a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 12 novembre 2009

CON UN ANNO DI RITARDO MA LA RISPOSTA E' SEMPRE QUELLA

Lungimiranti o solo concreti?
La crisi chiude le serrande a ventimila negozi. E lascia per strada quasi 130.000 lavoratori del commercio. Lo scenario previsto per fine anno dalla Confcommercio non lascia dubbi: la crisi ha avuto un impatto pesantissimo sul settore, ma le aspettative migliorano e l’associazione rivede in lieve rialzo le stime per consumi e prodotto interno lordo. Nel 2009 la crescita non scenderà del 4,8% bensì del 4,6%, mentre i consumi caleranno del 1,8% e non dell’1,9%. Un ritocco troppo leggero, tuttavia, per chiudere la fase di emergenza. Secondo l’associazione, infatti, «siamo tornati ai livelli di consumi e Pil dell’inizio del 2000». E il 2010 non consentirà il balzo in avanti necessario: per Confcommercio il prossimo anno la crescita sarà dello 0,7% e i consumi faranno segnare un più 0,6%. Ma aumenterà ancora il numero dei disoccupati, sfiorando quota 180 mila. Le ricette auspicate dal presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, sono allora «una riduzione della pressione fiscale complessiva», quindi «un primo intervento sull’Irap», accompagnato però da una «parziale detassazione delle tredicesime per i livelli di reddito medio bassi». Una proposta però subito respinta dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo il quale al momento è «impossibile detassare le tredicesime».Ieri, intanto, primo sì alla Finanziaria. Il governo è stato battuto due volte su emendamenti presentati dal Pd e dall’Idv ma il testo è stato poi approvato dalla Camera con 467 voti favorevoli, 2 astenuti, nessun contrario.

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