a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 6 maggio 2010

Il congresso Cgil fischia Cisl e Uil Epifani: ora un patto per il lavoro

La sfida del segretario: "Prontiallo sciopero". Contestazione per Bonanni, Angeletti e Sacconi
RIMINI
Un patto triennale per l’occupazione per recuperare, almeno in parte, il milione di posti di lavoro persi durante la fase più acuta della crisi economica. Dal palco del XVI congresso della Cgil, Guglielmo Epifani sfida il Governo a «fare di più».
Il segretario generale spiega che l’Italia sta entrando in un periodo di «ripresa senza occupazione» e che, pertanto, questo tema è «la priorità delle priorità» dei prossimi anni, «il fondamento e l’obiettivo delle politiche industriali, fiscali e sociali». Epifani sollecita «risposte» da parte dell’esecutivo, «quello che fino a oggi non ha voluto fare». Sottolinea che «non è tempo per nessuno di nascondere la testa sotto la sabbia». La crisi è «insidiosa» e non se ne uscirà meglio «nascondendola o negandola».
Il leader di corso d’Italia dice che «non c’è un secondo tempo, un altro tempo per sostenere occupazione ed economia». Ricorda che su questo tema la Cgil e Confindustria hanno la stessa opinione. E sollecita il Governo e il suo ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a prenderne atto e a riflettere. «Ci vuole un impegno straordinario per almeno tre anni - propone Epifani agli ospiti del Governo, di Confindustria e delle altre due confederazioni sonoramente fischiati dalla platea - attraverso il quale reperire e convogliare risorse verso investimenti capaci di favorire occupazione aggiuntiva», che può far recuperare fino a 400mila nuovi posti di lavoro nel pubblico impiego e nella scuola. A Cisl e Uil, Epifani chiede di mettere fine alle divisioni e alle lacerazioni seguite all’accordo separato sul modello contrattuale. Al presidente degli industriali conferma la disponibilità a tornare a un tavolo, eventualmente per sottoscrivere quell’intesa nel caso ci fossero dei cambiamenti al testo firmato da tutte le altre parti.
La risposta di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti arriverà domani. Quella di Marcegaglia è puntualmente arrivata: apertura, disponibilità a qualche piccola modifica, ma no a stravolgimenti. Il numero uno della Cgil ribadisce le critiche della sua organizzazione a quella che viene definita «controriforma» del diritto del lavoro. Contro l’arbitrato, per il diritto di sciopero e per la riforma degli ammortizzatori sociali Epifani assicura che «continueremo a mobilitarci, informare i lavoratori, a batterci e a scioperare per evitare soluzioni che riducono diritti e ci allontanano dalle scelte dei paesi europei». Se Sacconi, Marcegaglia, Bonanni, Angeletti e il governatore del Lazio, Renata Polverini, sono stati accolti con bordate di fischi, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il presidente emerito della Repubblica, Osacar Luigi Scalfaro, ricevono una standing ovation.
Applausi più tiepidi, invece, per Pierluigi Bersani e Antonio Di Pietro, rispettivamente leader del Pd e di Italia dei Valori. Con Cisl e Uil ci sono «divisioni profonde», osserva Epifani, ma «nel mezzo della crisi, quando si richiede un sindacato che sappia lottare e restare unito nell’interesse superiore dei lavoratori», serve intraprendere «un percorso che freni la completa lacerazione dei rapporti e dica su quali temi ricostruire un percorso di lavoro comune». Il presidente di Confindustria si dice pronta a venire incontro alla Cgil, in particolare sulla questione della riforma dei contratti. «Se si tratta di valutare qualche piccolo cambiamento siamo disponibili - afferma Marcegaglia - no, se si tratta di stravolgimenti». Il segretario del Pd fa proprio l’invito per un patto sul lavoro. Ma evidenzia che nel Governo e nella maggioranza su questo tema c’è «molta distrazione». Sacconi boccia la relazione di Epifani, la giudica «molto deludente», perchè conferma la tendenza della Cgil ad assumere «comportamenti molto più simili a quelli di un partito di opposizione piuttosto di un sindacato portato a negoziare». Tutte le proposte, aggiunge Sacconi, «portano a uno straordinario aumento della spesa pubblica. Pensare all’assunzione di 400mila persone nella pubblica amministrazione è una sorta di via greca al socialismo». Parole dure da una parte e dall’altra che nel pomeriggio vengono mitigate dopo le minacce anonime a Sacconi sul blog del Corriere online. L’apertura del XVI congresso viene caratterizzata anche dalla protesta dei lavoratori precari della Cgil, che attuano un sit-in davanti al Palacongressi contro il proprio sindacato.

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