a Peppino Impastato e Santo De Luca

martedì 14 dicembre 2010

Tanzi: «In casa mia non ci sono caveau»

Secondo Report l'ex re del latte ha "trafugato" un tesoro in Svizzera. La replica: «Mai stato neppure a Ginevra»

MILANO- A Parma ha affrontato la seconda parte del suo interrogatorio al processo sul crac Parmalat. Ma prima di entrare in aula, Calisto Tanzi ha voluto replicare alla trasmissione Report. «In casa mia non ci sono caveau» ha detto Tanzi, mentre secondo il programma di Milena Gabanelli l'ex re dell'azienda di Collecchio avrebbe "trafugato" in Svizzera alcuni dei beni preziosi che si trovavano nella sua abitazione ad Alberi di Vigatto, nel Parmense. Tanzi ha spiegato di non essere mai stato in Svizzera e di non avere in casa «nessuno dei quadri di cui ha parlato la trasmissione Rai». «Non sono mai stato neppure a Ginevra», ha continuato Tanzi, mentre il suo legale, l'avvocato Giampiero Biancolella, ha spiegato che subito dopo il crac nell' abitazione del suo assistito sono state condotte ricerche anche con l'utilizzo delle «fibre ottiche». Stando alle indagini condotte in epoca successiva al crac del 2003, l'elenco dei beni preziosi detenuti da Tanzi avrebbe occupato due pagine nella relazione dell'assicuratore del cavaliere, che aveva stipulato polizza con la Reale Mutua.
Nel corso dell'udienza del processo parmigiano per il crac del colosso alimentare, Tanzi ha spiegato che tra i politici da lui finanziati ci fu anche l'attuale premier. «Berlusconi aveva chiesto un aiuto per fondare il suo partito - ha ricostruito Tanzi -. Partecipai ad una riunione ad Arcore assieme ad altri imprenditori e lui ci disse che fare pubblicità sulle sue reti andava bene ugualmente». Sempre secondo il suo racconto, una parte delle inserzioni pubblicitarie destinate alla Rai furono «spostate su Mediaset». «Fu stabilito che avremmo pagato il costo degli spot senza sconti né promozioni, che data la quantità delle nostre inserzioni pubblicitarie sarebbero state consistenti. In fattura quindi comparivano i pagamenti senza alcuna agevolazione o sconto». La Procura ha calcolato che l'ammontare degli sconti non praticati da Mediaset a Parmalat è di circa il 5% del totale. Tanzi ha confermato in aula che Mediaset ha continuato anche in seguito a non praticare un trattamento di favore ad uno dei più importanti inserzionisti pubblicitari italiani. Prima del crac del 2003 Tanzi, sempre secondo la sua ricostruzione, assieme al figlio Stefano fu ospite a Palazzo Grazioli. «Chiesi a Berlusconi di intervenire con le banche e con la Consob. Lui mi disse che poteva fare qualcosa con la Consob ma che sarebbe stato difficile intervenire presso le banche. Riuscimmo ad ottenere attenzione da parte della Consob anche per interessamento di Gianni Letta al quale chiesi le stesse cose che avevo domandato a Berlusconi».
«MI RIVOLSI A GORIA E A DE MITA» - Tanzi ha parlato anche di altri politici e di banchieri. «Mi sono rivolto all'allora ministro Goria e a Ciriaco De Mita perché appoggiassero la candidatura di Luciano Silingardi a presidente di Cariparma», ha detto ripercorrendo le tappe della carriera di Silingardi, presente in aula come imputato e suo amico «conosciuto sui banchi di scuola». Alla pm Lucia Russo che gli chiedeva come mai avesse caldeggiato la nomina dell'amico Silingardi ai vertici dell'istituto bancario parmigiano, Tanzi ha risposto che Silingardi meritava quella nomina. Non è l'unico banchiere che ha avuto rapporti di confidenza con l'ex re del latte, è stato ricordato in aula, citando tra gli altri Franco Gorreri, ex numero uno di Bancamonte ed ex tesoriere di Parmalat, e Pellegrino Capalbo di Banca di Roma. Quella di poter influire sulle nomine dei vertici bancari italiani è una delle ragioni che hanno indotto Tanzi a finanziare alcuni politici anche se ha dato l'impressione di non ricordalo. È stata la stessa pm Russo a contestare quanto da Tanzi dichiarato in un precedente interrogatorio. «Finanziavo i politici per avere accesso al credito, per le nomine bancarie e per ottenere protezioni», disse Tanzi in un interrogatorio del 2004. Oggi l'ex patron Parmalat ha detto che «nel bilancio del dare e dell'avere dalla politica ho più dato che avuto».
30 novembre 2009
Corriere della Sera

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