a Peppino Impastato e Santo De Luca

giovedì 8 maggio 2008

Sì dei sindacati alla riforma dei contratti





















Via libera dai tre segretari di Cgil, Cisl e Uil al testo di proposta: «Quello nazionale resta una garanzia per tutti»
Corriere della Sera
ROMA - Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil hanno dato il via libera al testo unitario di proposta sindacale per la riforma del sistema contrattuale. Lo hanno annunciato uscendo dalla riunione i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. «Non abbiamo votato ma abbiamo dato un giudizio politico» ha detto Angeletti.
EPIFANI: «CONTENUTI DI GRANDE PORTATA» - Uscendo dalla riunione il segretario della Cgil Guglielmo Epifani ha sottolineato che all'interno del documento vi sono «contenuti di portata molto grande». Nel dettaglio il documento si pone «questi tre obiettivi- ha spiegato Epifani - di avere un sindacato più democratico, più vicino alle persone che lavorano e un sistema di contrattazione» che permetta di «aumentare i salari». Al contratto nazionale che «resta garanzia dei diritti dei lavoratori», la piattaforma unitaria prevede «un secondo livello di contrattazione - prosegue il leader della Cgil - esteso anche alle piccole e medie imprese» e un adeguamento dei salari al reale costo della vita «tenendo conto non più dell'inflazione programmatica ma adottando un nuovo paniere».
ANGELETTI: «SUBITO UN CONFRONTO CON GLI INDUSTRIALI» - «Presenteremo queste proposte subito per aprire immediatamente un confronto e vedremo se sul serio avremo imprenditori disposti ad aumentare veramente i salari» ha poi aggiunto Luigi Angeletti. Per il segretario della Uil il documento «serve dopo dieci anni a far aumentare i salari attraverso un modello contrattuale molto più efficace di quello avuto fino ad ora». Poi, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano di esprimere un'opinione sulla proposta formulata dal prossimo governo di detassare gli straordinari, Angeletti parla di «una ciliegina sulla torta. Bisogna prendere anche una fetta della torta, che vuol dire ridurre le tasse sui salari».
La stampa
Giornata importante sul versante sindacale: le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil hanno siglato l’intesa raggiunta sulla riforma del modello contrattuale. Plaude all’accordo il mondo dell’impresa: «Finalmente il sindacato è riuscito ad arrivare ad una posizione unitaria: meglio tardi che mai», ha commentato oggi il presidente uscente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Soddisfatti i tre segretari generali di Cgil Cisl e Uil, ancor prima di ratificare l’accordo: «È un’occasione, un passaggio molto importante per il sindacato italiano», ha osservato Guglielmo Epifani. Gli ha fatto eco Raffaele Bonanni: «È un momento storico per il sindacato». E Luigi Angeletti ha sottolineato: «Il nostro obiettivo è quello di far salire i salari dei lavoratori».Il testo approvato prevede, tra le novità più importanti, la riduzione del numero dei contratti (ora 400) e l’introduzione dei contratti triennali che attualmente vengono rinnovati ogni quattro anni per la parte normativa e ogni due per quella economica. La piattaforma contempla anche un potenziamento del doppio livello di contrattazione e nuovi meccanismi per la definizione della rappresentanza che tengono conto sia del numero degli iscritti sia dei voti presi nei comitati di rappresentanza degli enti previdenziali. «Tre sono gli obiettivi - ha spigato Epifani - più democrazia, più vicinanza ai lavoratori e aumentare le retribuzioni che in Italia sono troppo basse». Epifani ha poi precisato che nel testo sindacale «il contratto nazionale mantiene la sua funzione centrale, mentre quello territoriale ha un grande valore per le piccole e medie imprese».L’intesa raggiunta registra però anche alcune prese di posizioni molto polemiche, come ad esempio dalle fila della sinistra Cgil. «È grave la mancata distribuzione del documento», ha detto Augustin Breda a margine della riunione dei membri di "Lavoro e società - cambiare rotta" (una delle componenti di sinistra della Cgil), che ha deliberato all’unanimità, con tre astenuti, di presentare al direttivo Cgil un documento alternativo all’ipotesi di piattaforma unitaria. Su questo documento si sta cercando di «cucire» anche il consenso della componente Fiom che fa capo a Gianni Rinaldini.Dopo il via libera da parte delle segreterie unitarie, toccherà ai direttivi unitari di Cgil Cisl e Uil convocati per il 12 maggio approvare l’ipotesi di riforma. Quindi, dopo la consultazione di base che dovrebbe durare una ventina di giorni, si potrà formalmente riaprire il confronto con Confindustria.
La Repubblica
ROMA - Riduzione del numero dei contratti, introduzione degli accordi triennali, nuovi meccanismi per la definizione della rappresentanza, potenziamento del doppio livello di contrattazione. Sono solo alcuni degli aspetti inseriti nell'intesa sulle proposte di riforma del modello contrattuale ratificata oggi all'unanimità dalle segreterie unitarie di Cigl, Cisl e Uil. Un "sì" di grande importanza che ha trovato il plauso degli industriali ma che ha anche scatenato forti polemiche con la Fiom. Secondo il leader della Cgil Guglielmo Epifani, "l'obiettivo è quello di avere un sistema contrattuale che sia in condizione di aumentare le retribuzioni dei lavoratori dipendenti e di avere un sindacato più democratico, più vicino alle persone che lavorano". Al contratto nazionale che "resta garanzia dei diritti dei lavoratori", continua, si aggiunge "un secondo livello di contrattazione esteso anche alle piccole e medie imprese". Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, che prima dell'incontro aveva parlato di "un momento storico per il sindacato", dice che con l'accordo si sta "costruendo un nuovo sindacato". E Luigi Angeletti, della Uil, invece annuncia: "Presenteremo queste proposte subito per aprire immediatamente un confronto e vedremo se sul serio avremo imprenditori disposti ad aumentare veramente i salari". Il testo approvato dai leader sindacali prevede, tra l'altro, la riduzione del numero dei contratti (ora 400) e l'introduzione dei contratti triennali sia per la parte normativa che per quella economica. Potenziati i due livelli contrattuali: un contratto nazionale di sostegno e valorizzazione del potere d'acquisto per i lavoratori e un secondo livello di contrattazione incentrata sul salario e legata a parametri di produttività, qualità, redditività, efficienza ed efficacia. Chieste anche regole analoghe a quelle del lavoro privato nel pubblico impiego e l'introduzione di penalizzazioni in caso di mancato rinnovo degli accordi nei tempi previsti. La piattaforma contempla anche nuovi meccanismi per la definizione della rappresentanza che tengono conto sia del numero degli iscritti sia dei voti presi nei comitati di rappresentanza degli enti previdenziali.
Mentre il presidente uscente degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, ha commentato positivamente l'intesa, all'interno dei sindacati c'è chi si lamenta. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, parla di un possibile "disastro sociale", perché l'accordo "porta ad abbassare il salario medio e a dare qualcosa di più a chi fatica di più e quindi ad aumentare il tasso di sfruttamento dei lavoratori". "Lavoro e società - cambiare rotta", una delle componenti di sinistra della Cgil, ha invece deciso di presentare al direttivo Cgil un documento alternativo all'ipotesi di piattaforma unitaria. Su questo testo si sta cercando di ottenere anche il consenso della componente Fiom che fa capo a Gianni Rinaldini. Dopo il via libera da parte delle segreterie unitarie, ora toccherà ai direttivi unitari di Cgil, Cisl e Uil convocati per il 12 maggio approvare l'ipotesi di riforma. Quindi, dopo la consultazione di base che dovrebbe durare una ventina di giorni, si potrà formalmente riaprire il confronto con Confindustria.

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