Parlano di noi
FINANZA&MERCATI
ILSOLE24ORE.COM
10 maggio 2008
Finanza e Mercati
Il Parlamento è cambiato, il nuovo esecutivo di centrodestra ha una larga maggioranza. Massimo Masi, da marzo nuovo segretario generale Uilca (credito assicurazioni), attende le prime mosse.
Cosa vi aspettate?
Intanto una nuova legge sul voto nelle Banche popolari che era già stata predisposta da Giorgio Benvenuto e affossata dal Polo nella passata legislatura. Abbiamo perso due anni in inutili contrapposizioni. Speriamo continui la politica di trasparenza nei confronti dei consumatori e concorrenza fra i soggetti finanziari iniziata dal precedente Governo. Credo, però, che aumenteranno i prelievi fiscali a carico delle banche e delle assicurazioni
Le liberalizzazioni erano rimaste a metà. Ci sarà un'inversione di tendenza?
Sono convinto che l'Antitrust chiederà al nuovo esecutivo, con priorità assoluta, di far luce su comparti che hanno partecipazioni intrecciate che minano il mercato e la concorrenza. Comparti già interessati da riforme regolamentari rilevanti: la legge sul risparmio, il nuovo diritto societario, Mifid e la nuova Opa europea. Non sono sicuro, però, che il nuovo Governo sarà in grado, senza incontrare ostacoli interni, di continuare in questa direzione.
In questi anni sono state realizzate aggregazioni bancarie di dimensioni medio-grandi, dopo gli annunci arrivano le razionalizzazioni. Il contesto internazionale rende più difficile il raggiungimento di ricavi. Si interverrà sui costi, quindi sul personale.
Concordo sulla politica del contenimento dei costi. Ma deve riguardare tutti: management compreso. La Uilca ritiene non più procrastinabile una moratoria delle stock options che potrebbe anche accompagnarsi a qualche gesto di autoriduzione della retribuzione sempre più spesso milionaria dei vertici aziendali. Penso non sia più dilazionabile quel ripensamento radicale e coraggioso dei piani incentivanti. Solo in presenza di concreti segnali saremo disponibili ad affrontare ulteriori confronti sul piano dei costi perché occorre un recupero di credibilità per avanzare richieste a chi ogni giorno contribuisce, con il suo lavoro, alla creazione del valore aggiunto che viene distribuito in modo così ineguale.
Il contratto è stato appena firmato, ci sarà spazio ulteriore per integrativi?
Stiamo entrando nella stagione dei rinnovi contrattuali di secondo livello per ridistribuire la produttività là dove viene realizzata. Nei nostri settori la contrattazione integrativa riguarda oltre il 95% delle aziende. Spazi contrattuali ed economici ce ne sono. Il contratto coniuga aumenti economici nazionali rilevanti con razionalizzazioni normative che consentono un allargamento delle materie da contrattare a livello aziendale. Non parliamo, poi, degli accordi di Gruppo. Basta pensare che nel solo Gruppo Intesa Sanpaolo sono stati sottoscritti 140 accordi sindacali in un solo anno. E gli altri gruppi non sono da meno.
Bankitalia e Antitrust si sono mosse per favorire servizi migliori e a minor costo, il sindacato lamenta pressioni commerciali su prodotti nocivi per la clientela, le imprese di credito sono più attente alle ricadute sui risparmiatori. Sembra un ciclo virtuoso.
Il problema di fondo è uno solo: il conflitto di interessi tra chi incita alle vendita con pressioni fortissime sui lavoratori e la qualità del prodotto finanziario venduto. Lamentiamo pochissima formazione data ai lavoratori sulla Mifid. Consegnare malloppi di carta agli addetti alle vendite non è formazione. E su queste terreno sfidiamo banche ed Abi a un confronto serio.
Ania e Abi avviano la loro Federazione, con che ricadute su clienti e relazioni industriali?
Abbiamo valutato negativamente l'operazione, soprattutto sotto l'aspetto reputazionale. Due soggetti che sono nel punto più basso del gradimento dei cittadini si "mettono assieme" con obiettivi non chiari. Su qualche giornale un alto esponente della finanza ha ipotizza una sorta di lobby delle lobbies. Chiediamo trasparenza nei confronti dei clienti su mutui, polizze, portabilità dei prodotti. Anche sul versante delle liberalizzazioni e della trasparenza incalzeremo il nuovo Governo. Le dichiarazioni del direttore generale dell'Abi, Giuseppe Zadra e del Presidente dell'Ania, Fabio Cerchiai sulla ridiscussione dei decreti Bersani sono preoccupanti perché tendono a rimettere in discussione punti qualificanti. Per il momento restano indecifrabili i riflessi sulle relazioni sindacali.
paolo.zucca@ilsole24ore.com
a Peppino Impastato e Santo De Luca
martedì 8 luglio 2008
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