a Peppino Impastato e Santo De Luca

lunedì 27 aprile 2009

"La crisi frena, guardiamo avanti nuove pensioni, via le province"

Marcegaglia: "Non siamo più in un precipizio, ma l'occupazione peggiorerà .Sarà un anno nero con un recupero nella seconda metà. Gli ammortizzatori hanno retto".
I sindacati hanno dato prova di grande responsabilità, anche la Fiom.
ROMA - Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, ha trascorso gli ultimi sei mesi in trincea, schierata con le migliaia di piccoli imprenditori, di fatto il "nocciolo duro" della sua associazione, a combattere contro il congelamento del credito da parte dei banchieri e contro la cautela del nostro governo a mettere in campo risorse "vere", come disse. Ora Marcegaglia lancia le sue proposte per il dopo recessione e chiede le riforme. Perché dopo aver disegnato scenari nerissimi, la Confindustria si è iscritta al partito degli ottimisti, tra i quali ci sono Berlusconi e Tremonti? "Premesso che fare previsioni in questo contesto è molto difficile, le ricordo che il nostro Centro studi stima per il 2009 una caduta del Pil del 3,5 per cento. Dunque il 2009 sarà un anno assolutamente nero, ma quel dato sconta già un miglioramento nella seconda metà dell'anno". Quando prevedete la ripresa? "Fino a qualche mese sembravamo in un precipizio senza fine. Ora sappiamo che abbiamo toccato il fondo, ma non si può certo ancora parlare di ripresa. I miglioramenti si cominceranno a vedere nella seconda metà dell'anno. Resto convinta che per tornare ai livelli del 2007 ci vorranno dai due ai tre anni. Oggi ci sono diversi segnali non negativi destinati a rafforzarsi nei prossimi mesi. Negli Stati Uniti si prevede una ripresa già entro la fine di quest'anno, la Cina sembrerebbe a un passo da una ripresa vigorosa, la fiducia degli imprenditori tedeschi è in leggera risalita. E anche da noi la caduta dell'export si è arrestata".
Anche per l'occupazione il peggio è alle nostre spalle? "No. L'occupazione reagisce con mesi di ritardo. Per questo da qui a fine anno prevediamo un peggioramento della situazione occupazionale". Teme il rischio che scoppino tensioni sociali come è successo in Francia e in Gran Bretagna? "Devo dire che i nostri tanto bistrattati ammortizzatori sociali hanno retto bene di fronte alla crisi. La cassa integrazione ordinaria si è dimostrata utilissima, i correttivi introdotti dal governo sono stati adeguati, la cassa in deroga soprattutto per le piccole imprese è importante. Credo e spero che gli otto miliardi stanziati dal governo siano sufficienti a evitare conflitti sociali. È giusto anche dare atto al senso di responsabilità con cui nelle aziende e a livello locale i sindacati hanno gestito la crisi". Anche la Fiom e la Cgil? "La Cgil e la Fiom si stanno comportando bene, pure nelle aree considerate più calde: da Brescia a Reggio Emilia". Sarà lo Stato-capitalista a portarci fuori dalla recessione? "Pensare che sia lo Stato a guidare la ripresa dell'economia sarebbe un tragico errore". Berlusconi e Tremonti sostengono che l'Italia che uscirà dalla crisi sarà più forte. Lei è d'accordo? "No. Usciremo più forti solo se sapremo utilizzare la crisi per fare le riforme strutturali che vengono sempre rinviate. Altrimenti rischiamo di uscire dalla crisi esattamente nella posizione di prima. E non era una buona posizione". Quali sono le riforme da fare? "Sono quelle della pubblica amministrazione, della liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali dove sta crescendo l'occupazione da parte della politica, della previdenza, della sanità. E ancora: aboliamo le Province che non servono a niente come tanti altri enti inutili". Perché il governo che ha un così largo consenso evita di aprire questi capitoli? "Perché sono materie ad alto tasso di impopolarità". Considera insufficiente anche l'azione del ministro Brunetta? "Ha impostato un lavoro serio ma ora bisogna velocizzare la fase della realizzazione". Cosa propone per le pensioni e per la sanità? "Di alzare l'età pensionabile e, sul fronte sanitario, di tagliare gli sprechi". Non le pare una contraddizione che il presidente della Confindustria chieda un aumento dell'età pensionabile quando le imprese stanno ricorrendo a forme di prepensionamenti? "È vero. Ma una volta superata la crisi il problema si porrà identico. Si deve cominciare a ragionare sul dopo". La Confindustria ha proposto sgravi fiscali per le aziende che reinvestiranno gli utili. Con un debito alle stelle e un deficit in progressiva crescita come pensa che si finanzierà una misura di questo tipo? "In buona parte, nel breve-medio periodo, si autofinanzierà. Ripeto: dobbiamo pensare al dopo crisi in un mondo dove non ci sarà più un eccesso di credito". Tremonti proporrà al prossimo G8 l'idea di una nuova Bretton Woods per riscrivere le regole dell'economia mondiale. È d'accordo? "Sono contraria a un eccesso di regolazione. Il problema non è avere più regole, bensì regole migliori per coprire i "buchi" che hanno portato alla crisi della finanza".
27/4 La Repubblica.

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