a Peppino Impastato e Santo De Luca

martedì 1 dicembre 2009

Aids, i malati non calano più. Uno su 4 non sa di essere contagiato

Il declino della malattia si è fermato. In un anno 4mila persone hanno contratto il virus dell'Hiv e 1.200 l'Aids. La principale via di trasmissione resta quella sessuale. Mentre l’età media del contagio è di 39 anni per gli uomini e di 34 per le donne. Uno su tre è straniero. Ma c'è una bassa percezione del rischio e si arriva troppo tardi alle cure
Il declino dell’Aids si è fermato. L’andamento della malattia in Italia è stabile: nell’ultimo anno ci sono stati 4mila casi di sieropositività e 1.200 di Aids. In pratica undici persone al giorno sono state infettate dal virus dell’Hiv. Il problema è che si fanno pochi test perché c’è una bassa percezione del rischio, e così una persona su quattro non sa di essere infetta. Scopre di esserlo solo quando riceve la diagnosi di Aids. La principale modalità di trasmissione resta il rapporto sessuale (74%), mentre l’età media del contagio è di 39 anni per gli uomini e di 34 per le donne. La maggior parte vive al nelle regioni del centro-nord. Tra tutti una persona su tre è straniera (32%).
Sono questi i dati diffusi oggi dal ministero della Salute, in occasione della giornata mondiale dell’Aids del 1 dicembre, raccolti dal centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità. Con questi numeri e con la stabilizzazione dei contagi che va avanti ormai da 10 anni, l’Italia si posiziona fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di HIV medio-alta.
LE TERAPIE FUNZIONANO
Aumentano invece i malati che, grazie alle terapie antiretrovirali, sopravvivono all’Aids per effetto delle terapie antiretrovirali combinate, ovvero quelle che prevedono la somministrazione di più farmaci per bloccare l’azione del virus. "Tali terapie prolungano la sopravvivenza e riducono la mortalità delle persone sieropositive - spiega il viceministro della Salute Ferrucio fazio - ma allo stesso tempo le cure comportano comunque un aumento progressivo delle persone viventi la malattia conclamata". Basti pensare che oggi 180mila persone hanno l'Hiv o l'Aids.
LA PERCEZIONE DEL RISCHIO È BASSA
Tuttavia va detto che nel 2009, il 60% dei nuovi malati di Aids ha scoperto di essere sieropositivo troppo tardi, cioè in concomitanza con la diagnosi di Aids. Ciò significa che c’è una bassa percezione del rischio e che si arriva tardi alle cure. Solo un terzo delle persone con AIDS ha avuto la possibilità di usufruire dei benefici delle terapie antiretrovirali prima di tale diagnosi. In altre parole, mentre in passato le persone stavano più attente, oggi è come se avessero abbassato la guardia.
E così ci si ammala di Aids senza aver scoperto di aver contratto il virus dell’Hiv. La bassa percezione del rischio, la stabilizzazione delle nuove infezioni da Hiv e dell’incidenza dell’Aids, combinate all’aumento della sopravvivenza ha, però, un effetto: la crescita del potenziale bacino di infezione. Tutte persone che, proprio perché inconsapevoli, ritardano l’accesso al test e, di conseguenza, alle terapie. E questo accade soprattutto in chi ha contratto il virus per via sessuale, cioè 74 persone su 100.
LA CAMPAGNA DEL MINISTERO
Da martedì il ministero della salute lancia la campagna di prevenzione e lotta all'aids. Uno spot, girato dal regista Ferzan Ozpetek con protagonista Valerio Mastandrea, sarà mandato in onda nelle principali tv nazionali così come andrà in onda nelle radio uno spot per sensibilizzare quella fascia di popolazione inconsapevole che non essendosi sottoposta al test ignora la propria sieropositività infettando gli altri attraverso i rapporti sessuali. Il target della campagna è rappresentato dai 30-40enni. Lo slogan della campagna è 'aids: la sua forza finisce dove comincia la tua!", con un invito a fare il test

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