Rallentano i consumi delle famiglie, ma anche i debiti. La debolezza dell'economia italiana proseguirà nel 2008
Migliorano i conti pubblici italiani nel 2007 ma al prezzo di un «forte aumento della pressione fiscale e contributiva». Questo il giudizio della Banca d'Italia nella disamina della finanza pubblica contenuta nel Bollettino Economico. «L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è diminuito nel 2007 di 1,5 punti percentuali - si legge nella relazione - all'1,9% del Pil, riportandosi sui livelli del biennio 1999-2000». Il risultato, prevede Palazzo Koch, dovrebbe consentire «nei prossimi mesi» l'abrogazione della procedura per deficit eccessivo avviata nel 2005. «L'avanzo primario, quasi annullato quell'anno, è salito al 3,1% del Pil», prosegue Bankitalia notando che, «come nel 2006, il miglioramento dei conti riflette essenzialmente il forte aumento della pressione fiscale e contributiva (al 43,3% del Pil, poco al di sotto del massimo raggiunto nel 1997)». SPESA PRIMARIA - L'incidenza della spesa primaria corrente, poi, è diminuita «lievemente», al 39,6% del Pil, «ma rimane prossima al suo valore massimo». La spesa per investimenti è tornata ad aumentare, anche se a un ritmo inferiore a quello del prodotto; quella per interessi è salita dal 4,6 al 5,0% del Pil, riflettendo in larga parte l'aumento dei tassi all'emissione occorso nell'ultimo biennio. Il debito pubblico è sceso dal 106,5 al 104% del Pil, riportandosi sul livello del 2004. Il quadro programmatico - conclude Bankitalia - conferma l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011. ECONOMIA - La fase di «debolezza ciclica» dell'economia italiana, aggiunge Bankitalia, proseguirà nel 2008. «In Italia - si legge nel documento di via Nazionale - numerosi indicatori qualitativi e quantitativi suggeriscono che la fase di debolezza ciclica in atto dal quarto trimestre del 2007 si protrarrà nel 2008, portando il ritmo di crescita produttiva su valori al di sotto del potenziale». Secondo la Banca centrale, «la nostra economia continua a risentire dei problemi strutturali che si riflettono da vari anni in un progresso insufficiente della produttività, indipendentemente dalle fluttuazioni cicliche».FAMIGLIE - Rallenta la spesa per consumi degli italiani che comunque continuano ad indebitarsi anche se con più parsimonia. In particolare per quanto riguarda i consumi delle famiglie, da Via Nazionale spiegano che nel 2007 l'aumento dei consumi delle famiglie (+1,4%) ha riflesso quello della spesa per servizi e, in misura minore, per beni durevoli e tra questi in particolare per mezzi di trasporto (grazie agli incentivi alla rottamazione). Ma la spesa per consumi «ha fortemente rallentato nella seconda metà dell'anno» e i dati sulle vendite al dettaglio del quarto trimestre 2007 «segnano un marcato calo degli acquisti di beni non durevoli e di generi alimentari che potrebbero aver risentito dei recenti rincari». Questa situazione si riscontra anche nei mesi recenti dell'anno in corso: «l'indice delle vendite al dettaglio ha continuato a flettere» e «il clima di fiducia dei consumatori è nettamente peggiorato». Per quanto riguarda invece il debito delle famiglie questo è visto in «decelerazione»: «i dati di febbraio segnalano un ulteriore rallentamento sia dei mutui per acquisto di abitazioni sia del credito al consumo». Palazzo Koch segnala che gli oneri sostenuti dalle famiglie per il servizio del debito «hanno continuato a salire, fino a raggiungere il 7,9% del reddito disponibile nel 2007 (0,9 punti in più rispetto al 2006)». «Evidenza di fonte campionaria relativa ai mutui immobiliari - prosegue il Bollettino - indica che dal 2004 l'incidenza della rata del mutuo sul reddito familiare è aumentata soprattutto per i nuclei appartenenti al quartile di reddito più basso, al 32%; tale valore era già stato raggiunto nella seconda metà degli anni '90. Nell'ultimo decennio l'aumento dell'incidenza della rata ha peraltro interessato soprattutto le famiglie con un reddito superiore alla mediana, alle quali fanno capo oltre i tre quarti del debito totale del settore». INFLAZIONE - Secondo Bankitalia, l'inflazione al consumo in Italia resterà «relativamente elevata per tutto il 2008, al 2,6% in media». Solo nei primi mesi del 2009 «essa potrebbe scendere intorno al 2%». Le previsioni, che non incorporano il dato di marzo che è stato confermato al 3,3%, «si basano su un quadro di rallentamento della crescita mondiale che determinerebbe una sostanziale stabilizzazione dei prezzi delle materie prime alimentari e dei corsi petroliferi». Bankitalia sottolinea che a causa dei rincari energetici e alimentari «anche in Italia l'inflazione è significativamente aumentata dalla scorsa estate». Essa avrebbe raggiunto a marzo «il 3,6% sui dodici mesi, il valore più elevato dal 1996». Al marcato aumento dei prezzi, sottolinea Bankitalia «avrebbero contribuito anche i rincari delle tariffe aeree e dei servizi ricettivi e di ristorazione». L'istituto di via Nazionale sottolinea anche l'ascesa dei carburanti «che ha riflesso quella dei corsi petroliferi solo in parte compensata dall'apprezzamento dell'euro sul dollaro».
15 aprile 2008
a Peppino Impastato e Santo De Luca
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