Tremonti: accordo con le banche, si potranno rinegoziare i prestiti variabili.
La trattativa è andata avanti per giorni, al riparo dei riflettori. I banchieri da una parte, Giulio Tremonti dall'altra. L'impegno è quello di congelare le rate dei mutui a tasso variabile di chi, con gli ultimi aumenti, non ce la fa più. L'accordo, a sorpresa, arriva al primo consiglio dei ministri dentro al pacchetto di misure economiche: l'abolizione dell'Ici sulla prima casa e la detassazione per i salari fino a 30mila euro. Il ministro dell'Economia parla soddisfatto alla fine della riunione fra gli arazzi del Palazzo Reale: «Non è un miracolo, ma è qualcosa. Per ottenerlo il presidente del Consiglio ha fatto moral suasion, io fiscal suasion». Tremonti fa il verso al gergo elegante e un po' snob dei banchieri centrali, ammettendo di avere ottenuto dalle banche lo sconto con la minaccia di un aumento delle tasse per decreto. Il sistema escogitato assomiglia ad un tipo di mutuo che già alcune banche offrono ai clienti: l'accordo permetterà di rinegoziare i contratti a tasso variabile stipulati a partire dal 2007, ma con una rata fissa «fuorimercato» uguale a quella pagata in media nel 2006. All'inizio la durata del mutuo resterà la stessa: l'allungamento eventuale dipenderà dai tassi di interesse. Se la curva sarà cresciuta, il periodo salirà; se sarà scesa si pagherà meno. La convenzione sarà firmata dal Tesoro e dall'associazione delle banche entro 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto e potrebbe interessare più di un milione di famiglie. Non è la prima volta che i banchieri si siedono ad un tavolo per discutere di mutui; accadde con i decreti Bersani sulla portabilità, e il risultato fu che molti istituti, nonostante un accordo firmato con i consumatori, non lo rispettarono. «Sappiamo che il diavolo sta nel dettaglio, dunque vigileremo», avverte Tremonti. «Ma va detto che le banche hanno fatto uno sforzo nell'interesse nazionale». Bersani è scettico: «Il rischio è quello di un cartello legittimato dalla legge».Se lo sgravio sui mutui sarà a costo zero per lo Stato, l'abolizione completa dell'Ici e la detassazione sperimentale degli straordinari costeranno in tutto 2,6 miliardi. Il taglio dell'imposta sulla prima casa è confermato per quasi tutte le abitazioni (escluse case di pregio, castelli e ville) e comprenderà cantine e garage. All'ultimora, per ridurre i costi, il ministro del Lavoro Sacconi ha ristretto ancora la platea di coloro che godranno della detassazione degli straordinari: a partire da luglio l'aliquota al 10% verrà applicata ai dipendenti che nel 2007 hanno presentato un modello «Cud» non superiore ai 30mila euro, e fino ad un massimo di tremila euro annui fra straordinari, premi ed incentivi. Restano fuori sia gli statali sia le forze dell'ordine. «Per loro - promette il ministro della Funzione pubblica Brunetta - se ne riparla in Finanziaria». Questi tagli, garantisce Tremonti, verranno finanziati con risparmi di spesa che però ieri non ha precisato. «Posso dirvi che una voce nel mirino è alla lettera A come apicoltura: due milioni di euro». Si sa che le altre sono nell'ultima Finanziaria, fra gli incentivi alle imprese e nel decreto milleproroghe (in particolare la Visco Sud), l'ultimo treno bipartisan che alla fine della scorsa legislatura «ha in alcuni casi scandalosamente distribuito» qualche centinaio di milioni. Aggiunge il Cavaliere: «Abbiamo tagliato i regali agli amici e agli amici degli amici: un repulisti dei capricci in cui la precedente amministrazione si era esercitata non poco». Tremonti ribadisce che né ora né nei prossimi mesi verranno messe le mani nelle tasche degli italiani. A giugno, quando ci vorranno nuovi sacrifici per la manovra, ci penseranno banche, assicurazioni e società energetiche. «Ci sarà una rimodulazione della base imponibile». Il ministro lo sussurra ad un pugno di cronisti poco prima della conferenza stampa finale: «Sanno già che gli tocca comunque».
a Peppino Impastato e Santo De Luca
giovedì 22 maggio 2008
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