Previdenza complementare: ecco perché può essere più utile ai precari

Per capire la situazione dei fondi pensione complementari in Italia basterebbe citare il titolo di una recente ricerca del Carefin Bocconi: “Chi ne ha più bisogno meno li usa”.

La previdenza complementare nel nostro paese (dati a fine dicembre 2009) conta oltre 5 milioni di iscritti con un incremento, su base annua e al netto delle uscite, del 4,7 per cento, in rallentamento rispetto al 2008.
Secondo il Carefin i fondi pensione complementari dovrebbero essere scelti, in particolare, dai dipendenti più giovani, che spesso hanno contratti di lavoro più flessibili e lavori meno stabili.
Invece, così come sono oggi in Italia, privilegiano i lavoratori con retribuzioni migliori e occupazioni più stabili, la maggior parte nel settore privato, che dunque al momento del pensionamento godranno di prestazioni più elevate, almeno secondo gli ultimi accertamenti della Covip, la commissione che vigila sui fondi pensione e che ha previsto una “bussola” sulle diverse forme di previdenza complementare.
Il pubblico impiego, infatti, è stato sinora escluso, con la sola eccezione del comparto della scuola, dalla possibilità di aderire a fondi pensione collettivi. “Il ritardo danneggia i lavoratori del settore, e in particolare i dipendenti più giovani che si troveranno con una pensione molto inferiore a quella di cui fruiscono coloro che lasciano il lavoro attualmente”, spiegano i ricercatori del Carefin.
“Non si può tacere infatti che il sistema pensionistico delineato dal legislatore con la riforma Dini è centrato su un modello, quello del lavoro a tempo indeterminato, dal quale tuttavia, dal 1995 ad oggi, ci si è notevolmente discostati”, aggiunge Francesco Vallacqua.
Si registra in Italia quindi una “situazione paradossale, visto che la previdenza complementare risulta maggiormente diffusa tra coloro che ne hanno meno bisogno”, la conclusione del Carefin. Ecco perché occorre studiare tutte le soluzioni possibili per avvicinare i lavoratori precari e quelli a reddito medio - basso ai fondi pensione complementari.