a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 25 marzo 2010

La crisi fa ripartire la disoccupazione L'stat nel 2009 persi 380mila posti.

E' il primo calo dal 1995. Il governo: dato al 7,8%, inferiore all'Eurozona
Dopo 14 anni di crescita continua l’occupazione in Italia inverte la rotta: nella media del 2009 - secondo i dati diffusi oggi dall’Istat - gli occupati sono diminuiti di 380.000 unità (-1,6%) con un calo concentrato per nel Mezzogiorno (-3% pari a 194.000 posti in meno) arrivando nel complesso a quota 23.025.000.
Il tasso di disoccupazione nella media annua ha raggiunto il 7,8% (1.945.000 i senza lavoro con un aumento di 253.000 unità) a fronte del 6,7% del 2008. Nel quarto trimestre in media il dato è ancora peggiore con un calo di 428.000 occupati rispetto al quarto trimestre 2008 (-1,8% ) e un tasso di disoccupazione grezzo dell’8,6% (2.145.000 in media i senza lavoro nel trimestre), superiore di 1,5 punti sullo stesso periodo del 2008. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e quello del Lavoro, Maurizio Sacconi hanno commentato i dati sottolineando come la situazione italiana sul fronte occupazionale sia comunque migliore di quella dell’Eurozona con un tasso di disoccupazione al 7,8% a fronte del 9,4% medio dei paesi dell’area euro.
Ecco in sintesi la fotografia sull’occupazione nell’anno
I MIGRANTI FRENANO IL CROLLO
la riduzione di 380.000 posti è il saldo tra il calo di 527.000 occupati tra gli italiani e l’aumento di 147.000 unità tra gli stranieri, incremento comunque meno consistente che in passato.
EMERGENZA SUD E INDUSTRIA
Oltre la metà dei posti persi si concentra nel Mezzogiorno con 194.000 unità in meno (-3% a fronte del -1,6% su base nazionale) mentre il Nord perde 161.000 unità (-1,3%) e il Centro appena 25.000 (-0,5%). Le persone in cerca di occupazione nel Sud tuttavia aumentano di appena 12.000 unità soprattutto a causa dell’effetto scoraggiamento sulla possibilità di trovare un lavoro dell’aumento dell’inattività. Il settore che ha subito la maggiore contrazione è l’industria in senso stretto (-4,3 pari a 214.000 posti) seguita dall’agricoltura (-2,3% pari a 21.000 posti) e dalle costruzioni (-1,3% pari a 26.000 unità). I servizi segnano una flessione dello 0,8% (-119.000 unità).
GIÙ INDIPENDENTI E CONTRATTI TERMINE
Sono stati i precari, i collaboratori e i cosiddetti «indipendenti» i lavoratori più colpiti dalla crisi economica. Su 380.000 posti persi infatti 211.000 sono posizioni lavorative indipendenti (collaboratori, piccoli imprenditori ecc) mentre 169.000 sono dipendenti (171.000 in meno gli occupati a termine a fronte di un lievissimo aumento tra i rapporti a tempo indeterminato).
SCENDE SOPRATTUTTO L'OCCUPAZIONE MASCHILE
Oltre due terzi del calo occupazionale è da imputarsi alla componente maschile con 274.000 unità in meno (-2% a fronte dell’1,6% complessivo) mentre le donne sono diminuite di 105.000 unità (-1,1%). A fronte di un tasso di occupazione medio del 57,5% (dal 58,7% del 2008) nella fascia 15-64 anni le donne segnano un calo dal 47,2 al 46,4% mentre gli uomini scendono dal 70,3% al 68,6%. Nella fascia considerata al Sud lavora però meno di una donna su tre (il 30,6%) a fronte del 56,5% del Nord. Al Sud cresce il tasso di inattività (coloro che non lavorano e non cercano impiego) toccando il 48,9% complessivo (+1,4 punti percentuali sul 2008).
SUI DATI BATTAGLIA PD-GOVERNO
Se il ministro del Lavoro Sacconi sottolinea come la disoccupazione in Italia abbia tenuto a fronte della «violenta frenata dell’economia mondiale» restando 1,6 punti al di sotto del tasso dei senza lavoro nell’Eurozona dal Pd con il senatore Tiziano Treu arriva l’accusa di «sbagliare i conti» sottolineando come nel nostro Paese sia basso il tasso di occupazione e altissimo il livello di inattività.

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