a Peppino Impastato e Santo De Luca

lunedì 18 gennaio 2010

ROSA UILCA

"La depressione ha ucciso il mio sogno di madre"
La Stampa
Marco Accossato
Cercano la perfezione, esternano poco le loro emozioni preoccupandosi soltanto dei problemi concreti quotidiani, tendono a delegare pochissimo al marito o al compagno la cura del neonato, salvo poi accusare il partner di essere troppo assente.
Ecco - secondo uno studio compiuto dall’Asl To1 - il profilo della neomamma candidata alla depressione post partum. Per due anni, da inizio 2008 a oggi, sono state seguite nei distretti di Mirafiori Sud 102 coppie subito dopo la nascita di un figlio. Un progetto - ed è questo l’aspetto più innovativo - «che non si è limitato a indagare sullo stato emotivo delle neomamme - spiega la dottoressa Luisella Gioppato, coordinatrice dello studio insieme al dottor Giampiero De Marzi, responsabile del Centro di salute mentale di via Negarville - ma ha coinvolto attivamente anche i neopapà».
Risultato: sedici coppie su cento sono a rischio. Poco più della media nazionale, che supera di poco il 10 per cento.
Studentesse e professioniste, colf e casalinghe, insegnanti, impiegate e operaie. Donne italiane e donne straniere. La ricerca ha preso in considerazione un campione molto ampio di neomamme. Tutte le situazioni a rischio sono state affrontate, alcune mamme sono ancora in terapia. In alcuni casi si è addirittura temuto che la madre potesse fare del male al neonato, e il bimbo nella stanza da letto dei genitori è stato - ad esempio - allontanato dalla mamma e spostato accanto al padre.
C’è un campanello d’allarme, forse il primo fra tutti: «Le madri che sono state educate ad aderire alle aspettative della “madre ideale” sono quelle che sviluppano più facilmente sentimenti di inadeguatezza e incapacità a soddisfare i bisogni del lattante», spiega la dottoressa Gioppato. Sentimenti che - paradossalmente - sfociano in un distacco fisico ed emotivo dal bimbo. «Fino a vivere l’essere madre come un lavoro sfinente e insopportabile». Un incubo, più che una gioia.
Ogni storia è una storia a sé. Pianto, sbalzi d’umore, irritabilità, fino al digiuno e all’insonnia. I racconti di madri in preda a depressione post-partum sono spesso terribili.
«Molte delle neomamme in preda a depressione lamentano l’assenza del partner - è un’altra costante -: ma spesso sono loro a tenere lontani i mariti o i compagni dal bambino, come se la cura del neonato fosse un ambito esclusivamente loro, un compito della madre», rilevano gli psichiatri dell’Asl To1. L’origine del sentirsi inadeguate e incapaci può anche essere nell’assillo di amici e parenti che pretendono di insegnarti tutto su tuo figlio appena nato. «Un altro possibile fattore scatenante - sottolineano all Asl To1 - è il rapporto della madre con sua madre: madri delle neo-mamme distaccate o in conflitto non aiutano, anzi». Al contrario, «un buon rapporto di coppia favorisce la serenità, ma spesso marito e moglie esternano poco le loro emozioni, preoccupandosi soprattutto delle questioni pratiche: il biberon, la pappa, il cambio del bambino».
Emerge, nelle mamme professioniste piuttosto che nelle casalinghe, maggior tendenza al dialogo. I sintomi evidenziati nelle puerpere sono i disturbi del sonno, la mancanza di energia, le alterazioni anche improvvise dell’umore. Nei papà (36 si sono rifiutati di partecipare allo studio) sono i cambiamenti fisici della partner - prima e dopo il parto - a provocare cali d’umore e a minare la situazione. A volte questo è causa di tradimento, altra fonte inevitabile di depressione.
Ferruccio Massa, direttore generale dell’Asl To1, ha sostenuto il progetto, che ora sarà un servizio in più dei consultori alle coppie: «Lo studio ci aiuterà a prevenire e a intercettare situazioni a rischio, indirizzandole da subito verso un percorso di cura o a una rete di sostegno della coppia». Quando non è già troppo tardi.

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