Bond «tossici», l'atto d'accusa: «Unico scopo, drenare i mercati»
«Questo processo infine, è il processo a Tanzi e noi questo non lo dimenticheremo mai. Va detto che è lui il vero artefice di tutto quanto è accaduto. E’ Tanzi che ha mantenuto il sodalizio durato 15 anni, è lui che ha scelto le persone, deciso la genesi delle falsificazioni. Era il perno di tutto...».A 5 anni di distanza dai primi arresti, è cominciata ieri la requisitoria al processo Parmalat di Milano: 7 imputati e 11 richieste di patteggiamento per un reato, l’aggiotaggio, che, stando alle premesse dell’accusa, potrebbe costare caro ai protagonisti di uno dei più grandi scandali finanziari italiani degli ultimi anni. Provocato, secondo le parole del pm Carlo Nocerino che ieri, fra i tre pm ha preso per primo la parola, «dall’abbraccio infernale tra il gruppo Parmalat e il sistema bancario», l’altro grande accusato sul banco degli imputati. Vicenda esemplare e quanto mai attuale, il default di Collecchio porta in sè i prodromi dell’attuale crisi mondiale finanziaria: operazioni spericolate, finanza creativa, spregio assoluto del mercato e soprattutto dei piccoli risparmiatori. «Finanche il pil italiano ha subito contraccolpi dalla vicenda Parmalat... Ciò che accade in questi giorni trova le sue responsabilità in una finanza drogata e corrotta che non ha più agganci con la realtà economica».Secondo il magistrato: «Parmalat aveva costruito con scientificità e anche una certa maestria un buco di 14 miliardi di euro di cui ben 10 miliardi ai danni dei risparmiatori. Stiamo parlando di una frode e lo dimostrano i numeri....Erano 15 anni che Parmalat alterava sistematicamente il mercato». Di più: «Aveva come unico scopo drenare il denaro ai mercati». Requisitoria divisa a metà: da una parte Tanzi e il management di Collecchio, dall’altra il ruolo delle banche e le emissioni dei bond spazzatura: «I codici di autoregolamentazione delle banche di solito sono perfetti, il problema è che non si applicano». E per quanto riguarda i controlli istituzionali, se la Consob si salva perché «almeno dal marzo 2003 ha pressato notevolmente il sistema Tanzi», non così si può dire «della Banca d’Italia che non risulta abbia sanzionato qualcuna delle banche coinvolte nella vicenda Parmalat». La requisitoria proseguirà anche oggi e il 6 ottobre. Le conclusioni, con le richieste di pena dovrebbero arrivare l’8, con l’ultimo intervento del procuratore aggiunto Francesco Greco.
a Peppino Impastato e Santo De Luca
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