a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 11 febbraio 2010

Cala il reddito delle famiglie italiane

Meno 4% fra il 2006 e il 2008

Il reddito medio delle famiglie italiane è calato del 4% fra il 2006 e il 2008 a 2.679 euro al mese. Lo rileva uno studio della Banca d’Italia che spiega: «tenendo conto dei cambiamenti nell’ampiezza e nella composizione della famiglia il reddito equivalente è caduto circa del 2,6%o. La riduzione è sostanzialmente simile a quella osservata nel corso della precedente recessione, tra il 1991 e il 1993». «Il 20 per cento delle famiglie ha un reddito mensile inferiore a circa 1.281 euro, il 10 per cento superiore a 4.860 euro; il reddito mediano è pari a 2.174 euro. La concentrazione dei redditi è risultata nel 2008 sostanzialmente in linea con quella rilevata negli anni passati».
La riduzione dei redditi ha riguardato in misura maggiore i lavoratori indipendenti rispetto ai dipendenti e agli individui in condizione non professionale. Inoltre, secondo lo studio della Banca d’Italia, la contrazione è stata maggiore per gli individui di età inferiore ai 55 anni ed in particolare per quelli con meno di 45 anni. «Il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane. Tale livello di concentrazione è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni», scrive palazzo Koch. Dall’altra parte della ’classificà, «la quota di individui con reddito al di sotto della soglia di povertà risulta pari al 13,4%, valore sostanzialmente in linea con quello rilevato nel 2006». La quota di individui residenti in Italia e nati all’estero è cresciuta fra il 2006 e il 2008 di due punti percentuali portandosi a circa il 7 per cento della popolazione. Di questi, circa il 36 per cento ha cittadinanza italiana. Il 24 per cento di quelli con altra cittadinanza sono cittadini di paesi appartenenti all’Unione Europea. Nel 2008 la ricchezza familiare netta, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), presenta un valore mediano di 153.000 euro. In termini reali, dopo essere cresciuto di circa il 44 per cento dal 1993 al 2006 soprattutto grazie all’aumento del valore degli immobili, questo importo è diminuito di circa l’1 per cento nel biennio successivo.
La percentuale di famiglie indebitate è aumentata di quasi due punti percentuali, al 27,8 per cento, un valore ancora inferiore a quelli dei principali paesi industriali, in particolare nel comparto dei mutui. Non è tuttavia aumentato il loro grado di vulnerabilità finanziaria, misurato dall’incidenza della rata dei prestiti per immobili sul reddito disponibile, che risulta pari a circa il 17 per cento, in linea con quanto rilevato nel 2006 e in altri paesi dell’area dell’euro. L’affitto medio pagato dalle famiglie è stato nel 2008 pari a circa 336 euro al mese per un’abitazione della superficie media di 75 mq. Considerando un’abitazione di dimensione mediana, nell’ultimo biennio l’incidenza della spesa dell’affitto sul reddito delle famiglie locatarie è aumentato di circa un punto percentuale, portandosi su un livello di circa il 18,6 per cento.
LA STAMPA 10/02/2010

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