La mattina del 12 novembre 1980 Renato Briano, direttore del personale della società Ercole Marelli di Sesto San Giovanni (nell'hinterland nord di Milano), venne ucciso da due terroristi appartenenti a un commando della colonna milanese delle Brigate Rosse, mentre si recava al lavoro.
Briano venne pedinato nella metropolitana milanese e mentre si trovava dentro una carrozza della linea uno della metropolitana in movimento verso la stazione Gorla, viene raggiunto alle ore 8,20 da due colpi di pistola (calibro 7.65) sparatigli a bruciapelo alla testa e morì sul colpo tra i passeggeri del convoglio. Gli assassini, dopo aver dichiarato di appartenere alle Brigate Rosse, e tenuti a bada i passeggeri con le armi, scesero alla fermata di Gorla dileguandosi facilmente.
Il contesto storico
Nel periodo fra la fine del 1979 e l'inizio del 1980 l' organizzazione delle Brigate rosse aveva subito duri colpi per arresti di suoi componenti, in parte dovuti a confessioni di terroristi pentiti, e dissidi interni che provocarono scissioni far i gruppi. La colonna milanese Walter Alasia si era resa indipendente e tendeva a proseguire la sua campagna di lotta violenta con omicidi mirati, spesso aventi come obiettivo dirigenti di società in cui era forte la lotta operaia. Nell'estate del 1979 la "marcia dei 40000" a Torino aveva segnato una sconfitta per le tre maggiori confederazioni sindacali, generando sentimenti di frustrazione e rivalsa in alcune delle frange estremiste legate alle lotte operaie.
L'Ercole Marelli, una storica e importante fabbrica della cintura industriale via Adriano - Crescenzago Sesto - Milano si trovava vicino alla sua chiusura e messa in liquidazione, quindi con una situazione di rapporti interni estremamente tesi e con il responsabile del personale impegnato personalmente nelle discussioni sindacali. Nella fabbrica era stato appena raggiunto un accordo fra direzione aziendale e sindacato, accordo contestato dalle posizioni più estremiste. Il delitto venne rivendicato dalle Brigate Rosse, con una telefonata fatta alle ore 10 nella stessa mattinata alla ANSA e quindi a Radio Popolare.
La sua uccisione ebbe ripercussioni immediate ed interrogazioni parlamentari causate anche dalla particolare audacia dell'omicidio, compiuto non seguendo le usate tecniche dell'agguato in luogo appartato o poco frequentato ma bensì nel mezzo della folla di lavoratori pendolari che si recavano al lavoro; i killer, due giovani dall'apparente età di 25 ani agirono spavaldamente a viso scoperto [1].
Nessun commento:
Posta un commento