a Peppino Impastato e Santo De Luca

lunedì 18 maggio 2009

Fiat, i Cobas contro la Fiom Rinaldini buttato giù dal palco

TORINO - E' finita con una dura contestazione dei Cobas al segreterario nazionale della Fiom Gianni Rinaldini, buttato già dal furgone-palco, e una cinghiata al leader della Uilm torinese Maurizio Peverati la manifestazione nazionale dei lavoratori Fiat a Torino. Un corteo di circa diecimila lavoratori con in testa gli operai di Pomigliano D'Arco e Termini Imerese che era partito dallo stabilimento di Mirafiori e si è concluso, tra le polemiche, davanti agli uffici di Sergio Marchionne al Lingotto. Indetta per chiedere alla Fiat risposte certe sul futuro degli stabilimenti italiani nella grande partita dell'alleanza con Chrysler e Opel, la manifestazione ha segnato una profonda spaccatura all'interno delle forze sindacali.

L'aggressione a Rinaldini è scattata al termine del corteo. Appena il leader della Fiom ha preso la parola davanti ai cancelli di Mirafiori è scattata una contestazione che ha portato un gruppo di aderenti ai Cobas, molti con le bandiere dello stabilimento di Nola, a spingere Rinaldini con strattoni e calci. Immediata la reazione del servizio d'ordine Fiom che ha allontanato gli aderenti ai Cobas. Nei tafferugli che sono seguiti è stato colpito il segretario Uilm Peverati. Rinaldini ha poi potuto fare il suo discorso conclusivo in un clima di grande tensione con la polizia e i carabinieri che controllavano la situazione con diversi mezzi e uomini nelle vie limitrofe. Appena concluso l'intervento, i sindacati confederali hanno abbandonato via Nizza e un rappresentante dei Cobas ha preso la parola, rivendicando una lotta più dura contro la Fiat.

Molte le reazioni alle contestazioni. A cominciare da quella dello stesso segretario generale della Fiom che parla di "episodio deplorevole, costruito in modo organizzato, che non può in alcun modo oscurare la grande manifestazione che si è svolta oggi a Torino e soprattutto non può oscurare il suo significato, la grande unità dei lavoratori di tutti gli stabilimenti Fiat, dal Sud al Nord del Paese. Si è trattato di un'aggressione di alcuni teppisti dello Slai Cobas che aveva come unico scopo quello di oscurare le nostre richieste di confronto per difendere gli stabilimenti dalla chiusura. Hanno reso un ottimo servizio alla Fiat, dato che diventerà quella la notizia di oggi".

In una nota il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni esprime solidarietà a Rinaldini e usa toni duri: "Un fatto grave che deve farci riflettere tutti. Non ci possono essere giustificazioni in questi casi... L'esasperazione e le legittime preoccupazioni dei lavoratori per i rischi occupazionali non possono degenerare in episodi di vero e proprio squadrismo organizzato... Queste frange violente non c'entrano niente né con il sindacato né fanno gli interessi dei lavoratori. Purtroppo c'è chi sta soffidando sul fuoco della crisi per esasperare i toni".

Solidarietà a Rinaldini e condanna dell'aggressione anche dal mondo politico. Cesare Damiano (Pd), Paolo Ferrero (Prc) e Claudio Fava (Sinistra e Libertà) sottolineano come episodi di questo tipo indeboliscano i lavoratori. Dal Pdl il portavoce Daniele Capezzone rimarca che "chiunque ne sia l'autore e chiunque ne sia la vittima è gravissimo e inquietante il ricorso alla violenza". E aggiunge: "C'è qualcuno evidentemente che, con maggiore o minore consapevolezza, intende far scivolare alcune frange sociali verso una contestazione senza troppi freni. E' necessario vigilare affinché l'episodio di oggi resti isolato".

Per quanto riguarda il confronto con Fiat, Rinaldini ha annunciato i prossimi passi del sindacato: "Visto che le relazioni sindacali finora si sono limitate alle lettere per comunicare la cassa integrazione, bloccheremo tutti gli straordinari e le forme di flessibilità fino alla convocazione del tavolo". "Non ci stiamo più ad apprendere le cose attraverso i comunicati", ha aggiunto ribadendo che "non è possibile chiudere alcun stabilimento in questo Paese".

Alla manifestazione hanno partecipato anche i presidenti di Campania e Puglia, Antonio Bassolino e Nichi Vendola, e la presidente del Consiglio regionale campano Sandra Mastella. Tra gli amministratori locali il sindaco Sergio Chiamparino e il presidente della Provincia Antonio Siatta. Oltre settecento gli operai arrivati da Pomigliano con un treno straordinario.

La Repubblica (16 maggio 2009)

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