a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 10 giugno 2010

L'INIZIO DI TUTTO: IL BARBARO OMICIDIO DI PAOLO ROSSI COMPAGNO SOCIALISTA.

1966 : Paolo Rossi


(...) Il 27 aprile 1966, durante gli scontri violentissimi provocati dai picchiatori di Delle Chiaie davanti alla facoltà di Lettere, muore lo studente socialista Paolo Rossi.

Un incidente, dirà la polizia: il ragazzo si è sentito male ed è precipitato dalla scalinata. Invece ci sono molti testimoni a dichiarare che Paolo Rossi è stato picchiato e per questo è caduto sul piazzale (nota 1).

Anche le foto parlano chiaro, dimostrando le violenze dei fascisti che si accaniscono su studenti isolati, mentre i poliziotti stanno a guardare. Riconoscibilissimi sono Serafino Di Luia, Flavio Campo, Saverio Ghiacci, Adriano Mulas-Palomba, Alberto Questa, Loris Facchinetti e Mario Merlino. La morte di Paolo Rossi risveglia le coscienze, mobilita i giovani della nuova sinistra. Alcune facoltà vengono occupate. La notte tra il 28 e il 29 gli squadristi di Delle Chiaie aggrediscono nuovamente alcuni studenti isolati, bloccano l'auto su cui viaggia la figlia del deputato comunista Pietro Ingrao assieme a due amici assistenti universitari, a uno dei quali un colpo di coltello asporta la falange di un dito. Tra i denunciati per il vile episodio c'è Serafino Di Luia ed un certo Angrillo, un militare dell'Aeronautica. Il 2 maggio tutta l'universitàˆ romana è occupata. Tremila studenti riuniti in assemblea e 51 docenti titolari di cattedra denunciano in una lettera inviata al presidente della Repubblica "la situazione di violenza e illegalità che regna nella città universitaria dove un'infima minoranza di teppisti che hanno fatto propri i simboli del nazismo, del fascismo, delle SS e dei campi di sterminio possono impunemente aggredire studenti e professori che non condividono metodi e idee appartenenti al più vergognoso passato e condannati dalle leggi di tutti i paesi civili". E concludono: "Di fronte a questo stato di cose, anche noi ci sentiamo responsabili della morte di Paolo Rossi perché abbiamo tollerato tutto ciò sino ad oggi". Il giorno precedente un corteo di centinaia di operai si era recato alla Città Universitaria per portare la propria solidarietà agli studenti occupanti. Il ministro della pubblica Istruzione, a scanso di guai ulteriori, costringe alle dimissioni chi, più degli studenti e dei professori democratici, è stato responsabile per anni della situazione che ha portato alla morte di Paolo Rossi: il rettore Ugo Papi. In una intervista rilasciata al giornale Rome Daily American l'ex fascista Papi dichiara: "L'unico mio torto è stato quello quello di aver sempre cercato di ostacolare i professori di sinistra". Eppure i fascisti attaccano ancora. Il 2 maggio 300 squadristi guidati da Caradonna e Delfino danno l'assalto alla facoltà di Legge: ma ormai gli studenti sono in grado di reagire e di battersi e anche la polizia interviene (nota 2).

In realtà, la presenza dei fascisti si era rivelata utilissima per la creazione nell'Università di quel clima di terrorismo e di rissa latente su cui il vecchio corpo accademico, incolto e clientelare, fonda le sue tradizionali fortune. Impossibilitati a sviluppare la dialettica delle idee, gli studenti di sinistra stentavano a mettere a fuoco gli obiettivi di lotta avanzati e restavano prigionieri della logica anacronistica - anche se legittimata da esigenze di conservazione fisica - della battaglia antifascista. Dall'esperienza di quegli anni il corpo accademico e, più in generale, le forze interne all'apparato statale. trarranno utili indicazioni per il futuro: in quel momento, l'applicazione di alcuni elementari principi costituzionali nell'ambito universitario nasce più dalla paura della reazione studentesca che da una, sia pur tardiva, resipiscenza democratica delle autorità.
tratto da: http://www.strano.net/stragi/tstragi/pfontana/cap3.htm

Questo scritto può essere copiato e citato integralmente
(nota presente nel sito da cui è stato estratto)

nota 1 : II quotidiano "Il Tempo", tradizionale sostenitore - in alcuni casi - "ispiratore" dell'Avanguardia Nazionale, scrisse che Paolo Rossi "era precipitato per un attacco di vertigini, causato da una crisi epilettica". I genitori del ragazzo - provetto rocciatore - querelarono il giornale. La Magistratura, in base alle risultanze dell'autopsia, aprì un'inchiesta che si concluse, un anno più tardi, con una archiviazione motivata dalla formula "omicidio ad opera di ignoti".
nota 2 : Emersa drammaticamente la sua connivenza con i fascisti, il commissario l)'Alessandro - responsabile dell'ordine pubblico nella città universitaria - fu rimosso dall'incarico e trasferito torna su
tratto da : http://www.strano.net/stragi/ clicca sul link per approfondire sulle Stragi di Stato

INGHILTERRA’66
ANTONELLO VENDITTI NOTTE PRIMA DEI MONDIALI.
Articolo tratto da “La gazzetta del mezzogiorno” del 15-06-1998.
di Antonello Venditti

(...) Togliamoci il pensiero : ”Era l’anno dei mondiali ,quelli del ’66, la regina d’Inghilterra era Pelè…”. Io questa canzone, ”Giulio Cesare”, l’ho scritta vent’anni dopo, nel 1986, un altro anno di Mondiali, quelli della “mano di Dio” di Maradona in Messico. “Paolo Rossi era un ragazzo come noi”, che a tutti sembrò il Pablito del Mundial di Spagna, era invece un omonimo, il primo morto negli scontri tra studenti e polizia a Roma, sulla scalinata della facoltà di Legge (di Lettere, ndr), che appunto nel ’66 era un ragazzo come me. Un nome banalissimo, buono per un eroe immortale come Pablito e per uno studente morto quando e come non doveva morire. (...)

"Giulio Cesare" (Antonello Venditti, 1986)

Eravamo 34 quelli della terza E

tutti belli ed eleganti tranne me.

Era l’anno dei mondiali quelli del '66

la regina d'Inghilterra era Pelè.

Sta crescendo, come il vento questa vita mia

sta crescendo, questa smania che mi porta via

sta crescendo oh… come me.

Eravamo 34 quelli della terza E

sconosciuto il mio futuro dentro me,

e mio padre una montagna troppo alta da scalare

nel paese una coscienza popolare.

Sta crescendo, come il vento questa vita mia

sta crescendo, questa rabbia che mi porta via

sta crescendo come me, si come me.

La Giovane Italia* cantava…iaaa

Davanti alla scuola pensavo viva la libertà,

tu dove sei, coraggio di quei giorni miei

coscienza, voglia e malattia di un canzone ancora mia,

yeah…ancora mia, ancora mia yeah.

Nasce qui da te, qui davanti a te, Giulio Cesare.

Eravamo 34 adesso non ci siamo più

e seduto in questo banco ci sei tu,

era l'anno dei mondiali quelli dell'86

Paolo Rossi era un ragazzo come noi.

Sta crescendo, come il vento questa vita tua

sta crescendo, questa rabbia che ti porta via

sta crescendo come me, si come me.

L’estate è nell’aria brindiamo alla maturità

L’Europa è lontana partiamo, viva la libertà

Tu come stai ragazzo dell'86

coraggio di quei giorni miei

coscienza, voglia e malattia di un canzone ancora mia,

ancora mia, ancora mia.

Nasce qui da te, qui davanti a te, Giulio Cesare.

*Una delle organizzazioni reazionarie parafasciste fondata nel 1947

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