a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 26 agosto 2010

Pendolari senza Porta Susa

I primi tre giorni di settembre parecchi treni salteranno la fermata in stazione per consentire test sullo smog prodotto dai locomotori diesel. La Regione critica la decisione e chiede alle Ferrovie il rinvio delle verifiche.

Settimana di passione per i pendolari piemontesi. Ai primi di settembre, in perfetto tempismo con il rientro dalle ferie, dovranno fronteggiare per almeno tre giorni parecchi disagi: una ventina di treni salteranno la fermata nella nuova stazione sotterranea di Porta Susa puntando direttamente su Porta Nuova.
La notizia ha monopolizzato una giornata ad alta tensione tra Ferrovie e Regione: le prime, messe sotto pressione dall’apertura di un fascicolo ad opera della Procura, decise a fare una serie di test per valutare l’inquinamento prodotto dai locomotori diesel impiegati su alcune linee (con i rischi per la salute segnalati nell’indagine condotta da Arpa Piemonte ad aprile); la seconda, che pure chiede una soluzione, decisa a limitare i disagi per i pendolari.
Da qui la contrarietà dell’assessore ai Trasporti Barbara Bonino e dei suoi funzionari, polemici sulla scelta di operare le simulazioni alla ripresa dell’attività lavorativa per migliaia di persone, saltando a piè pari la parentesi agostana. Una domanda: non potevano pensarci prima?
Il problema, a quanto trapela dalle Ferrovie, rimanda alla disponibilità dei tecnici: quelli di Arpa Piemonte, che l’Asl Torino uno ha scelto come periti, e quelli dell’Istituto di Medicina del Lavoro, ai quali si è affidata l’azienda. Problema nel problema: i dati delle rispettive relazioni certificano lo smog causato dai fumi dei locomotori, una nota stonata in una struttura che si vuole all’avanguardia, ma non risulterebbero univoci.
La prospettiva sarebbe stata anche peggiore se le Ferrovie avessero mantenuto il piano iniziale che prevedeva i test anche nei giorni di lunedì 30 e martedì 31 agosto: decisione rivista poche ore dopo la riunione convocata con i funzionari regionali negli uffici di via Belfiore, dove non sono mancate le scintille.
Conclusione: lunedì e martedì i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana procederanno con una serie di test «leggeri», tali da non compromettere la fermata dei treni. I primi tre giorni di settembre - mercoledì, giovedì e venerdì - scatteranno le simulazioni vere e proprie. Quando? Dalle ore 6 alle 15. In questa fascia oraria un buon numero di convogli passerà per la stazione senza sostarvi.
Fa fede il cronoprogramma riveduto e corretto poi girato alla Regione: lunedì 30 e martedì 31 agosto sia i locomotori «D445» che i «Minuetto», spinti da motori diesel, fermeranno regolarmente a Porta Susa; mercoledì primo settembre entrambe le tipologie di treni salteranno la stazione; giovedì 2 e venerdì 3 la soppressione riguarderà solo i «D445».
Un bel guaio. Non a caso le Ferrovie correranno ai ripari affiggendo a Porta Susa e sui convogli interessati locandine per informare i viaggiatori: molti, ignari di quanto li aspetta, si stanno godendo i loro ultimi giorni di vacanza. «Quando è partito il progetto del Passante ferroviario, sia Rfi che Trenitalia conoscevano il rischio per la salute legato ai fumi dei diesel - commenta Cesare Carbonari, comitato Torino-Milano -. Nonostante siano trascorsi una decina di anni, nessuno ha mai pensato di investire sulle motrici bimodali caratterizzate da un doppio sistema di trazione: elettrico e diesel».
Come si premetteva, le verifiche riguarderanno i «Minuetto» e gli ancor più obsoleti «D445», i due modelli di locomotori diesel tuttora utilizzati su alcune linee o tratti di linea non elettrificati: Torino-Aosta, Torino-Novara, Torino-Biella, Torino-Vercelli, Torino-Stresa, Torino-Ivrea, Torino-Chivasso. I tecnici studieranno la capacità delle ventole di aspirazione, mantenendole al minimo o spingendole al massimo (condizione oggi prevista solo in caso di incendio), per capire come migliorare la qualità dell’aria a tutela dei viaggiatori e del personale. Problema reale se è vero che, avverte la relazione di Arpa Piemonte, il valore medio degli Idrocarburi policiclici aromatici, i più insidiosi, raggiunge i 94 nanogrammi per metro cubo: quattro volte quelli dell’inquinamento di traffico elevato in superficie. Ben vengano i test, insomma, anche se sarebbe stato meglio farli prima.

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