a Peppino Impastato e Santo De Luca

martedì 6 maggio 2008

Consumi in calo. È il ribasso peggiore degli ultimi tre anni

Crollo dei consumi a marzo con una flessione dell’1,7%. Stando alla Confcommercio si tratta del dato peggiore degli ultimi tre anni e conferma il “permanere di una crisi profonda e strutturale della domanda interna”. Nel primo trimestre dell’anno, il calo è stato invece dello 0,7% (+0,3% nello stesso periodo del 2007). La stima dell’indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) segnala a marzo la maggiore riduzione in termini di quantità acquistate degli ultimi tre anni: il -1,7% rispetto allo stesso mese del 2007 rappresenta, infatti, la flessione più consistente dall’inizio del 2005, “confermando il permanere di una crisi profonda e strutturale della domanda interna”. Nel primo trimestre 2008, inoltre, la riduzione è stata dello 0,7% (+0,3% nello stesso periodo del 2007). “La decelerazione della domanda per consumi da parte delle famiglie, accentuatasi nei periodi più recenti” sottolinea Confcommercio “continua a condizionare le dinamiche produttive interne: ad aprile, secondo le prime stime di Confindustria, la produzione industriale, dopo il rimbalzo registrato a marzo, è tornata a registrare una riduzione in termini congiunturali (-1%)”.La domanda di beni e servizi ricreativi continua a registrare in termini quantitativi un’evoluzione negativa, con una flessione a marzo del 3,8% rispetto all’analogo mese dello scorso anno, proseguendo nella tendenza che ha caratterizzato l’ultimo biennio. A questa tendenza sembrano fare eccezione solo la domanda per spettacoli e per l’acquisto di cd e audiovisivi. La stima per marzo della domanda per i servizi di ristorazione e di alloggio, inoltre, mostra una contenuta ripresa dei consumi delle famiglie (1,3% in termini tendenziali), evoluzione che riflette in larga parte gli effetti della Pasqua. Particolarmente consistente è stata la riduzione segnata dalla domanda per beni e servizi per la mobilità (-14,8% rispetto all’analogo mese del 2007), “conseguenza di una elevata contrazione degli acquisti per autoveicoli e motocicli a cui si è associata una flessione dei consumi di carburanti”. La domanda per beni e servizi per le comunicazioni si è confermata invece, anche a marzo, “la componente più dinamica della spesa reale delle famiglie, con una variazione dei volumi acquistati del +9,8%”. In linea con i mesi precedenti, la domanda per i beni e servizi per la cura della persona ha evidenziato poi un ulteriore aumento delle quantità vendute (3,3% nel mese), “determinato esclusivamente dalla domanda per prodotti farmaceutici e terapeutici”. La domanda di articoli di abbigliamento e calzature ha segnato a marzo, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, una contenuta crescita (0,3%), “evoluzione che non è peraltro in grado di attenuare le difficoltà in cui versa il settore”. Relativamente ai consumi di beni e servizi per la casa, invece, la domanda da parte delle famiglie è stata caratterizzata da un calo delle quantità acquistate dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2007.Per rilanciare i consumi serve subito una riduzione delle tasse e della spesa pubblica. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, invita a “non sottovalutare” la crisi strutturale dal momento che indica “sia nella misura sia nella durata un vero e proprio allarme crescita”. Allarme confermato anche da un “clima di fiducia di imprese e famiglie che negli ultimi mesi è decisamente peggiorato”. La ricetta per far ripartire l’economia - prosegue Sangalli - è in un cassetto da troppo tempo “ed è ora di ritirarla fuori perché è sempre più urgente provvedere con coraggio e determinazione alle riforme necessarie per rilanciare crescita e produttività”. Tre rimangono le priorità indicate dal numero uno della Confcommercio: riduzione della spesa pubblica di 1 punto di pil all’anno per i prossimi 5 anni; sostegno della domanda interna attraverso l’alleggerimento della pressione fiscale sui redditi da lavoro, con l’obiettivo di ridurre di almeno 5 punti l’aliquota media Irpef; completamento delle liberalizzazioni (servizi energetici, telefonici, bancari e assicurativi).

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