a Peppino Impastato e Santo De Luca

venerdì 19 dicembre 2008

La latitanza della ragione

Ti guardi intorno e preferisci girare la testa, cerchi di convincere la tua ragione nel pensare che tu non sei così...ma proprio quando il tuo sguardo e nel nulla, diventi anche tu complice nel nascondere la realtà di tutti i giorni e la latitanza della ragione si crea un bunker insuperabile.
Alziamo lo sguardo e guardiamo negli occhi le persone convincendole a dar voce alla propria anima.

martedì 16 dicembre 2008

Libertà di informazione il caso di Carlo Vulpio

Avevo fatto una battuta: avevo detto: i giornalisti, a differenza dei magistrati, non possono essere trasferiti. Avrei fatto meglio a stare zitto. Da lì a poco sarei stato “trasferito” anch’io. E’ stato la sera del 3 dicembre, dopo che sul mio giornale era uscito un mio servizio da Catanzaro sulle perquisizioni e i sequestri ordinati dalla procura di Salerno nei confronti di otto magistrati calabresi e di altri politici e imprenditori.
Come sempre, non solo durante questa inchiesta, ma perché questo è il mio modo di lavorare, avevo “fatto i nomi”. E cioè, non avevo omesso di scrivere i nomi di chi compariva negli atti giudiziari , non più coperti da segreto istruttorio. Tutto qui. Nomi noti, per lo più. Accompagnati però da qualche “new entry”: per esempio, Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, Mario Delli Priscoli, procuratore generale della Corte di Cassazione, Simone Luerti, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Con una telefonata, il giorno stesso dell’uscita del mio articolo, la sera del 3 dicembre appunto, invece di sostenermi nel continuare a lavorare sul “caso Catanzaro” (non chiamiamolo più “caso de Magistris”, per favore, altrimenti sembra che il problema sia l’ex pm calabrese e non ciò che stanno combinando a lui, a noi, alla giustizia e alla società italiana), invece di farmi continuare a lavorare – dicevo –, come sarebbe stato giusto e naturale, sono stato sollevato dall’incarico. Esonerato. Rimosso. Congedato. Trasferito. Con una telefonata, il mio direttore, Paolo Mieli, ha dichiarato concluso il mio viaggio fra Catanzaro e Salerno, Potenza e San Marino, Roma e Lamezia Terme. Un viaggio cominciato il 27 febbraio 2007, quando scoppiò “Toghe Lucane” (la terza inchiesta di de Magistris, con “Poseidone” e “Why Not”). Un viaggio che mi fece subito capire che da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima all’interno della magistratura e in Italia. Tanto è vero che successivamente ho avvertito la necessità di scrivere un libro (“Roba Nostra”, Il Saggiatore), che, dicevo mentre lo consegnavo alle stampe, “è un libro al futuro”. Una battuta anche questa, certo, perché come si fa a prevedere il futuro? In un libro, poi, che si occupa di incroci pericolosi tra politica, giustizia e affari sporchi… Ma si vede che negli ultimi tempi le battute mi riescono piuttosto bene, visto che anche questa, come quella sul “trasferimento” dei giornalisti, si è avverata. Avevo detto – e lo racconto in “Roba Nostra” – che in Basilicata l’anno scorso è stato avviato un esperimento, che, se nessuno fosse intervenuto, sarebbe stato riprodotto da qualche altra parte in maniera più ampia e più disastrosa. E’ accaduto che mentre la procura di Catanzaro (c’era ancora de Magistris) stava indagando su un bel numero di magistrati lucani, di Potenza e di Matera, la procura di Matera (gli indagati) si è messa a indagare sugli indagatori (de Magistris). Come? Surrettiziamente. E cioè? Si è inventato il reato di “associazione a delinquere finalizzato alla diffamazione a mezzo stampa” e ha messo sotto controllo i telefoni di cinque giornalisti (me compreso) e un ufficiale dei carabinieri (quello delegato da de Magistris per le indagini sui magistrati lucani). Così facendo, i magistrati indagati hanno potuto conoscere cosa si dicevano gli indagatori (de Magistris e l’ufficiale delegato a indagare). Avvertivo: guardate che così va a finire male. Chiedevo: caro Csm, caro Capo dello Stato, intervenite subito. Niente. Nemmeno una parola, un singulto, un cenno. Nemmeno quando era chiaro a tutti che quei magistrati lucani, al di là di ogni altra considerazione, vedevano ormai compromessa la loro terzietà. Un magistrato - si dice sempre, e a ragione -, come la moglie di Cesare, deve non soltanto “essere”, ma anche “apparire” imparziale, terzo, non sospettabile di alcunché. Per i magistrati lucani, invece, non è così. Nonostante siano parti in causa, essi continuano a indagare sugli indagatori, chiedono e ottengono proroghe di indagini (siamo alla quarta) perché, dicono, il reato che si sono inventati, l’associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa, è complicatissimo. E rimangono al proprio posto nonostante le associazioni regionali degli avvocati ne chiedano il trasferimento, per consentire un funzionamento appena credibile della giustizia. Niente. Si è lasciato incancrenire il problema ed ecco replicato l’esperimento a Catanzaro. La “guerra” fra procure non è altro che la riproduzione di quel corto circuito messo in atto da indagati che indagano sui loro indagatori, affinché, rovesciato il tavolo e saltate per aria le carte, non si sappia più chi ha torto e chi ha ragione perché, appunto, “c’è la guerra”. E dopo la “guerra”, ecco la “tregua” o, se preferite, “l’armistizio” (così, banalmente ma non meno consapevolmente, tutti i giornali, salvo rarissime eccezioni di singoli commentatori). Guerra e tregua. E’ questo il titolo dell’ultima, penosa sceneggiata italiana su una vicenda, scrivo in “Roba Nostra”, che è la “nuova Tangentopoli” italiana. Quando, sei mesi fa, è uscito il libro, qualcuno mi ha chiesto se non esagerassi. Adesso, l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dichiara: “Ciò che sta accadendo oggi è peggio di Tangentopoli”. E Primo Greganti, uno che se ne intende, ammette anche lui, che “sì, oggi è peggio di Tangentopoli”. Infine, una curiosità, o una coincidenza, o un suggerimento per una puntata al gioco del Lotto, fate voi. Mi hanno rimosso dal servizio che stavo seguendo a Catanzaro il 3 dicembre 2008. Esattamente un anno prima, il 3 dicembre 2007, Letizia Vacca, membro del Csm, anticipava “urbi et orbi” la decisione che poi il Csm avrebbe preso su Clementina Forleo e Luigi de Magistris. “Sono due cattivi magistrati, due figure negative”, disse la Vacca. E Forleo e de Magistris sono stati trasferiti. Per me, più modestamente, è bastata una telefonata. Ma diceva più o meno la stessa cosa. Diceva che sono un cattivo giornalista.
Carlo Vulpio

giovedì 11 dicembre 2008

MONDO GIOVANI


mercoledì 10 dicembre 2008

Abrogata la detassazione degli straordinari, proroga per sgravio produttività

Volge al termine la breve sperimentazione semestrale della detassazione straordinari, che andrà in pensione a fine anno. Con l'approvazione e l'entrata in vigore del decreto legge 185/08 (detto anche decreto anti-crisi) infatti non è stata ratificata la misura di alleggerimento fiscale per gli straordinari.
Viene invece prorogata la detassazione del salario di produttività, vale a dire premi e incentivi, per redditi fino a 35.000 euro l'anno (dai 30.000 attuali). Tra le novità anche il raddoppio della parte di reddito su cui applicare gli sgravi, che passa da 3.000 euro l'anno a 6.000 euro.
Dalla detassazione restano esclusi i dipendenti pubblici, ma il decreto adesso ammette per la prima volta al beneficio un settore della pubblica amministrazione: quello della sicurezza, cioè forze armate, corpi di polizia, vigili del fuoco. In tutto sono circa 500 mila persone.
Secondo quanto notificato da una dal Ministero del Lavoro rimarrà in vigore per tutto il 2009 la detassazione di tutte le parti variabili del salario (esclusi gli straordinari), con aliquota secca e definitiva al 10 per cento.
Come funziona lo sgravio straordinari?
La norma relativa alla detassazione degli straordinari fa riferimento alle somme erogate a livello aziendale, ma viene chiarito dalle Entrate che l'agevolazione si applica anche negli studi professionali ricomprendendo anche i lavoratori dipendenti da non imprenditori purché appartenenti al settore privato.
Per ottenere l'agevolazione, il dipendente dovrà aver percepito nell'anno 2007 un reddito di lavoro subordinato uguale o inferiore a 30.000 euro: questa condizione è soddisfatta anche se il lavoratore non ha percepito alcun reddito di lavoro subordinato, risultando del tutto irrilevanti redditi di qualsivoglia altra natura.
Per quanto concerne i limiti di 3.000 euro l'anno si deve intendere al netto delle trattenute previdenziali poste a carico del lavoratore in considerazione del fatto che l'agevolazione riguarda esclusivamente la tassazione delle retribuzioni individuate.
Fermo restando la circolare del 3 novembre dell'Agenzia delle Entrate non potranno usufruire dell'agevolazione: le somme erogate per incentivare l'esodo anticipato dal lavoro, le somme che vengono assunte a base della tassazione delle retribuzioni dei lavoratori all'estero.
Prorogata invece la detassazione per i premi di produttività, estesa ai redditi fino a 35.000 euro.
Lavoratori licenziati: un sostegno in deroga
Il ministero del Lavoro avrebbe stanziato un miliardo e 26 milioni di euro a favore del Fondo per l'occupazione per l'anno 2009, per far fronte al periodo di crisi strutturale. A queste si aggiungono ulteriori risorse derivanti dal Fondo Fas, destinate anch'esse al sostegno al reddito e alla formazione dei lavoratori sospesi o licenziati.
A poter beneficiare delle risorse saranno:
i lavoratori a tempo indeterminato delle aziende o dei settori per i quali non sono previsti gli ordinari ammortizzatori sociali;
i lavoratori a tempo determinato (contratti a termine);
gli apprendisti;
i lavoratori assunti con contratto di somministrazione (cosiddetti interinali);
i collaboratori a progetto (cosiddetti co.co.pro).
Il sostegno "in deroga" viene esteso per la prima volta ai cosiddetti lavoratori atipici.
Strumenti
Il sostegno "in deroga" al reddito dei lavoratori sospesi o licenziati è garantito attraverso il ricorso:
alla cassa integrazione "in deroga" (pari all'ammontare della cigs e, dunque, all'80 per cento della retribuzione, con un massimale rivalutato di anno in anno e fissato per il 2008 a 860 euro mensili);
all'indennità di mobilità "in deroga" (pari anch'essa all'ammontare della cigs per i primi dodici mesi e all'80 per cento della stessa cigs per i periodi successivi);
all'indennità di disoccupazione (per un ammontare pari a circa il 60 per cento della retribuzione per i primi sei mesi, a scalare nei mesi successivi);
a una specifica indennità una tantum rivolta ai cosiddetti co.co.pro. (collaboratori a progetto) che abbiano un rapporto di monocommittenza (pari a un ammontare variabile tra i 700 e i 1.200 euro, a seconda della durata e del valore del contratto originario).

martedì 9 dicembre 2008

LE NOSTRE PROPOSTE PER UN SINDACATO NUOVO

QUESTA È LA NOSTRA POSIZIONE.

Con le aziende...

In un momento particolarmente difficile per l’economia mondiale, la trattativa con Confindustria sulla riforma del Sistema Contrattuale, iniziata con la presentazione della Piattaforma CGIL CISL UIL, ha prodotto nel mese di ottobre 2008 una proposta di linee guida, condivisa da UIL, CISL e Confindustria, sulle quali si è aperto il confronto con le altre Associazioni degli Imprenditori e con il Governo, al quale sta partecipando anche la CGIL.
In questo senso va anche il documento sottoscritto il 21 novembre 2008 con le Associazioni delle Imprese Artigiane (in questo caso la CGIL si è riservata una risposta) che, nel rivedere il sistema contrattuale secondo indirizzi analoghi, ha sancito anche l’impegno delle Parti per la definizione di un contratto unico per il settore e per il rafforzamento del sistema della Bilateralità cui è assegnata la gestione degli ammortizzatori sociali, con la previsione di un aumento delle indennità per i lavoratori sospesi.
La UIL ha condiviso le Linee Guida (vedi sintesi) perché individuano un sistema contrattuale adatto alle esigenze della contrattazione collettiva, profondamente cambiate rispetto al 1993.
● La scadenza triennale dei CCNL, la fissazione dei tempi per la presentazione delle piattaforme e per il negoziato, la possibilità di ricorrere alla mediazione interconfederale in caso di mancato accordo, la garanzia della copertura economica dalla data di scadenza del vecchio Contratto, eviterà le lunghissime vacanze contrattuali cui purtroppo molte categorie erano costrette.
● La costituzione di un sistema paritetico di governo delle relazioni sindacali, con l'istituzione di un Comitato Paritetico Interconfederale che controllerà il sistema e potrà intervenire in caso di problemi, realizza l'idea sempre sostenta dalla UIL di un sistema fondato anche sulla partecipazione e sulle regole anziché solo sul conflitto e sui rapporti di forza.
● Il superamento dell'inflazione programmata e l'adozione di un indice realistico e certificato come riferimento per i rinnovi contrattuali consentirà di tutelare realmente, con i CCNL, il potere d'acquisto delle retribuzioni, tanto più che i minimi tabellari verranno riadeguati se l'inflazione dovesse rivelarsi superiore. E' chiaro che l'indice di inflazione è un punto di riferimento, non un tetto insuperabile: è una garanzia per le categorie che ne hanno bisogno, non un laccio per quelle che hanno più risorse da redistribuire con il Contratto.
● Il secondo livello di contrattazione viene incentivato e reso più conveniente sia per le aziende che per o lavoratori dalla decontribuzione e defiscalizzazione dei premi di risultato, applicata anche ai lavoratori del comparto pubblico. L'istituzione dell'Elemento Perequativo per chi non ha premi aziendali garantisce un miglioramento retributivo anche ai lavoratori delle imprese minori.
● I CCNL potranno istituire fondi e enti bilaterali attraverso i quali erogare ai lavoratori servizi integrativi di welfare (dall'assistenza sanitaria agli ammortizzatori sociali), realizzando anche in questo caso una tradizionale rivendicazione della UIL.
● Tutto il sistema così disegnato mette in capo alle Parti Sociali e alla contrattazione tra di loro competenze e titolarità, fissando semplicemente delle regole di comportamento e delle garanzie. In questo senso è anche importante che sia stata prevista la certificazione della rappresentatività reale delle Organizzazioni Sindacali e Imprenditoriali.
Sulla base di queste proposte sta proseguendo il negoziato tra tutte le Parti Sociali e successivamente sarà coinvolto il Governo, per giungere ad un accordo sottoscritto e vincolante che varrà per tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato.
Non si tratta quindi di contare favorevoli o contrari ad un Patto da prendere o lasciare, ma di discutere per definire regole condivise: in questo senso occorre lavorare perché il consenso sia il più ampio possibile, ma senza riconoscere a nessuno il diritto di mettere veti.


CONTRATTARE... IL NOSTRO MESTIERE

Con il Governo...

La Uil esprime un giudizio articolato sulla manovra anti crisi emanata dal Governo, partendo dal presupposto che la strumentazione messa in campo è funzionale ma l’esiguità delle risorse è insufficiente.
In particolare, la Uil apprezza l’attenzione esclusiva che, per la prima volta, viene riservata ai lavoratori dipendenti e ai pensionati quanto alla redistribuzione delle risorse, tramite l’applicazione del cosiddetto bonus.
Si afferma così la linea della Uil: occorre rilanciare i consumi per riattivare la domanda interna, offrendo un sostegno a coloro che maggiormente hanno subito una perdita del potere d’acquisto.
Tuttavia, le risorse stanziate sono insufficienti: la Uil ritiene che a questo scopo sia possibile prevedere stanziamenti aggiuntivi anche seguendo le indicazioni pervenute dalla stessa Unione Europea.
In queste prossime settimane, nell’ambito delle procedure per la conversione in legge del decreto, la Uil si attiverà nei confronti delle forze parlamentari affinché venga innalzata a 35.000 euro la soglia fissata a 22.000 euro come tetto per l’erogazione del bonus ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, e a 10.000 euro la soglia stabilita a 6.000 euro per fruire della social card.

Per la Uil, inoltre, è particolarmente condivisibile la scelta di ampliare il diritto agli ammortizzatori sociali, anche con il coinvolgimento attivo degli enti bilaterali, per offrire elementi di garanzia a quei lavoratori che dovessero perdere il posto di lavoro in conseguenza della crisi economica e che attualmente non godono di alcuna tutela: dipendenti di piccole imprese, contratti a tempo determinato, apprendisti, lavoratori interinali e a progetto.

La Uil giudica positivamente l’accoglimento della nostra proposta di trasferire le risorse destinate alla detassazione degli straordinari verso la detassazione dei premi di produttività, in particolare per quanto attiene l’innalzamento del limite di reddito a 35.000 €. Tuttavia, ritiene necessario estendere tale misura al pubblico impiego e chiede il superamento del tetto sulla decontribuzione dei premi di risultato, ferma restando la contribuzione figurativa.

Altrettanto positivo è anche l’intervento sui mutui che va esteso, però, anche a quelli a tasso fisso.

La UIL apprezza la decisione di sospendere per l’anno 2009 ogni aumento automatico delle tariffe connesse all’energia, al gas, al trasporto pubblico ferroviario ed ai pedaggi autostradali.
La UIL chiederà che tale impegno diventi vincolante anche per le tariffe di pertinenza degli Enti Locali (Regioni, Provincie, Comuni)

Dovendo attendere la conversione in legge, l’attuazione delle misure previste partirà dai primi mesi del prossimo anno. Bisognerà allora vigilare sulla loro destinazione ed applicazione e, soprattutto, occorrerà porsi il problema della loro continuità e prospettiva, a partire dall’esperimento del bonus. A questo proposito, la Uil considera importante ragionare nell’ambito di un più vasto meccanismo di detassazione dei salari e delle pensioni che resta un obiettivo strategico.

La UIL considera contraddittoria la scelta di uno sciopero generale in questo momento e ritiene invece opportuno creare le condizioni di un vasto fronte di alleanze sociali che perseguano l’obiettivo e la logica del miglioramento della manovra governativa. Analogamente la UIL considera necessario portare a rapido compimento la riforma del sistema contrattuale.
Le iniziative che la Uil attiverà nelle prossime settimane saranno del tutto coerenti con questo spirito costruttivo e con gli obiettivi di crescita dei salari e di sviluppo del Paese.

Le iniziative che la Uil attiverà nelle prossime settimane saranno del tutto coerenti con questo spirito costruttivo e con gli obiettivi di crescita dei salari e di sviluppo del Paese.

martedì 2 dicembre 2008

Cala l'Euribor, vie diverse per investimenti e mutui

Uno sviluppo positivo dei mercati finanziari delle ultime settimane è il costante calo dei tassi Euribor a 3, 6 e 12 mesi (vedi il grafico).Come spesso accade, quando al centro della crisi c’erano proprio i tassi Euribor (che continuavano a salire nonostante gli sforzi delle banche centrali), i media sembravano interessatissimi al fenomeno. Adesso invece, con la situazione che sembra sulla via della “normalizzazione” (il condizionale è ovviamente d’obbligo) nessuno sembra più occuparsi dei tassi a breve termine, se non in occasione delle decisioni della BCE.Eppure il costante calo dell’Euribor in Europa e del Libor in dollari e sterline, rappresenta il maggiore successo che i governi e le banche centrali possono fino ad ora vantare, nei tentativi di contrastare la crisi dei mercati e dell’economia.
Cerchiamo quindi di dare la giusta importanza a questa tendenza di mercato, valutando innanzitutto le prospettive per i prossimi mesi dei tassi Euribor e analizzando le conseguenze per investitori e detentori di mutui e IRS.
Come mostra il grafico sottostante, i tassi Euribor a 3, 6 e 12 mesi hanno disegnato una sorta di “parabola”, impennandosi a fine maggio a causa delle tensioni sul settore bancario (ricordiamo che i tassi Euribor sono utilizzati moltissimo nel mercato interbancario), per poi cominciare a scendere quando è stato sufficientemente chiaro che i governi europei avrebbero tutelato gli istituti in difficoltà e, in seguito, anche grazie ai tagli della Banca centrale europea.
Il movimento delle ultime settimane inoltre, sembra destinato a durare ben dentro il 2009. I contratti “future” sull’Euribor a 3 mesi infatti mostrano aspettative di ribasso dell’Euribor, che è previsto in calo per tutto il primo semestre 2009 fino ad un minimo del 2,44% a giugno.

Previsione Tasso Euribor a 3 mesi
15 dicembre 2008
3,47%
15marzo 2009
2,65%
15 giugno 2009
2,44%
15 settembre 2009
2,46%
15 dicembre 2009
2,70%
Se queste aspettative saranno rispettate quindi, i tassi Euribor scenderanno di un altro 1,50% in pochi mesi, stravolgendo di fatto gli scenari di investitori e detentori di mutui e IRS.
Vediamo innanzitutto le implicazioni per gli investitori.E’ evidente che i titoli indicizzati legati all’Euribor (la maggioranza delle emissioni bancarie e corporate), sono destinati a fissare cedole sempre più basse. Tuttavia, dato che le cedole scenderanno di pari passo con la discesa dei tassi di interesse, il valore di queste obbligazioni resterà tendenzialmente invariato (fatte salve ovviamente le oscillazioni di prezzo legate al merito di credito dell’emittente).
I titoli a reddito fisso invece, poiché garantiscono la cedola indipendentemente dal livello dei tassi di interesse, dovrebbero aumentare di valore. Ciò sarà sicuramente vero per le obbligazioni con scadenza a 1-3 anni, più direttamente coinvolte dal calo dei tassi Euribor. Per le scadenze più lunghe invece, molto dipenderà dalle aspettative di ripresa; se il mercato si focalizzerà su uno scenario di recessione relativamente breve, seguita da una ripresa economica robusta (come è sempre successo negli ultimi 20 anni), i tassi con scadenze più lunghe potrebbero essere poco influenzati dalla discesa dei tassi Euribor, lasciando il prezzo dei titoli obbligazionari tendenzialmente invariato.
Viceversa, se il mercato si focalizzerà su uno scenario di recessione prolungata (come nel 1930-1939 o 1973-1980), anche i tassi a lunga scadenza potrebbero continuare la discesa; in questo caso il valore dei relativi titoli potrebbe aumentare considerevolmente, facendo delle obbligazioni a tasso fisso a lunga scadenza una delle tipologie di investimento più “performanti”.Per quanto riguarda i titoli obbligazionari “strutturati” infine, segnaliamo l’esistenza di alcune emissioni che in una fase di calo dei tassi Euribor beneficeranno addirittura di un aumento del flusso cedolare. Di alcune di queste tipologie di titoli abbiamo già parlato nel nostro report di settimana scorsa, a cui rimandiamo i nostri lettori per maggiori dettagli.
Quanto sottolineato per gli investitori, in buona sostanza vale in senso inverso per i detentori di mutui.Chi ha un mutuo a tasso variabile e ha “sofferto” forti aumenti per tutto il 2008, beneficerà nei prossimi mesi di un deciso calo degli interessi applicati.Chi invece è legato ad un tasso fisso potrebbe valutare il cambiamento ad un mutuo a tasso variabile, sfruttando la possibilità data dal decreto Bersani di cambiare le condizioni del mutuo a costo zero.Attenzione però a non attendere troppo per effettuare questo cambiamento, già nel secondo o terzo trimestre del 2009 infatti i tassi potrebbero raggiungere il livello minimo e quindi potrebbe tornare ad essere conveniente la tipologia di mutuo a tasso fisso (su basi però decisamente inferiori a quelle attuali). Un’ultima segnalazione riguarda infine le operazioni di “interest rate swap” (IRS), molte delle quali hanno “barriere” e condizioni di pagamento legate ai tassi Euribor. In moltissimi casi, la discesa dei tassi a breve termine modifica decisamente le condizioni a favore delle società. Per chi vorrebbe chiudere questi contratti le condizioni dovrebbero già essere nettamente migliori rispetto a qualche settimana fa, ma è altamente probabile che nel giro di 3-4 mesi il miglioramento possa continuare. Il consiglio quindi e di seguire la situazione con grande attenzione, ed essere preparati a chiedere la chiusura anticipata delle operazioni di IRS nel corso della prima metà del 2009.

Solare e doppi vetri più cari stop agli incentivi per l'efficienza

ROMA - Il concetto di efficienza energetica si conferma decisamente ostico per il governo. Dopo la battaglia per impedire l'obiettivo del miglioramento del 20% entro il 2020 imposto dalla apposita direttiva dell'Unione Europea e dopo aver cancellato l'obbligo di certificazione energetica nella compravendita degli immobili, Palazzo Chigi ha dato un'altra picconata alle misure per ridurre la bolletta energetica nazionale. Questa volta la misura è contenuta nel recente piano anticrisi approvato dall'esecutivo e va a colpire la possibilità di ottenere vantaggi fiscali in caso di interventi di riqualificazione energetica. La normativa introdotta un paio di anni fa dall'allora ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani prevede infatti l'opportunità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 55% delle spese sostenute, ad esempio, per installare un pannello solare o sostituire un impianto di climatizzazione o cambiare gli infissi alle finestre. Ma ora, con l'entrata in vigore del decreto anticrisi, accedere a questo incentivo sarà molto più difficile. L'iter per avere accesso alle detrazioni Irpef e Ires diventa decisamente più complesso. Il decreto prevede che per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007, i contribuenti debbano inviare all'Agenzia delle entrate, esclusivamente in via telematica, "un'apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi". Il provvedimento stabilisce ancora che l'Agenzia delle entrate esamini le domande secondo l'ordine cronologico di invio e comunica entro 30 giorni l'esito della verifica agli interessati. Decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento "l'assenso si intende non fornito" e il cittadino non potrà usufruire della detrazione.
Per quanto riguarda invece le spese sostenute nel 2008, in caso di mancato invio della domanda o di diniego da parte dell'Agenzia, l'interessato potrà comunque usufruire di una detrazione dall'imposta lorda pari al 36% delle spese sostenute fino ad un massimo di 48.000 euro da ripartire in 10 rate annuali. Un cambio di registro rispetto ai buoni risultati ottenuti sino ad oggi duramente criticato dall'opposizione e dalle associazioni ambientaliste. "Lo sconto fiscale del 55% sulle ristrutturazioni edilizie a fini ambientali - denuncia il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani - era una tipica norma di sostegno all'economia e all'ambiente secondo priorità universalmente riconosciute dal Protocollo di Kyoto in poi. Anche questo viene vanificato, addirittura con effetti retroattivi. Per stare al concreto, chi ha realizzato l'intervento sulla sua casa nel 2008 potrà rimetterci fino a 15mila euro". "Lo sgravio fiscale del 55% introdotto dal governo Prodi - ricorda ancora il ministro ombra dell'Ambiente Ermete Realacci - è stato utilizzato da 230 mila famiglie e ha messo in moto un volano di affari superiore ai 3 miliardi di euro permettendo di ripagare lo sgravio fiscale previsto, attraverso l'emersione del sommerso e l'attivazione di una nuova economia". Dura anche la presa di posizione di Legambiente. "Non si comprende - dice il responsabile energia Edoardo Zanchini - la ragione per la quale si è deciso di cambiare un provvedimento che ha avuto un grande successo e che permetteva alle famiglie di risparmiare sulle bollette elettriche e termiche grazie alla possibilità di installare impianti solari termici, caldaie a condensazione, interventi di efficienza energetica. A meno di voler proprio limitare il ricorso a questo tipo di incentivi". (v. g.)

lunedì 1 dicembre 2008

Lunedì di passione per lo sciopero degli autonomi dei trasporti locali

MILANO - Si annuncia un lunedì 1° dicembre difficile per il trasporto locale a causa dello sciopero proclamato dai sindacati autonomi Cub e Cobas. Non si fermeranno invece i lavoratori aderenti ai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, e l'Ugl. A Milano le metropolitane dovrebbero funzionare regolarmente, magari con meno treni, mentre ci saranno meno corse per autobus, filobus e tram. L'Atm garantirà il servizio da inizio turno alle 8,45 e dalle 15 alle 18. Il Comune ha deciso di sospendere l'Ecopass d'ingresso nella zona del centro per le auto più inquinanti. La Regione Lombardia ha tolto il divieto di circolazione dalle 7,30 alle 19,30 per i mezzi non catalitici ed euro 1 diesel.
ROMA TROVATO ACCORDO - Trovato un accordo con i confederali a Roma. Cgil, Cisl, Uil e Ugl trasporti hanno firmato l'intesa sul disagio salariale giovanile con Trambus e dunque è stato differito lo sciopero di autobus e tram indetto per lunedì.

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NOI SIAMO CON LORO

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NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO
Con la prossima dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il 5x1000 a Emergency.

NOI SIAMO CON LORO

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Con la prossima dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il 5x1000 a AIRC.

NOI SIAMO CON LORO

NOI SIAMO CON LORO
Con la prossima dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il 5x1000 a Greenpeace.