a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 19 giugno 2008

L'ISEE DIECI ANNI DOPO

L'Isee ha appena compiuto dieci anni. E' uno strumento in grado di fornire indicatori di benessere più veritieri del solo reddito personale. Ma i più recenti provvedimenti di natura sociale non vi fanno riferimento per la selezione dei beneficiari. Tuttavia, una politica di welfare slegata dalla prova dei mezzi contribuisce a elargire benefici anche a individui con una condizione economica che non giustifica il trasferimento. Con pessimi risultati rispetto agli obiettivi di contenimento e di efficienza della spesa e rispetto ai più elementari criteri di equità.
Poche settimane fa l’Isee, indicatore di situazione economica equivalente, ha compiuto dieci anni: un tempo sufficientemente lungo per verificare lo “stato di salute” della prima esperienza italiana di prova dei mezzi. Introdotto con il decreto legislativo 109/98, l'Isee si proponeva di realizzare criteri uniformi a livello nazionale nella valutazione della condizione economica volta alla selezione dei beneficiari delle politiche di welfare.
I TRE PILASTRI DELL'ISEE
Tre sono i pilastri su cui si fonda la disciplina Isee: l’opzione a favore del reddito famigliare invece di quello individuale; la valutazione del patrimonio; il numero dei componenti della famiglia.Prendere in considerazione il reddito famigliare evita di erogare prestazioni a soggetti con un reddito individuale basso, ma inseriti in nuclei con risorse talvolta anche molto elevate.Il patrimonio (mobiliare e immobiliare) è un indicatore di capacità contributiva autonomo rispetto al reddito, fonte di prestigio sociale e di sicurezza economica. Il Rapporto Isee 2006 mostra come l’utilizzo di un indicatore di condizione economica che non tenesse conto del patrimonio favorirebbe in larga misura, per esempio, i lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti. (1)Il patrimonio inoltre permette di cogliere informazioni rilevanti sul benessere famigliare in presenza di carenze temporanee di reddito o di attività sommerse: sempre il Rapporto Isee 2006 mostra che l’8 per cento delle famiglie del campione preso in esame hanno un reddito inferiore alla media, ma un patrimonio superiore, e che un ulteriore 9 per cento di famiglie presenta la situazione opposta.Considerare la numerosità famigliare (e in qualche misura di alcune caratteristiche dei membri del nucleo: età, eventuali handicap, eccetera) tramite scale di equivalenza rende comparabile la condizione economica di nuclei famigliari diversi.Tuttavia, a dieci anni dall’istituzione dell’Isee, appare evidente la scelta del legislatore di determinare i beneficiari delle prestazioni sociali adottando indicatori di condizione economica che esulano in tutto o in parte da questi principi cardine. Una scelta che si discosta dalla rotta tracciata nel 1998 quando l’istituzione dell’assegno per nuclei con almeno tre figli minori e dell’assegno di maternità vincolati all’Isee, palesò la decisione di indirizzarsi verso criteri di selezione innovativi rispetto a quelli adottati in precedenza.
PROVVEDIMENTI SENZA ISEE
I più recenti provvedimenti di natura sociale non prevedono l’Isee come strumento di selezione dei beneficiari. Alcuni esempi:La detrazione Irpef di 1.200 euro in favore delle famiglie con almeno quattro figli, senza distinzione di reddito. Se da un lato si può obiettare che un intervento sull’imposta personale preclude l’uso di una prova dei mezzi, la stessa detrazione può essere vista anche come un implicito trasferimento di welfare. E mettere sullo stesso piano nuclei famigliare con quattro figli ma con redditi, patrimoni e condizioni anagrafiche diverse, appare un’operazione dubbia sotto il profilo dell’equità verticale.La detrazione Irpef di una quota del canone di locazione dell'abitazione principale. È una spesa fiscale istituita con finalità sociali ed è legata a due soglie di reddito imponibile. (2)La valutazione del patrimonio è del tutto evasa e le soglie di reddito sono state individuate indipendentemente dalla numerosità famigliare, anche in questo caso in spregio dell’equità verticale. Analogo ragionamento vale per la detrazione Irpef di 991,60 euro per i giovani che abbandonano il nucleo famigliare di nascita se il reddito imponibile è inferiore a 15.493,71 euro.Bizzarra è la previsione legislativa che esclude i soggetti over-75 dal pagamento del canone Rai. Al di là della singolarità di una politica per gli anziani più poveri basata sull’esenzione del canone Tv, il means test si basa ancora sul solo reddito (560 euro mensili), mentre la numerosità famigliare viene valutata in maniera sbrigativa: l’esenzione è concessa ai soli pensionati non coniugati!Stessa logica vale per la somma aggiuntiva una tantum alla pensione di vecchiaia, riservata ai pensionati con reddito (al netto di assegni per nucleo familiare/assegni familiari, indennità di accompagnamento, reddito da casa di abitazione, Tfr e competenze arretrate sottoposte a tassazione separata) non superiore a 8.504,73 euro.In un’ottica di lotta alla povertà, è discutibile l’opportunità di escludere dal computo poste rilevanti del reddito disponibile; ma soprattutto manca un riferimento chiaro al patrimonio e alle risorse economiche dei famigliari. Con il risultato, mostrato da Massimo Baldini, di un incremento delle pensioni concentrato a favore della metà meno ricca della popolazione, ma a beneficiarne maggiormente non sono le famiglie più povere, cioè quelle del primo decile, ma quelle dei decili immediatamente successivi.Una politica sociale slegata dall’Isee contribuisce a elargire benefici anche a individui con una condizione economica che non giustifica il trasferimento. Con pessimi risultati rispetto agli obiettivi di contenimento e di efficienza della spesa e rispetto ai più elementari criteri di equità che una seria politica di welfare dovrebbe fare suoi.L’Isee è uno strumento certamente perfettibile, ma comunque in grado di fornire indicatori di benessere più veritieri del solo reddito personale. (3) E il suo crescente utilizzo nel determinare l’accesso e la compartecipazione al costo delle prestazioni di welfare locale ne è la prova tangibile.A dieci anni dalla sua istituzione, è auspicabile che anziché ricorrere a scorciatoie efficaci sul piano della gestione amministrativa, ma del tutto inattendibili sotto il profilo della determinazione del target dei beneficiari, l’Isee divenga, anche a livello nazionale, l’unica effettiva prova dei mezzi.

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