Riviste al ribasso le stime di gennaio. Allarme disoccupazione in Europa.
MILANO - Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rivede le stime di crescita per l'Italia. Secondo il Fondo monetario il pil nel 2010 salirà dello 0,8% mentre nel 2011 la ripresa accelererà al +1,2%. In ambedue i casi si tratta di una revisione al ribasso delle stime precedenti: rispetto alle previsioni di gennaio 2010, il pil 2010 dell'Italia è stato ridotto di 0,2 punti percentuali, mentre quello 2011 di 0,1 punti percentuali.
RIPRESA A INTENSITA' VARIABILE - Secondo l'Fmi la ripresa economica mondiale procede «meglio delle attese», sebbene a intensità variabile nelle diverse regioni del Globo. A trainare il recupero sono i Paesi emergenti, mentre nelle economie avanzate «la forza del rimbalzo resta moderata» e messa a rischio dai crescenti debiti pubblici e dalla difficile situazione del mercato del lavoro. E soprattutto l'Europa resta relegata nelle retrovie. In particolare, il Pil mondiale crescerà del 4,2% quest'anno e del 4,3% il prossimo, un punto in più rispetto alle previsioni d'autunno. Nel complesso il prodotto dei Paesi industrializzati salirà rispettivamente del 2,3 e del 2,4%, mentre in quelli emergenti il balzo sarà del 6,3% nel 2010 e del 6,5% nel 2011. L'analisi del Fondo promuove gli Usa, il cui Pil aumenterà «sorprendentemente» del 3,1% quest'anno e del 2,6% il prossimo. Bocciata invece Eurolandia, ancorata a un modesto incremento dell'1% nel 2010 e dell'1,5% nel 2011. A pesare, sostengono gli economisti di Washington, sono gli squilibri di bilancio e delle partite correnti in molti Paesi della zona. Oltre alle preoccupazioni accese dalla crisi greca «che potrebbe contagiare altri Paesi vulnerabili dell'area» e minacciano «la normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari».
DISOCCUPAZIONE -L'Fmi lancia nel suo rapporto di primavera anche un'allarme disoccupazione: «L'alta disoccupazione pone grandi problemi sociali» sotolinea il Fondo monetario internazionale secondo cui nelle economie avanzate il numero dei senza lavoro «è destinato a rimanere vicino al 9% fino al 2011 per poi declinare solo lentamente». Per questo, affermano i tecnici dell'istituzione di Washington, «le politiche macroeconomiche devono continuare a sostenere in modo appropriato la ripresa» e, «allo stesso tempo», devono «favorire la flessibilità salariale e dare aiuto adeguato ai disoccupati». I numeri sono terribili. Il tasso di disoccupazione si attesterà negli Stati Uniti al 9,4% quest'anno per poi scendere all'8,3%. Nella zona dell'euro i disoccupati resteranno invece al 10,5% sia nel 2010 che nel 2011. In questo quadro si difende l'Italia dove i senza lavoro sono previsti pari rispettivamente all'8,7% e all'8,6% nei due anni. A picco la Spagna, dove le stime arrivano al 19,4% nel 2010 e al 18,7% nel 2011.
a Peppino Impastato e Santo De Luca
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