a Peppino Impastato e Santo De Luca

mercoledì 7 aprile 2010

Un continente di stressati: in Europa sono 40 milioni

Quaranta milioni di europei soffrono di stress da lavoro. Una patologia che colpisce, in termini percentuali, il 22% della popolazione attiva nell'Unione Europea che ha delle ripercussioni non solo sulla salute dei lavoratori, ma anche sull'economia. Per questo motivo, infatti, si perdono il 50-60% di tutte le giornate passate in ufficio o in aziende. Per un costo complessivo - in termini economici - di 20 milioni di euro annui. Lo rivela l'Ispesl che, in collaborazione con l'Agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro, ha organizzato la nona Conferenza europea dell'Accademia della psicologia del lavoro. Tre diversi momenti di incontro - da oggi al 31 marzo a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana - per riflettere sulla gestione dei rischi psicosociali in Italia e in Europa.

Secondo uno studio dell'"European Heart Journal", è stato stimato che solo il trattamento sanitario del disturbo depressivo collegato allo stress incide direttamente sull'economia europea con un dispendio pari a 44 miliardi di euro e indirettamente, in termini di calo di produttività, con una perdita pari a 77 miliardi di euro. Tra i responsabili della situazione, secondo l'Ispesl, anche i grandi cambiamenti nel mondo del lavoro, a partire dell'introduzione di nuove tecnologie fino alla diffusione di nuove forme contrattuali flessibili. Elementi che non solo hanno provocato un profondo mutamento dell'organizzazione del lavoro, ma hanno anche introdotto nuovi rischi professionali. Le cause del stress - precisa l'Istituto in una nota - sono da attribuire a uno squilibrio percepito tra gli impegni che l'ambiente fisico e sociale impone di fronteggiare e la propria capacità (percepita) di affrontarli. Quando si sperimenta una condizione di questo tipo nella realtà lavorativa si parla di stress lavoro-correlato. La ricerca ha mostrato che gli agenti che causano questo tipo di stress sono molteplici, ma riconducibili principalmente alla tipologia di professione, all'organizzazione del lavoro e al modo in cui sono gestite le risorse umane nel contesto lavorativo.

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