a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 15 aprile 2010

A TUTTI GLI ANGELI DI GAZA.


“I bambini di Gaza, prime vittime della guerra”
di Claudio Accheri*
Una situazione disastrosa sotto tutti i punti di vista, una guerra in cui, per la prima volta, i civili non possono fuggire dalle aree pericolose in cui sono dispiegati i punti sensibili di Hamas, un assalto che non permette alle forze mediche di avere i mezzi minimi necessari per garantire il soccorso ai feriti, una città in cui vengono lanciate sei bombe durante le due ore di tregua umanitaria, uno scontro palesemente, e violentemente, impari.
E’ questo lo scenario che la vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini e il senatore Pd Alberto Maritati hanno descritto oggi nella sala stampa del Senato per far comprendere l’orrore e il terrore che l’operazione “piombo fuso” sta seminando nella striscia di Gaza.
Proprio la Morgantini ha coordinato il recente passaggio di un piccolo gruppo di osservatori attraverso il valico di Rafah, riuscendo a riportare una cruda testimonianza dalla città al confine con l'Egitto e teatro di alcuni, fra i tanti, attacchi israeliani.
Le scarse condizioni sanitarie di ospedali e mezzi di pronto soccorso sono sicuramente uno dei problemi più importanti in questo momento, i medici e gli infermieri fanno turni massacranti, si opera senza anestetici, vengono amputati arti per ferite che altrove potrebbero essere curate, in queste condizioni che non permettono di curare i numerosi feriti dai bombardamenti, vengono colpiti indirettamente anche i malati cronici, i quali hanno bisogno di cure regolari che, dato lo stato di emergenza, non possono essere garantite.
Tuttavia “chi sta veramente pagando il prezzo di questa guerra sono i bambini”, non solo i più sfortunati che sono stati colpiti dai bombardamenti, ha dichiarato Maritati, ma anche quelli che ho potuto vedere durante il viaggio, mentre “giocavano fra le macerie delle proprie case”.
Sono quasi 30mila infatti gli sfollati che si sono trasferiti nelle scuole dell'Unrwa, "vivono nelle aule, nei corridoi, senza nessuna fonte di riscaldamento”, dichiara Luisa Morgantini nella speranza che la bandiera azzurra dell'Onu li possa proteggere.
Se le condizioni di Rafah sono sconvolgenti, quelle di Gaza sono estremamente inquietanti.
Si prevede infatti che nei giorni a seguire possa venire alla luce un ulteriore problema che potrebbe peggiorare esponenzialmente l’emergenza sanitaria, ovvero i rischi legati alle fatiscenti strutture idrauliche di Gaza, che, sottoposte alle sollecitazioni del bombardamento, rischiano di collassare espellendo le acque di scarico al livello del manto stradale e nel mare, causando un disastro ecologico.
La Striscia è stata sicuramente sottoposta ad un attacco fatto di colpi di mortaio, cannoneggiamento da parte dei tank e bombardamenti degli aerei da guerra, mentre rimane da valutare l’ipotesi dell’impiego del fosforo bianco, che è stata ipotizzata da alcuni contatti della Morgantini e alcuni organi di stampa internazionali.
La visita della vice presidente è durata due ore, un piccolo lasso di tempo che le ha permesso di raccontare lo spaccato di una città distrutta, un racconto che questa volta però tarda ad arrivare dai giornalisti.
E' stato imposto infatti, il divieto assoluto di ingresso ai tanti reporter che aspettano sul confine della Striscia i quali, come dichiara Maritati, “hanno già firmato le liberatorie in cui si assumono le proprie responsabilità pur di entrare e raccontare ciò che sta accadendo”.
Sia la Morgantini che Maritati hanno dichiarato di non voler fare la scelta di schierarsi da una parte o dall'altra, ma semplicemente di catalizzare l'attenzione sui cittadini che vengono coinvolti nello scontro,"i civili israeliani possono scappare, o usare i bunker, in caso di attacco, mentre i cittadini della striscia di Gaza possono solo subire gli attacchi, e sperare di sopravvivere".
Il tentativo di superare Rafah e dirigersi verso la città di Gaza si è dovuto scontrare con i rischi di una città dove ormai il combattimento è giunto nelle strade, in cui la fanteria israeliana sta combattendo casa per casa contro i militanti di Hamas, a cui è stato ordinato di non arrendersi mai.
Nel Parlamento europeo il dibattito sulla questione israelo-palestinese è tuttora in corso, ed è prevista la stesura di un documento che costituisca la base per una risoluzione da discutere giovedì. Un documento che viene stilato, secondo la Morgantini, nella speranza di porre fine alla tragedia che si sta consumando in questo momento.
* per Osservatorio Iraq


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