a Peppino Impastato e Santo De Luca

mercoledì 14 maggio 2008

L'UE “Sì agli sgravi fiscali ma solo se si riduce la spesa”

Almunia ottimista sull'inflazione: «Durante il 2009 tornerà al 2%».
BRUXELLES Si parla di inflazione e le facce si fanno scure. «In questo momento è il problema principale» ammette Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, il club dei ministri economici della zona euro. Freddo il sorriso con cui sceglie di non rispondere il numero uno della Bce, il francese Trichet, l'altro Jean-Claude della comitiva. Inevitabile, coi listini che nella media europea cresceranno del 3,3% nel 2008, ovvero oltre un punto in più di quanto indicato dai Trattati come obiettivo di stabilità monetaria assegnato alla banca centrale a dodici stelle per la gestione dei tassi. I tempi dono difficili, anche se non perde la calma il commissario Ue per l’Economia, Joaquin Almunia. «Nella seconda metà di quest'anno - assicura - il carovita scenderà vicino al 3%. E nel 2009 si attesterà di nuovo intorno al due». Il messaggio dello spagnolo è che il picco dei prezzi è stato superato. Di questo, oltre che del mix politico per ridare gas alla congiuntura, ne hanno parlato a lungo ieri sera gli uomini dell’Eurogruppo, preoccupati per il brevissimo periodo eppure ottimisti sulle possibilità del vecchio continente di scongiurare una crisi all’americana grazie alla tenuta dei fondamentali. Una seduta di approfondimento, colorata dai saluti per il ritrovato Giulio Tremonti, al suo terzo ritorno bruxellese. Accoglienza «calorosa» secondo chi era presente e saluti di bentornato. «Non è una novità, lo conosciamo a fondo - ha commentato il collega spagnolo Pedro Solbes - Non ho dubbi che ci capiremo bene». L’Eurogruppo è alle prese con la verifica degli obiettivi di bilancio, ovvero della strategia con cui a Berlino un anno fa si è vincolato al raggiungimento del pareggio nel 2010 (l’Italia ha chiesto e ottenuto di arrivare con un anno di ritardo) e a realizzare mezzo punto in percentuale del pil di risanamento strutturale ogni esercizio. Nel complesso, tutti paiono orientati a continuare sul cammino intrapreso. Per questo viene reiterata la volontà di «evitare nuove spese» e le linee guida di non «tagliare le tasse senza controbilanciare la misura con altre entrate strutturali o con una riduzione della spesa». Il messaggio vale per l’Italia, e non solo. Il governo Berlusconi ha promesso di realizzare nei primi cento giorni una serie di tagli fiscali ai quali l’Europa guarda con attenzione. Regola che viene ricordata anche alla Francia, cioè al paese che più si avvicina al limite del 3% del pil oltre il quale scatta la procedura per deficit eccessivo. Giro di tavolo anche sulle crisi finanziarie e sul loro effetto sulla crescita. Illustrata dagli olandesi una proposta potenzialmente dirompente: la definizione di un meccanismo fiscale per limitare stipendi, bonus e superliquidazioni concessi ai top manager delle grandi istituzioni finanziarie e delle banche. «Mentre chiediamo la moderazione salariale la tendenza all’aumento dei superstipendi è scandalosa», ha detto Junker. Positive le prime reazioni, salvo registrare l’irrigidimento britannico. Gli stati membri invieranno alla commissione le informazioni sul trattamento dei top manager perché Bruxelles posso presentare una proposta d’intervento. «Deve essere un intervento di respiro internazionale - ha concluso il presidente dell’Eurogruppo - ma è bene che l’Europa dia il buon esempio agli altri».

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