ORA CI E' TUTTO PIU' CHIARO...
Si muore di caldo. Funziona solo sulle linee dei ricchi”
PAOLA ITALIANO
torino
Pensilina dei bus davanti a Porta Nuova, ore 12,30. Fa caldo. La colonnina di mercurio segna 32 gradi. Arriva il 67, i passeggeri salgono. Il mezzo è affollato, si sta stipati come sardine, ma non è questo l’unico problema: l’aria condizionata non è in funzione. O meglio: funziona, ma il getto d’aria è caldo. I finestrini sono abbassati, solo chi è vicino può godere delle poche folate che arrivano a sprazzi. Gli altri sbuffano, qualcuno agita un ventaglio improvvisato con un giornale, altri ancora tamponano con un fazzoletto la fronte. Forse è solo un caso, ma dalle lamentele dei passeggeri si capisce che l’assenza di climatizzazione sia una circostanza più frequente di quanto non dovrebbe. «Prendo l’autobus tutti i giorni a Porta Nuova - spiega Renata Giorda, impiegata a Torino in trasferta dalla Val di Susa - e non funziona quasi mai, nemmeno sui mezzi più nuovi». La statistica viene confermata anche da Omar Boscaino, architetto e abbonato Gtt, che nota un peggioramento della situazione: «Quest’anno mi sembra che non funzioni più frequentemente che in passato». Ma non si lamenta troppo e la prende con filosofia, quella di chi è abituato ai disservizi: «L’importante è che i mezzi ci siano». Dopo un paio di fermate, la colonnina di mercurio è salita a 36 gradi, e toccherà quota 37 verso le 15,40. Alle 12,45 da un bus arancione della linea 18 scende Giuliano Chiesa, impiegato di 53 anni: «La mia corsa non è finita, ma faceva un caldo terribile, quel bus è vecchio e l’aria condizionata non c’è. Aspetto il prossimo, sperando che ne sia dotato, anche se sono pochissimi quelli su cui funziona». Giuliano avanza qualche ipotesi sulle cause: «A volte è rotta, ma c’è anche da dire che, spesso, la gente abbassa i finestrini e l’impianto diventa inutile». Il signor Chiesa è fortunato a metà: il mezzo successivo del 18 è molto meno affollato del precedente ed è dei più recenti, ma l’impianto di climatizzazione non sortisce gli effetti sperati. «Forse è perchè ci sono i finestrini aperti - dice Serena, 22 anni, studentessa, che cerca di giustificare il caldo insopportabile e tira le somme della sua odissea quotidiana - Ma comunque non funziona quasi mai». L’epopea dell’aria condizionata ha due facce: «Certe volte mi tocca indossare un pullover perché fa troppo freddo - racconta Cosetta Migliari, casalinga - Invece questa mattina ho preso il 58 e l’impianto funzionava bene. In compenso ora c’è da morire di caldo», dice seduta sul tram della linea 9, mentre il termometro tocca quota 37 gradi. «O non funziona o la sparano a mille», conferma Ines, casalinga, in viaggio sull’1 intorno alle 16. Anche Dante, libero professionista, è un utente fisso: abita nel quartiere Vanchiglia, prende almeno 4 autobus al giorno e abbozza qualche percentuale: «Funziona più o meno sul 50% dei veicoli che prendo, principalmente quelli che attraversano il centro - spiega seduto in fondo a un 68 con l’impianto che gira nuovamente a vuoto, ma ipotizza una spiegazione «classista»: «Mi sembra che le linee migliori siano quelle che vanno in direzione della collina, dove abitano i ricchi. Qualche dubbio che qualcuno sia privilegiato rispetto ad altri mi viene». Poi si alza per sbirciare davanti: il bus è fermo da troppo tempo perché si tratti un semaforo o di una fermata. Infatti si scopre che c’è stato un incidente, il traffico è in tilt, e almeno 4 mezzi pubblici sono incolonnati e bloccati, mentre la colonnina non si muove dai 35 gradi. Allarga le braccia: «Oggi ci tocca soffrire».
a Peppino Impastato e Santo De Luca
martedì 7 luglio 2009
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