie.
È fatta comunque salva la naturale scadenza del contratto a tempo determinato.
Sono escluse dal computo dei periodi di cui al primo comma le assenze dovute a ricoveri di durata superiore a 15 giorni continuativi e sino ad un massimo di 120 giorni complessivi.
Per l’intera durata dei periodi suindicati sarà corrisposto un importo pari all’intera retribuzione.
Superati i predetti periodi di conservazione del posto, il lavoratore/trice ha diritto, previa richiesta scritta da presentarsi prima della scadenza dei limiti,salvo casi di impossibilità oggettiva comprovata, ad un ulteriore periodo di conservazione del posto sino a 12 mesi. Durante tale periodo, non computabile ad alcun effetto, non viene corrisposto alcun trattamento economico.Trascorso il periodo durante il quale l’Impresa è tenuta alla conservazione del posto, il rapporto di lavoro cessa di diritto e l’Impresa provvederà a darne comunicazione scritta all’interessato.
A tale riguardo, l’Impresa è tenuta ad informare, a mezzo raccomandata a.r., il lavoratore assente per malattia od infortunio, circa il residuo periodo di comporto, almeno 30 giorni prima del raggiungimento del termine medesimo.
Per quanto riguarda il personale addetto all’organizzazione produttiva ed alla produzione, la retribuzione da corrispondersi nei periodi di comporto retribuito è costituita dalla retribuzione di cui alla lett. a) dell’art. 153, nonché – ove l’assenza duri più di due giorni – da un importo pari a tanti 360.mi quanti sono i giorni di assenza della quota retributiva di cui alla lett. b) del citato art. 153, dei compensi provvigionali pagati nell’anno solare precedente, rapportando ad anno l’eventuale minor periodo di servizio prestato.
Per quanto riguarda il personale di cui alla Sezione Seconda della Parte Terza della Disciplina Speciale, la determinazione della retribuzione dovuta per i periodi di comporto retribuito è costituita dalla retribuzione di cui all’allegato 4/B, nonché da un importo pari a tanti 280.mi – quanti sono i giorni di assenza – dei compensi provvigionali pagati nell’anno solare precedente, da riparametrare in caso di diminuzione o aumento dell’orario di lavoro e rapportando ad anno l’eventuale minor periodo di servizio prestato.
Tale media provvigionale verrà corrisposta il mese successivo a quello della assenza per malattia.
Nell’anno di assunzione, l’importo relativo ai compensi provvigionali sarà determinato a fine anno in tanti 280.mi – quanti sono i giorni di malattia – dei compensi provvigionali pagati nell’anno da riparametrare in caso di diminuzione o aumento dell’orario di lavoro e rapportando ad anno il minor tempo di servizio
prestato.
Nota a verbale – I trattamenti economici previsti dall’art. 44, non sono cumulabili con quelli corrisposti dall’INAIL o da altro Ente pubblico per ogni giorno di assenza dal lavoro dovuta a malattia od infortunio e le corresponsioni delle Imprese costituiranno un’integrazione di quella stabilita dalla legge, fino alla concorrenza del trattamento più favorevole in materia.
Raccomandazione dell’ANIA alle Imprese – Con riferimento al personale addetto all’organizzazione produttiva ed alla produzione, l’ANIA raccomanda alle Imprese di tener proporzionalmente conto delle assenze per malattia e/o infortunio superiori ai 10 giorni continuativi ai fini del raggiungimento dei programmi indicati.

ART. 45
Fermo quanto contenuto nel precedente art. 44, per i dipendenti affetti da tbc e che siano ricoverati in istituti sanitari o case di cura a carico dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale valgono le disposizioni di cui all’art. 10 della Legge 28 febbraio 1953, n. 86 e all’art. 9 della Legge 14 dicembre 1970, n. 1088 e successive modifiche.
Nel caso in cui il periodo di conservazione del posto ecceda il limite massimo di comporto che compete a ciascun lavoratore/trice interessato in base ai punti a) e b) del precedente art. 44, spetta, per detto periodo eccedente, una indennità mensile pari al 50% dell’ultima retribuzione percepita.
Per quanto riguarda il personale addetto all’organizzazione produttiva ed alla produzione, e quello di cui alla Sezione Seconda della Parte Terza della Disciplina Speciale la retribuzione da prendere in considerazione agli effetti della determinazione dell’indennità di cui al secondo comma è quella indicata rispettivamente al quartultimo, terzultimo e ultimo comma del precedente.

Regolamento di Solidarietà

Gruppo Reale Mutua di Assicurazioni
Regolamento per interventi di solidarietà a favore dei dipendenti ai quali si applicano i vigenti CCNL ANIA e successive modifiche per il personale (impiegati e dirigenti) delle Società Reale Mutua di Assicurazioni, Reale Immobili S.p.A., La Piemontese Assicurazioni S.p.a., La Piemontese Vita S.p.a., Blue Assistance S.p.A. e Italiana Assicurazioni S.p.A. che abbiano perso il diritto allo stipendio a seguito del trascorrere dei termini di malattia o infortunio previsti dai vigenti CCNL e successive modifiche e dai Contratti e/o Accordi Aziendali.
Edizione novembre 2009
1.0 Premessa
Premesso che:
1.1 – nel contratto di lavoro sono contenute norme che prevedono la cessazione dell’erogazione dello stipendio ai dipendenti che siano rimasti assenti dal lavoro per malattia o infortunio per un determinato periodo;
1.2 – i dipendenti riuniti in assemblea hanno ritenuto di intervenire volontariamente per continuare, tramite proprio contributo, l’erogazione di una somma sostitutiva dello stipendio, ciò ai fini di supplire alle carenze della legislazione sociale e di integrare le prestazioni contrattuali in atto;
tutto ciò premesso, si precisa quanto segue:
2.0 . Soggetti attivi
2.1 – Sono e possono essere soggetti attivi dell’intervento:
2.1.1 – tutti i dipendenti della Società Reale Mutua Assicurazioni, di Reale Immobili S.p.A, di La Piemontese Assicurazioni S.p.A., di La Piemontese Vita S.p.A., di Blue Assistance S.p.A. e di Italiana Assicurazioni S.p.A. a assunti a tempo indeterminato che diano la loro adesione all’atto dell’approvazione definitiva, da parte dell’assemblea dei dipendenti stessi, del presente regolamento;
2.1.2 – tutti coloro che, assunti successivamente a tempo indeterminato dalla Società Reale Mutua Assicurazioni, di Reale Immobili S.p.A, di La Piemontese Assicurazioni S.p.A., di La Piemontese Vita S.p.A., di Blue Assistance S.p.A. e di Italiana Assicurazioni S.p.A., diano adesione all’atto dell’assunzione stessa;
2.1.3 – tutti coloro che diano la loro adesione successivamente o all’approvazione del presente regolamento o alla loro assunzione definitiva; per questi soggetti si fa espresso rinvio al successivo punto 3.3 per quanto concerne i benefici degli interventi.
2.2 – L’adesione dei soggetti attivi deve comunque essere data per iscritto e vale per tutta la durata del rapporto di lavoro con le predette Società.
I soggetti attivi hanno tuttavia facoltà di ritirare la propria adesione, tramite comunicazione scritta da inviarsi alla Società ed al servizio di segreteria.
Il ritiro ha effetto dopo due anni dalla data del timbro di calendario apposto dalla Società sulla predetta comunicazione al momento del ricevimento.
Resta inteso, quindi, che il soggetto sarà comunque obbligato, nel corso dei predetti due anni, ad accettare le trattenute che dovessero essere effettuate sulla base del presente regolamento.
3.0 – Soggetti beneficiari
3.1 – Tutti i soggetti attivi di cui al punto 2.0 sono anche soggetti beneficiari nei limiti di cui ai successivi punti 3.2 e 3.3
3.2 – I soggetti di cui ai punti 2.1.1 e 2.1.2 beneficiano degli interventi di cui al presente regolamento con decorrenza dal momento dell’adesione
3.3 – i soggetti di cui al punto 2.1.3 beneficiano degli interventi a condizione che tra il giorno della loro adesione e il giorno di inizio del computo dei giorni, trascorsi i quali cessa l’erogazione dello stipendio da parte della Società, siano trascorsi 12 mesi interi.
3.4 – beneficiano degli interventi anche i soggetti che già si trovino nelle condizioni di cui alla “premessa” all’entrata in vigore del presente “regolamento”.
4.0 Tipo d’intervento
4.1 – L’intervento di solidarietà è uguale per tutti i beneficiari, indipendentemente dalla retribuzione percepita al verificarsi dell’evento (sospensione dell’erogazione dello stipendio).
4.2 – L’intervento consiste nella corresponsione di una somma mensile che sarà di massima pari a 1/12 dello stipendio tabellare annuo comprensivo dell’indennità di contingenza di spettanza, in virtù del CCNL economico vigente al momento dell’inizio dell’intervento stesso, di un impiegato di 4° livello 1° classe.
4.3 - L’intervento ha inizio a partire dal 30° giorno successivo alla data di sospensione dello stipendio e rimarrà invariato per tutta la durata prevista dal punto 5.1
5.0 – Durata dell’intervento
5.1 – L’intervento avrà durata pari al periodo di conservazione del posto di lavoro, senza retribuzione, previsto dal CCNL e dagli accordi aziendali.
5.2 – L’intervento cesserà in ogni caso al verificarsi di una delle seguenti ipotesi:
5.2.1 – morte del beneficiario;
5.2.2 – reinserimento nel posto di lavoro nelle Società;
5.2.3 – risoluzione del rapporto di lavoro con le Società, ad eccezione degli Ispettori di Organizzazione Produttiva per i quali l’intervento potrà durare per un periodo di 12 mesi dopo la cessazione del rapporto di lavoro.
5.3 – In casi di particolare gravità l’assemblea dei soggetti attivi, composta da almeno il 10% degli stessi, può decidere, a maggioranza dei presenti di continuare l’intervento anche dopo l’avvenuta risoluzione del rapporto di lavoro; l’intervento stesso potrà aver luogo anche a condizioni diverse, ma comunque non oltre la durata di ulteriori 12 mesi ed entro i limiti massimi di prestazione di cui al precedente punto 4.2 con riferimento però al momento del rinnovo dell’intervento stesso.
E' possibili la concessione di più rinnovi sempre con le modalità e le limitazioni suddette.
Le decisioni dell’assemblea diventano obbligatorie per tutti i soggetti attivi.
6.0 - Contributi da parte dei soggetti attivi
6.1 – Il contributo mensile a carico di ciascun soggetto attivo rimarrà fisso, in rapporto a ciascun beneficiario, per la durata prevista dal CCNL e per l’eventuale periodo di tempo comunque previsto dai rispettivi Accordi Aziendali.
Per l’ulteriore periodo previsto da un singolo Accordo Aziendale il contributo sarà a carico dei soggetti attivi dell’Azienda di appartenenza del beneficiario.
6.2 – Il contributo mensile, che è strettamente legato al percepimento dello stipendio, sarà trattenuto, con la più sollecita decorrenza, dalle Società sulle 14 mensilità di tutti i soggetti attivi non beneficianti.
7.0 - Modi di erogazione
Il servizio di segreteria di cui al successivo punto 9.0 provvederà ad effettuare l’erogazione mensile, usufruendo degli importi risultanti dalle trattenute effettuate dall’Ufficio Personale delle Società.
8.0 - Modifiche al regolamento
8.1 – Il presente regolamento sarà oggetto di revisione in rapporto all’evoluzione della legislazione sociale o della normativa contrattuale.
8.2 – Per qualsiasi questione, decisione, interpretazione, revisione (compresa quella di cui al precedente punto) decide l’assemblea dei soggetti attivi a maggioranza dei presenti. L’assemblea sarà valida in quanto siano presenti almeno 1/3 dei soggetti attivi in prima convocazione o 1/5 in seconda convocazione.
9.0 - Servizio di segreteria
In applicazione al presente regolamento viene istituito un servizio di segreteria, la cui gestione viene affidata alle Organizzazioni Sindacali.
10.0 – Cessazione del regolamento
Il presente regolamento cadrà automaticamente qualora il numero dei soggetti attivi dovesse scendere sotto le 300 unità.

mercoledì 28 aprile 2010

COMMISIONE EUROPEA OCCUPAZIONE,AFFARI SOCIALI E PARI OPPORTUNITA'

Cos’è la discriminazione?

Esistono due tipologie fondamentali di discriminazione: quella diretta e quella indiretta.

Discriminazione diretta
Si ha quando una persona riceve un trattamento meno favorevole rispetto ad altri a causa della sua origine etnica o razziale, della sua religione o del suo credo, del suo handicap, della sua età o del suo orientamento sessuale.
Esempi di discriminazione diretta: un negoziante che rifiuta di assumere persone qualificate semplicemente perché di una certa razza o od origine etnica oppure un datore di lavoro che specifica in un'inserzione che è gradita unicamente la candidatura di persone giovani, anche se il lavoro in questione potrebbe essere svolto senza problemi da una persona più anziana.

Discriminazione indiretta
Si ha quando una specifica, una prassi o un criterio apparentemente neutri potrebbero mettere in una posizione di svantaggio alcune persone per motivi di origine etnica o razziale, religione o credo, handicap, età od orientamento sessuale, a meno che tale condotta non possa essere giustificata da uno scopo legittimo.
Esempi di discriminazione indiretta: un’agenzia di traduzione che preme affinché tutti i candidati traduttori siano in possesso della patente di guida perché, occasionalmente, potrebbe rendersi necessario ritirare o consegnare di persona i testi ai clienti: dal momento che tale requisito impedisce ad alcune persone con disabilità di candidarsi e che la patente di guida non è essenziale allo svolgimento del lavoro, l’agenzia sta effettivamente discriminando questa particolare categoria di persone, a meno che non sia in grado di dimostrare che esiste una motivazione oggettiva in grado di giustificare tale misura.
Un grande magazzino che vieta ai dipendenti di indossare un copricapo quando servono i clienti: questa regola impedisce a coloro il cui credo impone di coprirsi il capo, ad esempio le donne musulmane, di lavorare in quel negozio; il grande magazzino sta pertanto discriminando indirettamente questa categoria di persone, a meno che non sia in grado di dimostrare che esiste una motivazione oggettiva a giustificazione di tale politica.
LINK SITO

TRA SCIENZA E MITO

martedì 27 aprile 2010

Nuova Ztl al via dal 31 maggio Dal 5 luglio multe con telecamere

Il Comune informerà i cittadini distribuendo 150 mila depliant e mandando decine di migliaia di e-mail
Torino
La Ztl (zona a traffico limitato) aggiornata di Torino sarà operativa dal 31 maggio, nella fase di "pre-esercizio", ma solo dal 5 luglio i trasgressori saranno puniti con l’utilizzo delle telecamere. Il via libera definitivo oggi con l’approvazione dell’ultima «delibera tecnica», con l’ha definita l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero. Sulle porte d’accesso alla Ztl sarà affisso un adesivo con la data del 31 maggio, da quando le porte saranno presidiate «da vigili e volontari», ha spiegato l’assessore Sestero. I genitori degli alunni di una decina di scuole, statali o paritarie, comprese nell’area Ztl, potranno avere un permesso valido due ore, che verrà richiesto dalle scuole. Permessi anche per gli abbonati dei parcheggi e per il personale di due strutture sanitarie.
Il Comune informerà i cittadini distribuendo 150 mila depliant e mandando decine di migliaia di e-mail. Nel frattempo, la Città ha verificato che non è possibile inviare "avvisi di cortesia" per informare i trasgressori per le prime infrazioni. «La legge sulla privacy e un decreto del ministero dei Trasporti - ha spiegato Maria Grazia Sestero - prevedono che le immagini ottenute con le telecamere siano utilizzabili solo per le multe».

lunedì 26 aprile 2010

Congresso Nazionale CGIL Fisac: Ghezzi nuovo segretario

Chiusi i lavori del congresso nazionale di categoria a Rimini
di Guido Iocca
RIMINI – Si è concluso con l’elezione di un nuovo segretario il VII congresso nazionale della Fisac, che si è svolto dal 14 al 16 aprile al teatro Novelli di Rimini. La scelta è caduta – come aveva proposto Enrico Panini, a nome della segreteria confederale della Cgil, nel chiudere i lavori delle assise – su Carlo Ghezzi, presidente della Fondazione Di Vittorio ed ex componente della segreteria nazionale della confederazione di corso d’Italia.
PASSAGGIO DI CONSEGNE AL VERTICE DEL SINDACATO

VII Congresso Nazionale della Fisac-CGIL

È Carlo Ghezzi il nuovo Segretario Generale della Fisac-CGIL. Nato a Milano nel 1946, ha lavorato nelle aziende del gruppo farmaceutico Roche. È stato membro di commissione interna, poi delegato del consiglio di fabbrica. Dal 1975 è dirigente a tempo pieno del sindacato Chimici della CGIL fino ad assumerne la direzione a livello milanese e lombardo. Nel 1981 è entrato a far parte della segreteria della Camera del Lavoro di Milano di cui è divenuto Segretario Generale nel 1984. Dal 1995 al 2003 ha fatto parte della segreteria confederale della CGIL e ha diretto il dipartimento d’Organizzazione. Dal 2004 è Presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio.

175 aventi diritto, 165 i votanti, 97 sì, 15 no e 53 astenuti, questi ultimi provenienti dai rappresentanti della minoranza: è questo il risultato della votazione del direttivo fresco di nomina, i cui lavori si sono conclusi alle 20.30 del 16 aprile. Ghezzi prende le redini di una Fisac che non ha espresso un consenso il più ampio possibile attorno al nome di un candidato interno. Un segretario al di sopra delle parti, dirigente sindacale di lungo corso ed esperienza nella confederazione di corso Italia. Ghezzi è chiamato a gestire una categoria uscita quasi spaccata dal voto congressuale (il segretario uscente, Mimmo Moccia, era primo firmatario della mozione due, che non ha raggiunto la maggioranza all’interno della Fisac) e che in prospettiva potrebbe comunque ricompattarsi attorno a una candidatura condivisa, espressa dallo stesso direttivo della Fisac.
Un congresso, il VII della Fisac, che al di là delle forti divisioni registrate tra i sostenitori delle mozioni contrapposte, ha trovato il suo denominatore comune nella preoccupazione – più volte resa esplicita dagli interventi dei delegati nella tre giorni di dibattito – nei confronti dei problemi che sta vivendo il settore, che se da un lato ha patito meno di altri gli effetti negativi della crisi e continua a fare guadagni, dall’altro deve fare i conti con vertenze difficili e dagli esiti imprevedibili, che coinvolgono migliaia di lavoratori (di imprese grandi – Intesa-San Paolo e Unicredit – e piccole – Fonspa e Delta, tra le altre). Stipendi decurtati, minori tutele previdenziali e assistenziali, orari sempre più estesi.
“Il cahier de doleances che ci consegnano quotidianamente i lavoratori – aveva osservato il segretario uscente Domenico Moccia nella sua relazione introduttiva ai lavori delle assise – ha raggiunto ormai le dimensioni del tomo”, ammonendo subito dopo: “I punti di crisi che si sono drammaticamente aperti non potranno vedere separatismi opportunistici tra le aziende, ma una risposta coordinata e solidale di sistema”.
Sulle difficili condizioni di lavoro si è soffermata nel suo intervento al Congresso anche Graziella Rogolino, della segreteria nazionale Fisac e leader della componente di maggioranza interna. “Non è solo la precarietà del rapporto d’assunzione a diffondere nei luoghi di lavoro senso di ansia e di smarrimento – ha detto Rogolino -: il disagio è anche il risultato di fenomeni in apparenza meno traumatici, ma comunque molto difficili per le persone, come l’estrema parcellizzazione dell’impresa e l’estromissione di molte attività facenti parte del ciclo: si frantumano reparti, si sconvolgono mansioni e responsabilità, si cambiano compiti e procedure, si comprimono i costi: è la razionalizzazione delle imprese, ma è anche una ben triste razionalizzazione delle persone”.

STORIA DEL CINEMA INTERNAZIONALE A PENSARCI BENE...

DICESI: ORGANIGRAMMA.


L' organigramma è la rappresentazione grafica di una struttura organizzativa in un certo momento.

È composto da.
rettangoli, che rappresentano gli enti (o organi);
linee, che rappresentano le relazioni gerarchiche o talora funzionali tra gli enti.
All’interno dei rettangoli viene indicata solitamente la denominazione dell'ente, la sua eventuale sigla, il responsabile ed eventualmente altre informazioni ritenute utili.
Tra gli enti si distinguono:
gli organi di line , che hanno autorità gerarchica sugli enti sottoposti
gli organi di staff , che sono di supporto agli enti di line (es. segreterie, uffici studi, ecc.)
La rappresentazione può essere:
piramidale, che dal punto di vista grafico si estende molto in larghezza
a bandiera, che si estende in altezza
misto; per ragioni di spazio si rappresentano alcuni livelli di organigramma in modo piramidale ed i successivi a bandiera
ad albero: in alcuni sistemi informativi si ha una rappresentazione simile a quella delle directory
Gli enti organizzativi (o organi, o unità organizzative) rappresentati nell'organigramma assumono varie denominazioni, a seconda dell'area di appartenenza: "direzioni", "divisioni", "funzioni", "dipartimenti", "ripartizioni", "aree", "settori", "sezioni", "uffici", "reparti", "officine", eccetera.
Esistono molti prodotti software che permettono di creare organigrammi; alcuni di questi sono Microsoft Visio, Microsoft PowerPoint, ed OrgPlus. Ci sono anche prodotti progettati espressamente solo per creare e gestire organigrammi, quali Ingentis, Cezanne Software, ECOS Application, OrgPublisher e PeopleBoard. Questi prodotti permettono alle società di creare organigrammi colleganodoli ai sistemi ERP, quali SAP, PeopleSoft, Ecos HR ed Oracle ERP Sisteme, H1 Hrms.
Alcuni prodotti, come per esempio Orgplus, permettono di analizzare la struttura organizzativa, rappresentando in modo visuale immediato per esempio informazioni o KPI quali spam of controll, scostamento dei valori di budget, collocazione dei lavoratori prossimi alla pensione, collocazione dei top performer ecc., rendendo l'organigramma uno strumento di gestione di uso fondamentale in un'organizzazione (oltre la mera funzione di comunicazione/pubblicazione).

UNA TRAGEDIA DELL'UMANITA' CAUSATA "DALL'ORGANIGRAMMA"

Il nome di Černobyl divenne famoso in tutto il mondo dopo il 26 aprile del 1986 quando, in seguito a gravi errori del personale e irresponsabilità dei dirigenti durante l'esecuzione di un test, nella locale centrale elettronucleare vi fu fusione del nocciolo del reattore n° 4 con una conseguente esplosione (non nucleare) della copertura e dispersione di grandi quantità di materiale radioattivo.




Per il mondo, l'ora atomica si fermò all'una e ventitrè del 26 aprile 1986: a Chernobyl, piccola città ucraina ad ottanta chilometri dalla capitale Kiev e quasi al confine con la Bielorussia, l'Unione Sovietica e l'umanità tutta conoscevano il più grande disastro nucleare della storia.

Il vecchio reattore 4, modello RBMK, che alimentava la centralee consegnava, col lavoro incessante del suo nucleo, energia a gran parte del territorio ucraino, era un modello in cui, per favorire il rallentamento dei neutroni e quindi per non incorrere in una reazione incontrollabile, si utilizzavano grandi blocchi di grafite. Quel giorno di aprile del 1986 era in programma un test, che doveva saggiare la capacità complessiva dell'impianto di continuare a produrre energia (almeno nella misura necessaria a far funzionare il sistema di sicurezza) nell'ipotesi in cui si manifestasse una qualche causa di malfunzionamento che mettesse a rischio la struttura e la sua complessiva tenuta.
Ai fini del compimento del test, era dunque necessario diminuire progressivamente la potenza complessiva del reattore. Gli operatori della centrale iniziarono a provvedere in tal senso proprio all'una di notte, dopo aver momentaneamente disattivato, come richiesto dal protocollo, il sistema di sicurezza. Ma lo fecero troppo rapidamente: ovvero, le barre di grafite di cui si diceva vennero inserite nel reattore stesso a velocità troppo elevata, con la conseguenza che l'impianto perse immediatamente potenza, e sprigionò un violentissimo calore proprio a causa del blocco cui era andato incontro, determinando così un'enorme bolla di idrogeno all'interno dell'acqua utilizzata per raffreddare il cuore pulsante della struttura.

CHIUSURA DEL RISTOMIL

Venerdì 30 aprile, il self-service Ristomil di via Traiano,7 chiuderà, per lo spostamento della attività in altra zona di Milano.

domenica 25 aprile 2010

AI MARTIRI DELLA COSTITUENTE DEMOCRATICA, W IL 25 APRILE.


Il sole nascente della Costituente
Grazie Compagni.

venerdì 23 aprile 2010

No all'arbitrato nel caso di licenziamento Commissione approva modifiche Ddl lavoro

ROMA - La clausola compromissoria sull'arbitrato non può riguardare controversie relative al licenziamento. La commissione Lavoro della Camera ha approvato l'emendamento al ddl lavoro presentato dal relatore Giuliano Cazzola (Pdl). Viene così recepito l'avviso comune siglato dalle parti sociali, ad eccezione della Cgil, prima che il capo dello Stato rinviasse alle Camere il provvedimento per una nuova deliberazione.

Questo, nel dettaglio, l'emendamento approvato all'art.31, comma 9: "La clausola compromissoria non può riguardare controversie relative alla risoluzione del contratto di lavoro. Davanti alle commissioni di certificazione le parti possono farsi assistere da un legale di loro fiducia o da un rappresentante dell'organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato".
Inoltre, "in assenza degli accordi interconfederali o contratti collettivi" sui campi di applicazione dell'arbitrato attraverso le clausole compromissorie "trascorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali convoca le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative, al fine di promuovere l'accordo. In caso di mancata stipulazione dell'accordo di cui al periodo precedente, entro i sei mesi successivi alla data di convocazione, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali individua in via sperimentale, con proprio decreto, tenuto conto delle risultanze istruttorie del confronto tra le parti sociali stesse, le modalità di attuazione e di piena operatività delle disposizioni di cui al presente comma".
Approvati tutti gli emendamenti proposti dalla maggioranza, ma respinto l'unico emendamento presentato dal governo, relativo all'articolo 20 sull'esposizione all'amianto dei lavoratori a bordo delle navi di Stato.
Martedì prossimo, dopo aver acquisito il parere delle altre commissioni, la commissione Lavoro darà il mandato al relatore a riferire in Aula. L'approdo davanti all'assemblea di Montecitorio è previsto per il giorno successivo, mercoledì 28 aprile. Il testo dovrà poi passare a Palazzo Madama, dove, ha auspicato il sottosegretario al Welfare, Pasquale Viezzoli, non vi dovrebbero essere modifiche e dovrebbe quindi arrivare il via libera definitivo sul testo varato oggi.
Gli emendamenti approvati oggi, ribadisce il segretario della Cgil Fulvio Fammoni, non bastano "per cambiare il senso di una legge sbagliata che continua a mantenere punti evidenti di incostituzionalità". "Prendiamo atto di questi primi cambiamenti - prosegue Fammoni - che riteniamo anche frutto della nostra coerente iniziativa, ma la mobilitazione prosegue e si rafforza". Confermati pertanto i presidi sotto le prefetture di tutte le città d'Italia il 26 aprile e il presidio nazionale nel giorno dell'avvio del dibattito in Aula, il 28 aprile.

giovedì 22 aprile 2010

2° Congresso Regionale UILCA

NO ALL'ARBITRATO

Intesa-Sanpaolo, i sindacati: no alla guerra tra Torino e Milano

Guardare a lavoratori, clienti e territorio

No alla guerra Milano-Torino, sì a lavoratori, clienti e territorio. Lo affermano in una nota Fabi-Fiba/Cisl-Fisac/Cgil-Silcea-Sinfub-Ugl-Uilca in relazione alla partita sulle nomine in IntesaSanpaolo.
Secondo le varie sigle, «la cautela e il riserbo auspicabili per la costruzione del futuro della prima banca italiana continuano ad essere sacrificati dalle continue esternazioni dei diversi attori in campo, a partire dai grandi azionisti (che rappresentano una soglia del 25% del capitale) e dalla politica».
«Nulla - si legge nella nota - è scritto o detto sul vero valore della Banca: oltre 100.000 lavoratori di cui 75.000 in Italia. 15.000 tra divisioni di Governance e Consorzio e 60.000, presenti nelle 21 banche del Gruppo, che non sono spettatori ma protagonisti di un impegno straordinario continuo e decisivo per i risultati della banca. Impegno che è stato riconosciuto dal consigliere delegato Corrado Passera, in occasione della presentazione dei risultati del 2009. Impegno che - dicono i sindacati - parte da lontano, e precisamente dal 2002, quando i lavoratori di Intesa furono chiamati a pesanti sacrifici che contribuirono in modo determinante al risanamento e al rilancio della banca».
«Riteniamo che l`impegno dei lavoratori - prosegue la nota -richieda certezza della Governance e stabilità nella guida della Banca. La certezza nel tempo sarà possibile solo se il dualismo Torino/Milano tra gli azionisti sarà ricomposto ’a vantaggio del bene comunè, così come i sindacati e la stessa azienda hanno dimostrato di saper fare per tutti i lavoratori del Gruppo. ’Vantaggio del bene comunè che si sviluppi, al riparo dalle pretese ingerenze della politica, in una proiezione di IntesaSanpaolo che opera non solo a Milano e Torino ma in tutti i territori del Paese, con 21 Banche, al servizio della clientela».

Benzina, al via il prezzo settimanale

Raddoppiati gli impianti self service

Al via il protocollo tra ministero dello Sviluppo economico petrolieri e gestori sulla riforma del sistema di distribuzione dei carburanti. Tra i primi punti dell’intesa l’introduzione del prezzo settimanale e il raddoppio delle pompe self service. Il protocollo prevede infatti la fissazione di un prezzo massimo che durerà per una settimana e che le compagnie, una volta fissato, potranno solo diminuire e non aumentare. Le misure sono state illustrate oggi dal settosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia che ha sottolineato come questi due punti saranno realizzati subito nel giro di un anno e che saranno adottati attraversi «atti amministrativi e legislativi. Se non ci saranno altri strumenti - ha aggiunto Saglia - il veicolo sarà la legge sulla concorrenza di giugno ma anche prima per via parlamentare».
Come conseguenza del raddoppio dei distributori self service che passeranno dall’attuale 40% all’80% arrivando dunque a 14-15mila impianti self ed iper-self in questo anno il governo intende anche - ha spiegato Saglia - arrivare ad un accordo con l’Abi per una carta prepagata con cui gli automobilisti possano fare benzina semplicemente senza avere costi di commissioni. Questo un altro dei punti previsti dal protocollo raggiunto oggi al ministero dello Sviluppo economico tra governo, gestori e petrolieri.
Inoltre per «aumentare la trasparenza saranno eliminati dall’indicazione del prezzo i millesimi», ha spiegato Saglia. Da discutere ancora, invece, con le regioni l’ampliamento dell’orario di apertura e la possibilità per i distributori di vendere prodotti non oil. Per questo saranno avviate delle discussioni con i Monopoli sul tema delle ricevitorie «una voce ricca che può dare introiti aggiuntivi», ha spiegato Saglia. Inoltre tra i provvedimenti da adottare a breve quello per una maggiore apertura di punti vendita "eco-sostenibili" come quelli per il metano.

Fmi: il Pil italiano crescerà meno del previsto, nel 2010 +0,8%, +1,2% nel 2011

Riviste al ribasso le stime di gennaio. Allarme disoccupazione in Europa.

MILANO - Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rivede le stime di crescita per l'Italia. Secondo il Fondo monetario il pil nel 2010 salirà dello 0,8% mentre nel 2011 la ripresa accelererà al +1,2%. In ambedue i casi si tratta di una revisione al ribasso delle stime precedenti: rispetto alle previsioni di gennaio 2010, il pil 2010 dell'Italia è stato ridotto di 0,2 punti percentuali, mentre quello 2011 di 0,1 punti percentuali.

RIPRESA A INTENSITA' VARIABILE - Secondo l'Fmi la ripresa economica mondiale procede «meglio delle attese», sebbene a intensità variabile nelle diverse regioni del Globo. A trainare il recupero sono i Paesi emergenti, mentre nelle economie avanzate «la forza del rimbalzo resta moderata» e messa a rischio dai crescenti debiti pubblici e dalla difficile situazione del mercato del lavoro. E soprattutto l'Europa resta relegata nelle retrovie. In particolare, il Pil mondiale crescerà del 4,2% quest'anno e del 4,3% il prossimo, un punto in più rispetto alle previsioni d'autunno. Nel complesso il prodotto dei Paesi industrializzati salirà rispettivamente del 2,3 e del 2,4%, mentre in quelli emergenti il balzo sarà del 6,3% nel 2010 e del 6,5% nel 2011. L'analisi del Fondo promuove gli Usa, il cui Pil aumenterà «sorprendentemente» del 3,1% quest'anno e del 2,6% il prossimo. Bocciata invece Eurolandia, ancorata a un modesto incremento dell'1% nel 2010 e dell'1,5% nel 2011. A pesare, sostengono gli economisti di Washington, sono gli squilibri di bilancio e delle partite correnti in molti Paesi della zona. Oltre alle preoccupazioni accese dalla crisi greca «che potrebbe contagiare altri Paesi vulnerabili dell'area» e minacciano «la normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari».
DISOCCUPAZIONE -L'Fmi lancia nel suo rapporto di primavera anche un'allarme disoccupazione: «L'alta disoccupazione pone grandi problemi sociali» sotolinea il Fondo monetario internazionale secondo cui nelle economie avanzate il numero dei senza lavoro «è destinato a rimanere vicino al 9% fino al 2011 per poi declinare solo lentamente». Per questo, affermano i tecnici dell'istituzione di Washington, «le politiche macroeconomiche devono continuare a sostenere in modo appropriato la ripresa» e, «allo stesso tempo», devono «favorire la flessibilità salariale e dare aiuto adeguato ai disoccupati». I numeri sono terribili. Il tasso di disoccupazione si attesterà negli Stati Uniti al 9,4% quest'anno per poi scendere all'8,3%. Nella zona dell'euro i disoccupati resteranno invece al 10,5% sia nel 2010 che nel 2011. In questo quadro si difende l'Italia dove i senza lavoro sono previsti pari rispettivamente all'8,7% e all'8,6% nei due anni. A picco la Spagna, dove le stime arrivano al 19,4% nel 2010 e al 18,7% nel 2011.

lunedì 19 aprile 2010

lo ricordiamo così.

" Giovane e pieno di speranza, sempre forte delle mie carrellate e dei fuochi centrati in diretta, entrai in quello studio di Cologno Monzese, il numero 4. Edizione straordinaria della trasmissione - Tra moglie e marito - V.I.P., solito orario francese e già per il mezzogiorno ero in mensa a mangiare con gli altri, pronto per il pomeriggio di riprese. il regista Rinaldo mi assegna una camera importante la 2 quella che segue una delle tre coppie, non sono più fisso sul presentatore, solita inquadratura ferma e dinnanzi alla sua spocchia.
Oggi è un gran giorno telecamera importante, ma chissa chi dovrò inquadrare? Con l'assistente di studio il mitico Sister si assegna i compiti e si aspetta gli artisti al trucco, al parruco alla sarta. Da lontano nel corridoio dell'ingresso dello studio registrazione un uomo ed una donna si avvicinano, lui alto disnocollato lei bassa ma graziosa, era Raimondo Vianello con la moglie Sandra. Entrarono ed immediatamente si sedettero senza trucco, parruco e sartoria come arrivati da casa, ed hanno iniziato a parlare e scherzare con le maestranze. Io abituato a spocchiosi e vanitosi soubrettes e attori, loro con umanità. Vi ricorderò sempre così, umili e gentili con tutti noi, che non guadagnavamo i loro cachet, ma guadagnavano in noi simpatia e tanta gioia. Ciao Raimondo"

Reale Mutua guarda all' Europa Abbiamo i numeri per crescere

Repubblica — 06 aprile 2010 pagina 14 sezione: TORINO


REALE Mutua ha «la volontà di crescere in Europa» perché «ha superato piuttosto bene il 2009». Lo ha detto Luigi Lana, direttore generale, a margine della conferenza stampa di presentazione della convenzione tra l' istituto e l' Ascom torinese (rinnovato l' accordo 2006 che garantisce ai soci Ascom un servizio di assistenza sanitaria e assicurativa sugli infortuni). «Espandersi in Europa - ha detto Lana - per ora è un sogno, ma ci stiamo attrezzando per farlo diventare realtà». Nel frattempo, «attendiamo di valutare in che modo le nuove regole di ' Solvency 2' (proposta di direttiva Ue per estendere Basilea 2 al settore assicurativo, ndr) possono impattare sulla nostra azienda. Sulla base di questo potremo capire la nostra disponibilità a investire in base al nostro patrimonio».

PRESTITI = DEBITI

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Tariffe, stangata per le famiglie In 5 anni +15%, nel 2009 +3,9%

Unioncamere: «+20%. Rifiuti +30%». Boom delle assicurazioni: +131% in 13 anni

MILANO - Stangata per le famiglie italiane a causa delle tariffe cresciute nel 2009 del 3,9% rispetto all’anno prima e del 15% negli ultimi 5 anni. Queste le valutazioni che emergono dall’Osservatorio «Prezzi e Mercati» di Indis, Istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione. A crescere di più nell’ultimo quinquennio i prezzi amministrati localmente, che in media segnano un aumento cumulato di oltre il 20%. Tra questi si segnalano i rincari del 30% per i rifiuti solidi urbani e dell’acqua potabile.

L'INFLAZIONE - Spinta dalla ripartenza dell’economia e dall’aumento dei prezzi di petrolio e materie prime - nota Unioncamere - l’inflazione ricomincia a salire ma resta sotto controllo, mentre le tariffe pubbliche schizzano. «Mentre la crescita dell’inflazione e l’aumento delle materie prime possono essere salutati come un segnale del fatto che l’economia nazionale e internazionale sta ripartendo», ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, «l’incremento delle tariffe in questo momento ancora delicato viene ad incidere negativamente sui bilanci delle famiglie e, quindi, potrebbe anche rallentare la ripresa dei consumi interni. È un elemento che va tenuto sotto osservazione». L’analisi realizzata dall’Osservatorio dei prezzi e dei mercati sulla base dell’indice Ipca, evidenzia che nell’ultimo quinquennio le tariffe pubbliche sono cresciute del 15%, cinque punti percentuali in eccesso rispetto al tasso ufficiale di inflazione. Tra queste le tariffe postali sono rincarate di circa il 13%, le tariffe autostradali di circa il 15%, quelle ferroviarie del 26%, i trasporti marittimi di oltre il 38%. È evidente, per Unioncamere, che questi aumenti contribuiscono a erodere il potere d’acquisto delle famiglie e ad accrescere i costi che gravano sui bilanci delle imprese, in particolare piccole e medie: «Una maggiore moderazione in questo senso - rileva Unioncamere - sarebbe auspicabile, soprattutto in un fase come quella attuale in cui gli equilibri economico-finanziari degli uni e degli altri sono già messi a dura prova dalla debolezza del mercato del lavoro e dall’aumento delle materie prime».
BOOM ASSICURAZIONI -Accanto alle tariffe locali, c'è il vero e proprio boom delle assicurazioni. Dal 1996 al 2009 i prezzi in Italia sono aumentati del 131,3%, contro il +35,3% della zona euro. A certificare la galoppata di rc auto e altri prodotti assicurativi è il Quaderno dei prezzi del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'Economia relativo a dicembre 2009. Secondo il voluminoso studio, che propone anche un confronto tra i cinque maggiori Paesi europei, l'Italia conquista il primo posto dei rincari: al secondo posto c'è il Regno Unito (+78,6%) e al terzo la Spagna (+67,4%). Seguono la Germania (+30,1%) e la Francia (+16,5%). Consistente anche l'aumento dei servizi finanziari (+89,9% contro +43% della zona euro). In generale, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo dal 1996 mostra un forte aumento per la Spagna (+42%) e per l'Italia (+33%), entrambe sopra la media di Eurolandia (+27,8%). Sotto la soglia si trovano invece Francia (+23,4%), Regno Unito (+23,1%) e Germania (+21%).

venerdì 16 aprile 2010

FILMOGRAFIA ITALIANA

Bankitalia: cresce la pressione fiscale Ripresa ancora debole, giù i redditi

Il peso del fisco nel 2009 salito dal 42,9 al 43,2%. L'indebitamento delle famiglie è al 60%, consumi ancora in calo. 700.000 disoccupati in più rispetto all'aprile dell'anno scorso, per i giovani il tasso è al 28,2%. Conti pubblici peggiorati. Lieve ripresa, ma investimenti ancora stagnanti

ROMA - Cresce il peso delle tasse sulle tasche degli italiani: nel 2009 la pressione fiscale è passata dal 42,9 al 43,2%. Lo afferma la Banca d'Italia nel Bollettino Economico. "In Italia la ripresa economica è ancora debole", scrive via Nazionale, aggiungendo che "sulle prospettive di crescita pesano la debolezza della domanda interna e la lenta ripresa dell'export". Il reddito disponibile delle famiglie "è calato di oltre due punti percentuali in termini reali nella media dello scorso anno". Tuttavia "uno stimolo temporaneo ai consumi" dovrebbe arrivare, a partire da aprile, grazie agli incentivi decisi dal governo.

Indebitamento delle famiglie al 60%. L'indebitamento della famiglie italiane è salito, ma resta parecchio al di sotto di quello medio dell'area euro: se da noi il debito è quasi al 60% del reddito, nei 16 Paesi della moneta unica arriva ormai al 95%. "Nel quarto trimestre del 2009 - rileva via Nazionale nel Bollettino di aprile - il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è lievemente salito, al 60%. L'incremento ha riflesso prevalentemente l'aumento dei prestiti bancari a medio e a lungo termine e la riduzione del reddito disponibile. Il livello dell'indebitamento rimane comunque nettamente inferiore a quello medio dell'area dell'euro (prossimo al 95% a settembre del 2009)".
Consumi ancora in calo. I consumi sono deboli e non si vede all'orizzonte un'inversione di tendenza. Dopo la contrazione dei consumi dell'1,8% registrata nel 2009, i segnali per i primi mesi del 2010 non delineano una inversione di tendenza. Il clima di fiducia dei consumatori, in progressivo miglioramento nella seconda metà del 2009, "è tornato a peggiorare quest'anno, riportandosi, in marzo, sui livelli dello scorso giugno". Sulla fiducia delle famiglie "pesa il maggiore pessimismo circa la situazione economica generale del Paese e l'accresciuta preoccupazione sulle condizioni del mercato del lavoro: la percentuale dei consumatori intervistati che prevede un forte aumento della disoccupazione nei prossimi dodici mesi è salita oltre il 30 per cento in marzo, il doppio di quanto registrato lo scorso luglio".
Peggiorati i conti pubblici. "La situazione delle finanze pubbliche è notevolmente peggiorata", rileva la Banca d'Italia, ricordando che l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è salito nel 2009 al 5,3% del Pil, dal 2,7% del 2008. Il risultato è in linea con le valutazioni ufficiali dello scorso luglio, confermate nei mesi successivi. L'aumento del disavanzo, osservano gli economisti di Via Nazionale, "è riconducibile alla marcata crescita della spesa primaria e alla flessione delle entrate, anche se quest'ultima è stata meno pronunciata di quella del Pil nominale". Il forte peggioramento dei conti è comunque "quasi interamente riconducibile alla flessione dell'attività economica".
Modesta ripresa ma investimenti stagnanti. L'attività "è in ripresa" ma "ristagnano gli investimenti produttivi". Nella media del primo bimestre del 2010 l'attività manifatturiera è cresciuta dell'1,4% in termini congiunturali, riguadagnando circa sette punti percentuali rispetto al punto di minimo. Trainato dalla componente estera, l'indice degli ordinativi dell'industria, deflazionato con i relativi prezzi alla produzione, è aumentato dell'1,3% nella media dei tre mesi terminanti in gennaio
In un anno 700.000 occupati in meno. "Rispetto al picco raggiunto nell'aprile del 2008, il numero delle persone occupate è diminuito di oltre 700 mila unità (-3,1%)", precisa il Bollettino della Banca d'Italia. Il calo dell'occupazione prosegue dunque anche nei primi mesi del 2010: in gennaio e febbraio "la flessione è stata pari in media allo 0,4% sull'ultimo trimestre 2009", afferma via Nazionale, ricordando come tra ottobre e dicembre scorso l'occupazione abbia registrato, "per il sesto trimestre consecutivo", un ulteriore calo dello 0,2% sul trimestre precedente. A febbraio pertanto il tasso di disoccupazione "ha raggiunto l'8,5%, 1,2 punti percentuali in più" rispetto allo stesso mese del 2009. Ed è tra i giovani, nella fascia compresa tra i 15 e i 24 anni, che si registra l'aumento più pesante: il tasso di disoccupazione infatti "è cresciuto di quattro punti, raggiungendo il 28,2%".

giovedì 15 aprile 2010

E' morto Raimondo Vianello

Il "signore della tv" aveva 87 anni

MILANO
Raimondo Vianello, attore e conduttore tv è morto a 87 anni. Con la moglie Sandra ha fatto la storia della tv italiana. Il 7 maggio avrebbe compiuto 88 anni. Se ne va uno degli ultimi volti della grande tv dell’Italia del boom, animatore con la sua grazie a la sua ironia di infiniti sketches, culminati negli ultimi anni dopo il passaggio a Mediaset con la serie «Casa Vianello» nella collaudatissima coppia con la moglie Sandra Mondaini. Indimenticabili restano i loro varietà televisivi alla Rai («Tante scuse», «Di nuovo tante scuse») e prima ancora, le irresistibili scenette a fianco di Ugo Tognazzi.
Vianello, uno dei grandi protagonisti della commedia all’italiana, era nato a Roma il 7 maggio 1922. Cresciuto a Spalato, in Dalmazia, dove si era trasferito il padre, un ammiraglio nella Marina militare, si arruola come bersagliere nei reparti della Repubblica sociale italiana e viene rinchiuso dagli Alleati nel campo di concentramento di Coltano insieme al poeta statunitense Ezra Pound e ad altri giovani destinati a una grande carriera nel mondo del cinema come Walter Chiari, Enrico Maria Salerno e Luciano Salce. Negli anni ’50 dopo il teatro di rivista con Garinei e Giovannini, passa al cinema, come caratterista, ma il grande successo arriverà in televisione con Ugo Tognazzi nel programma «Un due tre». Nel 1962 sposa Sandra Mondaini, con la quale condividerà un sodalizio artistico che durerà cinquant’anni.
Vianello si confermerà così uno dei volti più amati dal pubblico italiano negli anni ’70 con una serie di varietà Rai molto seguiti dal pubblico. L’approdo a Mediaset inaugurerà una nuova stagione di successi che culminerà con la sit-com «Casa Vianello», sempre in coppia con la Mondaini. Nel 1998, a 76 anni, esordisce come presentatore del Festival di Sanremo. Nella sua lunga e carriera l’attore è comparso in più di cinquanta film di genere comico, mettendo sempre la firma della sua cifra stilistica, grande ironia e affettuosa signorilità.I funerali di Raimondo Vianello secondo quanto afferma Sky, si terranno a Milano, il prossimo sabato, alle ore 11 nella Chiesa di Milano 2.

ELEZIONI FONDO PENSIONI - DUE COMUNICAZIONI DI SERVIZIO -

  1. TOTALE VOTI UIL RSA ITALIANA= 70 VOTI SU UN TOTALE DI COLLEGHI AVENTI DIRITTO AL VOTO 330; PERTANTO NON CI SEMBRA DI " ESSERE UN SINDACATO FORMATO DA ISCRITTI CHE RAPPRESENTANO IL MALCONTENTO" FRASE DI UN COLLEGA.
  2. RESISTIAMO ANCHE SENZA IL " PATTO DI VIA GARIBALDI".
A PARTE: GRAZIE A TUTTI VOI COLLEGHI PER LA FIDUCIA, CHE OGNI GIORNO CI DIMOSTRATE. AVANTI, SEMPRE CON UILCA ITALIANA. 

FONDO PENSIONE

COMMISSIONE ELETTORALE PRESSO LA SOCIETA' ITALIANA ASSICURAZIONI S.p.A.
del
FONDO PENSIONE DEI DIPENDENTI DEL GRUPPO REALE MUTUA
Milano, 14/04/2010
COMUNICATO N. 3
Secondo le disposizioni del Regolamento annesso allo Statuto del Fondo Pensione, la Commissione Elettorale rende noto il risultato delle elezioni dei Delegati del 14/04/2010.
Aventi diritto al voto: 330
Votanti: 229 (di cui schede nulle n. 12 e schede bianche n. 0 )
ELETTI VOTI N.

1) MARIA RITA ANGELICO 50
2) ALESSANDRO APRILE 47
3) WALTER ABBATE 31
4) GIOVANNI AMATULLI 27
5) DANIELE GIUSEPPE COLOMBO 25
6) FABIO BINOTTI 23
La Commissione Elettorale ha provveduto, inoltre, a stilare la graduatoria, in base alle preferenze ottenute, dei successivi candidati non eletti:

7) DARIO POZZI 12
8) GIORGIO FALCO 2
La Commissione Elettorale ringrazia i Signori scrutatori per la valida collaborazione prestata.
LA COMMISSIONE ELE

Marcegaglia: "Lo Stato tiri la cinghia"

La leader di Confindustria: «Tagliare spesa pubblica e investire in ricerca»
RHO-PERO (MILANO)
Incentivi al via. Da domani sarà possibile acquistare con lo sconto ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, motori marini e una serie di prodotti industriali come rimorchi, gru per l’edilizia, inverter e motori elettrici industriali, tutti a basso impatto ambientale. Ma per gli interessati sarà una lotta contro il tempo: gli incentivi andranno infatti avanti fino all’esaurimento del fondo da 300 milioni varato con il decreto del governo, e comunque non oltre il 31 dicembre. Il governo calcola già che gli acquisti saranno circa un milione e 150 mila. Un numero che, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, «contribuirà a rilanciare i consumi e a rafforzare la crescita economica in questa fase di ripresa ancora lenta e intermittente».
L’ottimismo del governo non è però del tutto condiviso dagli industriali che anzi chiedono un allargamento dei settori interessati: «In un Paese che per problemi di debito pubblico non ha avuto di fatto un pacchetto di stimolo, i mezzi a disposizione sono pochi - ha denunciato la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - e soprattutto sono rimasti fuori alcuni settori fondamentali della nostra economia come il mobile-arredo». Inaugurando il Salone del mobile di Milano, la presidente ha chiesto quindi che ci sia «un ripensamento» e «un’attenzione maggiore proprio nei confronti di questo settore». Appello colto al balzo dal Codacons che incita provocatoriamente il governo ad «aggiungere uno zero», portando lo stanziamento da 300 milioni a 3 miliardi di euro.
A rassicurare la Marcegaglia è intervenuta intanto Daniela Santanchè, sottosegretario per l’Attuazione del programma, ricordando che «è già stato organizzato per il 22 aprile un tavolo per studiare le misure più adatte ai problemi del comparto».

Guerra di Gaza: 313 i bambini uccisi da Israele. Infopal Agenzia stampa informazione Palestina, Territori palestinesi occupati, Striscia di Gaza

Guerra di Gaza: 313 i bambini uccisi da Israele. Infopal Agenzia stampa informazione Palestina, Territori palestinesi occupati, Striscia di Gaza

GLI ANGELI DI GAZA

I BAMBINI DI GAZA, I BAMBINI E LE GUERRE

Queste sono alcune immagini dei bambini di gaza, a cui è stato negato ogni sacrosanto diritto.
E' stato negato il diritto a vivere in pace, ad essere sereni, spensierati, a mangiare, bere, lavarsi, curarsi e giocare. Bambini che purtroppo come molti altri hanno perso, o forse mai avuto il diritto di essere tali, di studiare e giocare.
Bambini che conoscono la sofferenza, paura terrore, la morte e l'istinto più primordiale degli adulti.
Bambini che non sono e non saranno più tali, perchè nei loro occhi si può leggere la morte, la disperazione, l'orrore.

A TUTTI GLI ANGELI DI GAZA.


“I bambini di Gaza, prime vittime della guerra”
di Claudio Accheri*
Una situazione disastrosa sotto tutti i punti di vista, una guerra in cui, per la prima volta, i civili non possono fuggire dalle aree pericolose in cui sono dispiegati i punti sensibili di Hamas, un assalto che non permette alle forze mediche di avere i mezzi minimi necessari per garantire il soccorso ai feriti, una città in cui vengono lanciate sei bombe durante le due ore di tregua umanitaria, uno scontro palesemente, e violentemente, impari.
E’ questo lo scenario che la vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini e il senatore Pd Alberto Maritati hanno descritto oggi nella sala stampa del Senato per far comprendere l’orrore e il terrore che l’operazione “piombo fuso” sta seminando nella striscia di Gaza.
Proprio la Morgantini ha coordinato il recente passaggio di un piccolo gruppo di osservatori attraverso il valico di Rafah, riuscendo a riportare una cruda testimonianza dalla città al confine con l'Egitto e teatro di alcuni, fra i tanti, attacchi israeliani.
Le scarse condizioni sanitarie di ospedali e mezzi di pronto soccorso sono sicuramente uno dei problemi più importanti in questo momento, i medici e gli infermieri fanno turni massacranti, si opera senza anestetici, vengono amputati arti per ferite che altrove potrebbero essere curate, in queste condizioni che non permettono di curare i numerosi feriti dai bombardamenti, vengono colpiti indirettamente anche i malati cronici, i quali hanno bisogno di cure regolari che, dato lo stato di emergenza, non possono essere garantite.
Tuttavia “chi sta veramente pagando il prezzo di questa guerra sono i bambini”, non solo i più sfortunati che sono stati colpiti dai bombardamenti, ha dichiarato Maritati, ma anche quelli che ho potuto vedere durante il viaggio, mentre “giocavano fra le macerie delle proprie case”.
Sono quasi 30mila infatti gli sfollati che si sono trasferiti nelle scuole dell'Unrwa, "vivono nelle aule, nei corridoi, senza nessuna fonte di riscaldamento”, dichiara Luisa Morgantini nella speranza che la bandiera azzurra dell'Onu li possa proteggere.
Se le condizioni di Rafah sono sconvolgenti, quelle di Gaza sono estremamente inquietanti.
Si prevede infatti che nei giorni a seguire possa venire alla luce un ulteriore problema che potrebbe peggiorare esponenzialmente l’emergenza sanitaria, ovvero i rischi legati alle fatiscenti strutture idrauliche di Gaza, che, sottoposte alle sollecitazioni del bombardamento, rischiano di collassare espellendo le acque di scarico al livello del manto stradale e nel mare, causando un disastro ecologico.
La Striscia è stata sicuramente sottoposta ad un attacco fatto di colpi di mortaio, cannoneggiamento da parte dei tank e bombardamenti degli aerei da guerra, mentre rimane da valutare l’ipotesi dell’impiego del fosforo bianco, che è stata ipotizzata da alcuni contatti della Morgantini e alcuni organi di stampa internazionali.
La visita della vice presidente è durata due ore, un piccolo lasso di tempo che le ha permesso di raccontare lo spaccato di una città distrutta, un racconto che questa volta però tarda ad arrivare dai giornalisti.
E' stato imposto infatti, il divieto assoluto di ingresso ai tanti reporter che aspettano sul confine della Striscia i quali, come dichiara Maritati, “hanno già firmato le liberatorie in cui si assumono le proprie responsabilità pur di entrare e raccontare ciò che sta accadendo”.
Sia la Morgantini che Maritati hanno dichiarato di non voler fare la scelta di schierarsi da una parte o dall'altra, ma semplicemente di catalizzare l'attenzione sui cittadini che vengono coinvolti nello scontro,"i civili israeliani possono scappare, o usare i bunker, in caso di attacco, mentre i cittadini della striscia di Gaza possono solo subire gli attacchi, e sperare di sopravvivere".
Il tentativo di superare Rafah e dirigersi verso la città di Gaza si è dovuto scontrare con i rischi di una città dove ormai il combattimento è giunto nelle strade, in cui la fanteria israeliana sta combattendo casa per casa contro i militanti di Hamas, a cui è stato ordinato di non arrendersi mai.
Nel Parlamento europeo il dibattito sulla questione israelo-palestinese è tuttora in corso, ed è prevista la stesura di un documento che costituisca la base per una risoluzione da discutere giovedì. Un documento che viene stilato, secondo la Morgantini, nella speranza di porre fine alla tragedia che si sta consumando in questo momento.
* per Osservatorio Iraq


L'EROE DELLO STATO PALESTINESE.

Yasser Arafat



« Chi combatte per la libertà non può essere chiamato terrorista »

(Yāsser ʿArafāt)

Yasser ʿArafāt nel 1999.
Nobel per la pace 1994

Yāsser ʿArafāt (pronuncia: Yāsir ʿArafāt; in arabo: ياسر عرفات‎; Il Cairo, 24 agosto 1929 – Clamart, 11 novembre 2004) è stato un politico palestinese.



Il suo nome era Muḥammad ʿAbd al-Raḥmān ʿAbd al-Raʾūf al-Qudwa al-Ḥusaynī (in arabo: محمد عبد الرحمن عبد الرؤوف القدوة الحسيني‎), ma è noto anche con lo pseudonimo di Abū ʿAmmār (arabo: ابو عمّار‎), ed è stato un combattente, figura di spicco del panorama politico mondiale.

Nel 1956, a una conferenza a Praga, Yāsser ʿArafāt portò la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese (a scacchi neri o rossi) che divenne di fatto una sorta di suo emblema.

Nel 1994 gli venne conferito - unitamente ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin - il Premio Nobel per la pace per l'opera di diplomazia compiuta al fine di rappacificare le popolazioni dei Territori Occupati (che Israele considera come contesi) di Cisgiordania e della Striscia di Gaza e garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto ad uno Stato proprio.

Dal 1996 sino alla morte, ha ricoperto la carica di presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). In precedenza era stato a capo di al-Fatḥ (impropriamente nota come al-Fatah), confluita successivamente nell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).

La discussa figura di ʿArafāt ha finito con il diventare il simbolo stesso della causa palestinese.

Personaggio complesso e controverso, uomo d'azione ma anche prudente diplomatico, Yāsser ʿArafāt è stato negli ultimi anni della sua vita, spesso accusato - e in special modo dopo il fallimento del Summit di Camp David del 2000 con l'allora Premier israeliano Ehud Barak, e soprattutto dopo lo scoppio della seconda intifada -, di non volere la pace, aver sostenuto gli atti di terrorismo contro i civili israeliani e non aver fatto nulla per contrastarli, non più in grado di porsi come interlocutore serio.

Mentre, allo stesso tempo, da parte del mondo arabo, è stato sempre riconosciuto e considerato come figura unica e carismatica, personaggio indispensabile all'interno dell'intricato universo di movimenti politici palestinesi, al fine della conclusione del processo di pace e dell'annosa crisi mediorientale

mercoledì 14 aprile 2010

EMERGENCY "UN CASO MINISTERIALE" UILCA E' CON EMERGENCY

Emanuele Giordana*
Emergency: tutti in piazza
Sul caso Emergency è il giorno delle smentite e delle ritrattazioni. Messe a punto di discutibili notizie circolate, attraverso il Times di Londra, su un'improbabile confessione a tambur battente dei medici italiani e dei sei afgani arrestati sabato a Lashkar-gah, il centro di salute di Emergency nel Sud dell'Afghanistan di cui adesso si paventa la chiusura. Secondo Mohammad Hashim Mayar infatti (vice direttore di Acbar, consorzio di un centinaio di ong afgane e internazionali con sede a Kabul), se le autorità confermeranno le accuse, la struttura rischia la chiusura immediata. Intanto, proprio per sgomberare l'orizzonte da boatos e allusioni, molte delle quali fatte circolare con scarso fairplay da esponenti del centrodestra, Emergency ha organizzato per sabato a Roma una manifestazione nazionale per chiedere la liberazione degli operatori umanitari che, secondo la Ong, sono vittime di un vero e proprio sequestro di persona. La guerra resta nel frattempo la cornice di una vicenda oscura e sulla quale il governo continua a mantenere un profilo poco convincente anche se all'ambasciata di Kabul, a quanto si sa, i diplomatici stanno lavorando sodo per garantire agli arrestati le garanzie di cui purtroppo non tutti godono nelle carceri afgane. Ieri però è stata anche un'ordinaria giornata di sangue in Afghanistan: almeno quattro civili sono stati uccisi e 18 feriti da un raid aereo nel sud della provincia di Kandahar che ha centrato una corriera. L'effetto sulla popolazione locale è stato immediato: una folla inferocita ha circondato la corriera lanciando slogan e bruciando copertoni. Settimana scorsa la Nato aveva ammesso la colpa per la morte di tre donne durante un raid nell'est in febbraio mentre è in corso un'inchiesta per un altro raid e altri quattro morti nel sud dell'Helmand.Sul fronte di Emergency il portavoce del ministero dell'Interno a Kabul Zamaray Bashary ha spiegato all'Ansa che l'inchiesta dei servizi di informazione afgani sulla vicenda delle armi rinvenute nell'ospedale di Emergency a Lashkargah è ancora in corso mentre il portavoce del governo di Helmand, Daud Ahmadi, si è affrettato a smentire di aver mai associato, in una telefonata col Times di Londra di aver parlato di un «legame fra gli italiani ed al Qaeda». Secondo un operatore di Emergency invece «siamo stati accusati di fiancheggiamento perché curiamo anche i talebani», ha detto Antonio Molinari intervenendo a un incontro Ispi a Milano: «La situazione è molto delicata, non abbiamo notizie dei nostri medici - ha detto l'operatore, che è stato diverse volte in Afghanistan - non siamo riusciti a parlare con nessuno di loro e ormai sono passate molte ore». «All'ambasciatore italiano in Afghanistan non è stato concesso di incontrare i tre trattenuti», spiega all'AdnKronos Cecilia Strada (figlia di Gino), presidente di Emergency, che aggiunge «sull'innocenza dei tre non solo metto la mano sul fuoco, ma ci metto la mia faccia e la mia carriera: non possono avere fatto nulla per giustificare tale comportamento ad opera delle autorità afgane». La presidente di Emergency ha inoltre riferito che vi sono altri 6 appartenenti all'organizzazione umanitaria, 5 italiani ed un indiano, ai quali non è permesso lasciare la città.Tra indiscrezioni, boatos e smentite l'affare resta oscuro. Il corrispondente del Times in Afghanistan, Jerome Starkey, conferma che il portavoce del governatore della provincia di Helmand ha invece parlato di confessione dei nove arrestati sul loro ruolo nel complotto per uccidere il governatore Gulab Mangal. Smentito da Il Giornale, che con una telefonata in Afghanistan aveva rimesso al suo posto le cose, come hanno poi dimostrato le successive dichiarazioni caute di Kabul, il Times insiste dicendo di essere sicuro di quanto ha scritto. La vicenda sembra per altro confermare una nebulosa di vasta portata in cui si sono inserite le improvvide dichiarazioni di esponenti di governo: per il ministro della difesa Ignazio La Russa Gino Strada dovrebbe essere più prudente, evitare di gridare al complotto e sarebbe più saggio se «prendesse le distanze dai suoi collaboratori», proprio come ha fatto Frattini a caldo sabato scorso dopo l'arresto. Anche Maurizio Gasparri si è unito al coro dicendo la sua sui contatti «opinabili» di Emergency in Afghanistan.Ma se sul fronte del governo si pensa generalmente così, propendendo a una lettura politica del caso e in attesa che Frattini riferisca dopodomani in parlamento e che Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ascolti sempre mercoledì il direttore dell'Aise, generale Adriano Santini sulla vicenda, molti parlamentari (della sinistra) hanno espresso la propria solidarietà a Gino Strada e all'organizzazione. E così il mondo dell'associazionismo: Terre des Hommes, tra gli altri, chiede un intervento attivo della Farnesina «che ha la responsabilità di seguire tutti gli espatriati che si trovano in situazioni così delicate». La rete della società civile italiana «Afgana» sollecita anche un intervento dell'Unione europea e chiede inoltre alla Nato di «chiarire definitivamente quale parte abbiano avuto i soldati Isaf nell'operazione e per quale motivo vi abbiano partecipato», come dimostra un video diffuso dall'Associated Press.
*Lettera22

VOTAZIONI FONDO PENSIONE

Comunicazione indirizzata a tutti gli impiegati di Italiana Assicurazioni S.p.A., con sede di lavoro Via Traiano 18, che alla data del 31/12/2009 risultavano iscritti al "Fondo Pensione per il Personale dell'Italiana Assicurazioni S.p.A.".

Facciamo riferimento all'oggetto e Vi ricordiamo che oggi si svolgeranno le elezioni dei Delegati.
Il seggio, aperto dalle ore 9:00 alle ore 14:30, è situato in Sala Formazione al piano rialzato della sede di Via Traiano 18.
Vi ricordiamo che i votanti riceveranno dagli scrutatori la scheda elettorale ed effettueranno la votazione nel luogo ad essi indicato dagli scrutatori stessi; i votanti potranno esprimere un solo voto, apponendo una crocetta sul quadrato a sinistra del nominativo prescelto e avendo cura di non lasciare altre tracce sulla scheda (che la renderebbero nulla), quindi provvederanno personalmente a piegare la scheda in quattro parti, in modo da rendere non visibile la parte stampata, e a depositarla nell'urna alla presenza degli scrutatori.
Gli scrutatori provvederanno ad annotare nominativamente l'avvenuta votazione; ove necessario, il riconoscimento verrà effettuato tramite badge di bollatura o valido documento di identità.

UILCA SI PRESENTA CON
Alessandro Aprile e Fabio Binotti

Indici dei prezzi al consumo

Dicembre 2009: indici provvisori

Sulla base dei dati pervenuti, l’Istituto nazionale di statistica stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), relativo al mese di dicembre 2009, presenti una variazione di più 0,2 per cento rispetto al mese di novembre 2009 e di più 1,0 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
In base alla stima provvisoria, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra nel mese di dicembre una variazione di più 0,2 per cento rispetto al mese precedente e una variazione di più 1,1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Alcune caratteristiche dell’IPCA, ed in particolare il fatto che tale indice tiene conto, diversamente dall’indice nazionale NIC, anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni), possono determinare in alcuni mesi dell’anno andamenti congiunturali significativamente diversi da quelli dell’indice nazionale.

Sulla base dei dati finora pervenuti gli aumenti congiunturali più significativi dell’indice per l’intera collettività si sono verificati per i capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 1,8 per cento), Ricreazione, spettacoli e cultura (più 0,7 per cento) e Trasporti (più 0,5 per cento). Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche e Istruzione. Variazioni negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (meno 0,4 per cento),
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (meno 0,3 per cento) e Servizi ricettivi e di ristorazione (meno 0,1 per cento).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 4,4 per cento), Altri beni e servizi (più 3,0 per cento) e Istruzione (più 2,4 per cento). Una variazioni tendenziale negativa si è verificata nel capitolo Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (meno 2,3 per cento).

PERCHÉ L'ITALIA HA BISOGNO DI WOMENOMICS

di Daniela Del Boca
Tradizionalmente l'auspicio di una maggiore integrazione delle donne nel mondo del lavoro si fonda su principi di equità. Ora alcuni saggi sostengono che la valorizzazione delle donne risponde anche a criteri di efficienza economica. Un approccio particolarmente interessante per l'Italia, dove la partecipazione femminile è assai scarsa, le donne difficilmente arrivano ai vertici di aziende e istituzioni e anche la fertilità è bassa. Politiche e interventi che sostengano le scelte di lavoro e di famiglia possono far bene anche al nostro Pil.

Nell’ultima settimana sono usciti due libri dal titolo molto simile: Rivoluzione Womenomics e Womenomics. (1) Di che cosa si tratta?
DONNE ED ECONOMIA
La womenomics è stata introdotta da Kathy Matsui, analista di Goldman Sachs, e ripresa dall’Economist per definire la tesi che motiva l’esigenza di una maggior integrazione delle donne nell’economia non in base solo aprincipi di equità, ma anche in base a principi di efficienza economica.
Fino a qualche anno fa, la maggior parte degli interventi a favore di una maggiore integrazione delle donne nel mondo del lavoro si appellava ai principi di equità. Integrare e valorizzare le donne andava fatto perché era giusto. Ora, con questo e altri saggi e con interventi recenti che ne condividono l’approccio, si cambia il punto di vista. (2) Una maggiore integrazione e valorizzazione delle donne non risponde solo a principi di equità, ma risponde anche a criteri di efficienza economica.
Lo studio di Matsui si concentrava soprattutto sull’economia giapponese, da tempo in declino e caratterizzata da una partecipazione delle donne al lavoro e da una loro presenza nei ruoli direttivi tra le più basse fra i paesi sviluppati. Il Giappone è molto simile all’Italia. In ambedue i paesi troviamo insieme alla scarsa partecipazione femminile al lavoro, una bassa natalità e un forte ristagno economico. L’Italia è, in Europa, tra i paesi con i risultati peggiori in termini di differenziali di genere, in particolare con riferimento a lavoro e politica. Questo evidenzierebbe, specialmente per il nostro paese, un potenziale di crescita che un maggiore e migliore impiego delle capacità femminili consentirebbe di mettere a frutto. Chiudere il gap tra presenza maschile e femminile nel mondo del lavoro contribuirebbe anche ad alleviare il problema pressante della sostenibilità delle pensioni: l’aumento del numero degli occupati fra le persone in età lavorativa, infatti, ridurrebbe il cosiddetto “rapporto di dipendenza”, ossia quello fra pensionati e lavoratori.
IL CASO ITALIA
Un approccio di questo tipo è particolarmente importante per l’Italia, soprattutto in una fase in cui la posizione delle donne sembra peggiorare invece di migliorare. Secondo i dati Istat 2009, non solo il tasso di partecipazione femminile fermo nell’ultimo decennio al 46 per cento è in lieve diminuzione, ma anche il tasso di disoccupazione scende, soprattutto nelle regioni del Sud, un segnale di scoraggiamento e rinuncia.
Il Gender Gap Index 2009 vede l’Italia al settantaduesimo posto, in caduta rispetto alle posizioni degli anni precedenti. Tra le donne, l’incidenza del precariato è cresciuta ed è oggi di più del 20 per cento, il doppio dei maschi. I tassi di natalità restano bassissimi e in lieve discesa negli ultimi due anni, mentre la povertà è in crescita tra le famiglie monoreddito: oggi i monoreddito sono il 72 per cento del quintile più basso e il 10 per cento del quintile più alto.
Infine, le donne italiane sono meno rappresentate politicamente e meno rappresentate ai vertici delle istituzioni e delle carriere rispetto ad altri paesi. Secondo le statistiche della Commissione europea, il nostro paese è ventinovesimo (su trentatre censiti) per numero di donne presenti nei consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa. La composizione dei consigli d’amministrazione delle società del Mib30 mostra che su 466 cariche consiliari, soltanto undici sono ricoperte da donne.
Eppure, anche in Italia le donne mostrano in vario modo il loro desiderio di investire nel lavoro. Come nella maggior parte dei paesi sviluppati, i tassi di istruzione femminili sono più alti di quelli maschili, le ragazze escono con voti migliori e arrivano ai titoli di studio in un tempo più breve. Escono anche prima dalla famiglia d’origine: almeno due-tre anni in media prima dei coetanei maschi.
Se a metà degli anni Novanta le donne italiane intorno ai trent’anni che avevano già formato una unione di coppia erano circa il 65 per cento, nel 2009 quel valore è sceso a un terzo, uno dei più bassi d’Europa, mentre l’età media alla nascita ha superato 30 anni, una delle più alte d’Europa.
Tutto ciò è segno dell’impegno e del desiderio delle donne di partecipare in modo attivo e continuativo al mercato del lavoro, ma anche del caro prezzo che stanno pagando. Perché allora le imprese non cercano di sfruttare di più questo capitale umano e questo potenziale di lavoro altamente qualificato?
Non solo le ricerche macro mostrano una relazione tra occupazione femminile e crescita economica, le ricerche micro mostrano che sono proprio i gruppi di lavoro “misti” a essere più produttivi dei gruppi tutti maschili o tutti femminili. (3) Se nella maggior parte delle imprese, ma - aggiungiamo noi - anche nella maggior parte delle istituzioni, i comitati esecutivi e i consigli d’amministrazione sono formati esclusivamente da maschi fra i 50 e i 65 anni, il reclutamento e le progressioni di carriera femminili seguono i criteri del genere dominante e sono basati su quella cultura e quel linguaggio.
Tuttavia, aggiungiamo ancora noi, l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro è stato anche il risultato di una “mascolinizzazione” dei modelli femminili, mentre niente di analogo è avvenuto nei modelli di carriera e negli stili di leadership maschili. Da un lato, le culture aziendali sono rimaste caratterizzate da modelli, da stili e da tempi di lavoro “maschili”, anche quando le imprese hanno cominciato a popolarsi di schiere di personale femminile. Dall’altro, come mostrano i confronti internazionali, alla crescita della partecipazione al lavoro femminile è corrisposta una scarsa o nulla crescita della partecipazione degli uomini al lavoro domestico e di cura dei figli anche quando le donne lavorano con orari simili e in particolare in Italia.
In questo quadro è importante cercare di rendere le politiche di conciliazione, part-time e congedi di genitorialità, più gender-neutral. Servono cioè politiche o interventi che sostengano le scelte di lavoro e di famiglia di uomini e donne. Nei paesi scandinavi e in Francia, le politiche pubbliche sostengono uomini e donne che lavorano: i congedi non troppo lunghi sono fruibili da ambedue i genitori, anche part time, sono stati introdotti servizi di vario genere e tipologia per i genitori, è previsto il telelavoro da casa, sempre per ambedue i genitori. E in quei paesi, la partecipazione femminile al mercato del lavoro e la fertilità sono più alte che nel resto d’Europa.
(1) A. Wittenberg-Cox e A Maitland Rivoluzione Womenomics, Il Sole 24Ore, 2010 eClaire Shipman eKatty KayWomenomics, Cairo 2010.
(2) Ferrera M. Il fattore D, Mondatori 2007
(3)Come mostrano i calcoli di una ricerca di Goldman Sachs citata in Rivoluzione Womenomics, colmare il gap occupazionale di genere potrebbe produrre incrementi del Pil del 13 per cento nell’Eurozona, del 16 per cento in Giappone e ben del 22 per cento in Italia.

Falsi dentisti, i Nas ne denunciano 23

Diplomi falsi e passaggi segreti per eludere i controlli
Torino
Otto strutture odontoiatriche abusive o irregolari sequestrate insieme ad attrezzature, apparecchiature radiologiche e laser per un valore complessivo di oltre due milioni di euro. È il bilancio dei controlli messi a segno, nei primi mesi del 2010, dai carabinieri del Nas di Torino che hanno denunciato 23 persone.
Tra i dentisti abusivi scoperti dai militari, uno che aveva il suo studio vicino all’aeroporto di Caselle e operava da 30 anni esibendo un titolo di studio conseguito in Svizzera, acquisito con la frequenza di un corso della durata di una sola settimana.
Un altro falso dentista esibiva in studio, adeguatamente incorniciati, quattro diplomi di laurea scaricati da internet riproducenti falsi titoli delle università di Torino, Lione, Boston e Bucarest.
Come riferiscono i carabinieri del Nas, in altri casi, i militari hanno scoperto sistemi artigianali per eludere i controlli ufficiali, nonchè attrezzature dentistiche completamente abusive. Due fratelli odontotecnici, ad esempio, avevano nascosto l’accesso allo studio, completo di poltrona e dispositivi medici, dietro a una parete mobile a specchio posta nel locale spogliatoio. Il passaggio segreto veniva azionato da un pulsante che, in caso di ispezione, poteva essere attivato per impedire l’apertura della porta specchio.
Un altro dentista, invece, utilizzava un rudimentale sistema meccanico, munito di bracci telescopici, che permetteva la scomparsa delle attrezzature all’interno di finte cassettiere collocate alla parete.

Il debito continua a salire, entrate giù

Bankitalia: in due mesi -1,4 miliardi. Il Tesoro: pesa la crisi, ora la ripresa

ROMA
Debito pubblico in crescita e entrate tributarie in calo: i dati sulla situazione delle finanze pubbliche a febbraio sono stati diffusi oggi sia dalla Banca d’Italia che dal ministero dell’Economia. Il Tesoro sottolinea che il segno meno per le entrate è legato ancora a contraccolpi, su alcune particolari imposte, della crisi «dell’anno passato» mentre l’attuale congiuntura economica «sembra orientata positivamente».
A far sperare nella ripresa è il lieve aumento del gettito Iva, l’imposta che più rapidamente risente del ciclo economico (+0,8% nel primo bimestre dell’anno) ma soprattutto l’aumento degli incassi delle imposte legate alle transazioni (+3,4%) e le imposte su produzione, consumi, dogane e monopoli (+2,0%). Secondo i dati di Bankitalia, che misura le entrate secondo il criterio della cassa, a gennaio-febbraio il gettito è stato pari a 53,479 miliardi di euro, in calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2009. Meno pesante il calo invece se si guarda ai dati diffusi dal ministero dell’Economia che misura le entrate con il metodo della competenza giuridica: -1,4% a quota 56,279 miliardi.
Il divario tra i calcoli dei due istituti è più evidente se si considera la differenza, tra il primo bimestre del 2010 con il primo bimestre del 2009, in valore assoluto: in due mesi il gettito fiscale ha lasciato sul terreno 1,4 miliardi di euro, secondo i dati della Banca d’Italia, e 809 milioni secondo quelli del ministero dell’Economia e Finanze. A gennaio-febbraio risulta positivo l’andamento dell’Ire, l’imposta sul reddito comunemente ancora chiamata Irpef, grazie ai rinnovi contrattuali per i lavoratori del pubblico impiego registrati nel corso del 2009. Sul fronte delle imprese si registra invece un calo del gettito per l’Ires (imposta sul reddito delle società) pari al 7,3% mentre aumenta leggermente l’Irap (+0,6%) che porta nelle casse in soli due mesi oltre 2 miliardi di euro.
Risultati postivi nella lotta all’evasione fiscale. Nel periodo gennaio-febbraio 2010 gli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo hanno registrato un incremento del 39,6%. Infine il debito: sale ancora a febbraio e si attesta a quota 1.795,066 miliardi di euro, conto i 1,788,134 di gennaio. L’indicazione arriva dai dati della Banca d’Italia dai quali emerge che il debito aumenta per il secondo mese consecutivo e sfiora il record assoluto che era stato toccato a ottobre 2009, quando aveva raggiunto quota 1.802,179 miliardi di euro. Da ricordare che il dato diffuso oggi dalla Banca d’Italia è il debito in valore assoluto e non è dunque il dato valido ai fini del Patto di Stablità europeo che invece considera il debito in rapporto al prodotto interno lordo. Il debito pubblico italiano a febbraio risulta in crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 5% rispetto a febbraio 2009.

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