a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 4 novembre 2010

Catene a bordo, conto alla rovescia. Proteste sul web, Monza non ci sta

Il 15 novembre scatta l'obbligo per gli automobilisti: multa da 78 euro. Costi aggiuntivi da 50 a mille euro.
MILANO – La Cassanese, la Rivoltana, la Padana inferiore, la Paullese. E ancora: la Vigentina, la Statale della Val Tidone, la Nazionale dei Giovi, la Statale 11 Padana Superiore. Tanto per restare alle più conosciute tra le strade provinciali che a raggiera convergono verso Milano. Ad esse vanno aggiunte tutte le vie di collegamento trasversale, più o meno note e più o meno trafficate – come la Cerca che unisce Agrate a Melegnano e la sp 40 tra Melegnano e Binasco -, che attraversano i centri abitati o le aree periferiche e di campagna. Una fitta ragnatela da cui non si può sfuggire, in un abbraccio ideale che va da ovest a est passando per tutta l’area metropolitana a sud del capoluogo. L’unica speranza di farla franca è da nord, dove solo la Milano-Meda e il tratto di raccordo tra la Statale 36 e il viale Fulvio Testi di Milano sono sotto il controllo di Palazzo Isimbardi (guarda la mappa). Insomma, la gran parte dei circa 3 milioni di automobilisti che vivono e si muovono nel territorio provinciale non hanno scampo. E di conseguenza dovranno rassegnarsi a mettere mano al portafogli se già non sono attrezzati con pneumatici da neve o catene. E dovranno farlo entro due settimane.

L'ORDINANZA DELLA DISCORDIA - Dal 15 novembre entra infatti in vigore l’ordinanza che obbliga tutti i veicoli ad essere dotati di gomme idonee “alla marcia su neve o ghiaccio o in alternativa di circolare disponendo a bordo del veicolo di mezzi idonei antisdrucciolevoli”. In caso contrario, si va incontro ad una sanzione di 78 euro e, nei casi ritenuti più gravi – quando cioè la violazione comporta ripercussioni sulla viabilità, come nel caso di un’auto bloccata in mezzo alla strada – gli agenti che rilevano l’infrazione possono anche aggiungere la sanzione accessoria della sottrazione di punti dalla patente.
LA PROTESTA DEGLI AUTOMOBILISTI - Il provvedimento, disposto dalla Provincia con un’ordinanza dello scorso 11 ottobre ha iniziato a far discutere fin dalla sua diffusione. Il forum «Casi Metropolitani» di Milano.Corriere.it ha registrato decine e decine di messaggi di automobilisti indignati e alla posta di redazione continuano ad arrivare lamentele da parte di cittadini che attaccano la decisione della giunta Podestà che considerano, di fatto, una nuova tassa mascherata. I cui benefici li vedranno soprattutto officine, gommisti, case automobilistiche e grandi ipermercati che in vista del presumibile aumento della domanda si sono affrettati a fare scorte di pneumatici. I costi per l’adeguamento alla normativa potrebbero non essere così contenuti: se la propria auto monta pneumatici «catenabili», la spesa può limitarsi ai 50 euro (e nei centri commerciali è possibile trovare catene in promozione a cifre anche inferiori). Ma se alle gomme, per dimensione o modalità di agganci, non possono essere applicate catene, i costi salgono perché è necessario sostituire l’intero treno dei normali pneumatici con altri specifici per l’inverno, con costi che difficilmente stanno sotto i 250 euro per un’utilitaria (e a cui vanno aggiunti quelli per il gommista che li monta e smonta ad ogni cambio di stagione, operazione che non sempre viene offerta gratuitamente, soprattutto dopo il primo anno) e che possono tranquillamente raggiungere i mille euro per le gomme di prima scelta dei veicoli di gamma alta.
SCELTA CHE FA DISCUTERE - Le maggiori perplessità per la scelta adottata riguardano però l’effettiva utilità del provvedimento in un territorio che più piatto non si può e dove le nevicate non sono poi così frequenti. Nella scorsa stagione le precipitazioni nevose sono state cinque o sei, ma soltanto un paio sono state significative. E anche in quei casi è difficile dire se i disagi che si sono registrati siano stati provocati dall’imprudenza di automobilisti che si sono messi in viaggio senza essere adeguatamente attrezzati o da ritardi e inefficienze nella pulizia delle strade. Non è forse un caso se provvedimenti simili non siano stati adottati dalle altre province lombarde, ad eccezione di quella di Como (mentre altre, come Lecco e Varese, hanno deciso di stabilire di volta in volta e per ogni singola strada l’introduzione degli obblighi).
E anche Bologna copia: obbligo su 55 strade provinciali
MONZA NON CI STA - Chi ha fatto la voce grossa contro la decisione di Palazzo Isimbardi è la neo-provincia di Monza che si è ben guardata dal seguire l’esempio dei vicini di casa, di cui pure condivide l’orientamento politico. Dario Allevi, il presidente, è anzi piuttosto seccato e in un comunicato che campeggia sul sito dell’ente da lui guidato sottolinea che «le ordinanze che riguardano temi così delicati come la viabilità andrebbero concordate e discusse insieme: non possiamo continuare ad apprendere dai giornali le decisioni prese da Milano che riguardano, però, anche i nostri cittadini».
«AUTOMOBILISTI VESSATI» - Monza e Milano, viste dal satellite, sono un’unica conurbazione e non c’è di fatto soluzione di continuità tra le due città, separate tra loro dagli abitati di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. Un territorio omogeneo, insomma, che richiederebbe scelte omogenee. Invece non è stato così. «Questo provvedimento ci sembra un’ulteriore vessazione per gli automobilisti e coinvolge purtroppo anche i numerosi pendolari brianzoli che tutti i giorni muovono verso Milano – dice ancora Allevi, ex An, alla guida di una giunta Pdl-Lega - e che si vedono ora costretti ad investire preventivamente centinaia di euro in vista della stagione invernale. La nostra provincia non adotterà simili provvedimenti». E non lo farà nonostante la Brianza non sia proprio così piatta e abbia nel proprio perimetro diverse aree collinari. Il buon senso, fanno sapere da Monza, sta nel prevedere l’obbligo di catene «limitatamente ad alcuni tratti stradali nei Comuni più a nord della Brianza». Dove davvero serve, insomma.
LA LEGGE E IL BUON SENSO - Resta però il fatto che l’ordinanza di Palazzo Isimbardi è in vigore e che quindi chiunque - milanese, brianzolo o di qualunque altra provincia o regione – si trovi a transitare sul territorio provinciale di Milano rischia di incappare nelle sanzioni. L’assessore ai Trasporti, Giovanni De Nicola, ha fatto notare che «l’ordinanza si applica quando il buon senso dice che va applicata e non deve essere un modo di fare cassa». Ma queste sue parole non sono previste nel documento emanato dai suoi uffici che come da prassi «ORDINA», in neretto e tutto in maiuscolo, di adeguarsi alla decisione e lo fa senza se e senza ma.
SE NE PARLA SUL WEB - Sul web il dibattito è aperto e c’è già chi spiega come eludere le sanzioni. Nel testo si parla, ad esempio, di obbligo di circolare con a bordo delle catene e non di obbligo di montarle in caso di neve. Di conseguenza, secondo questa interpretazione, sarebbe sufficiente avere nel bagagliaio un paio di catene anche vecchie e non adatte per non dover essere costretti a pagare in caso di un controllo casuale (salvo che poi gli agenti vogliano verificare la corrispondenza tra le catene e gli pneumatici). E si discute sul fatto che gli accorgimenti «antisdrucciolo» possano comprendere oppure no le «calze» e i «ragni» che si applicano sulle gomme e che risultano idonei anche per i modelli non catenabili.
PROMOZIONI AD HOC - Quel che è certo è che in molti, per evitare noie, preferiranno mettersi in regola per tempo e si rassegneranno alla spesa aggiuntiva senza aspettare le prime nevicate quando comunque trovare gli pneumatici è praticamente impossibile. Se ne sono accorte anche le case automobilistiche che in questo periodo stanno promuovendo via radio treni di gomme invernali presso le proprie concessionarie, quando negli anni passati puntavano soprattutto ai tagliandi all inclusive e alle promozioni per i cambi di vettura. Stesso discorso per centri commerciali e grandi officine specializzate, che tuttavia in alcuni casi fanno sapere di avere già avuto prenotazioni superiori alle scorte disponibili.
MA LA COLPA DI CHI E’? - Resta l’amarezza tra gli automobilisti che fanno notare come l’anno scorso a Milano anche gli autobus di linea siano rimasti bloccati nel traffico e che molti disagi si sono avuti proprio in città, dove l’obbligo di catene non sarà in vigore. «Non è che visti i problemi dell’anno passato – si chiede un lettore – stanno solo mettendo le mani avanti per scaricare la colpa sui cittadini nel caso la città vada di nuovo in tilt?».

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